ASSOCIAZIONE CULTURALE SECONDO MAGGIO
XVI Stagione Atelier Musicale
(Richiami)
Sabato 27 febbraio 2010 17,30
Auditorium Di Vittorio Camera del Lavoro
Corso di Porta Vittoria 43 Milano
IL TRIO CLASSICO
TRIO MARSILI
Pino Murano violino
Valeria Carnicelli violoncello
Antonella Calvelli pianoforte
Programma:
G. Martucci (1856/1909)
Trio n° 1 in Do maggiore op. 59
C. Debussy (1862/1918)
Premier Trio in Sol
J. Turina (1882/1949)
Trio n° 2 in Si minore op. 76
Conduce Paolo Repetto
L’odierno appuntamento dell’Atelier è dedicato a composizioni del tardo Ottocento e del primo Novecento, dedicate al trio classico: violino, violoncello e pianoforte.
Si tratta di un programma che, come sempre, presenta pagine non facili da ascoltare in concerto, legate ad autori molto diversi tra di loro. In primo luogo c’è Giuseppe Martucci, di cui viene eseguita una delle opere più conosciute (risalente al 1883), almeno relativamente al suo autore, che certo non è artista particolarmente presente nelle stagioni concertistiche. Nella storia della musica, il suo nome è legato al rinnovamento della musica strumentale italiana del secondo ottocento, un periodo completamente dominato dal melodramma, al contrario di quanto avveniva in altri paesi europei. Diversamente a quanto spesso si scrive, non fu però l’unico musicista a distaccarsi dalla corrente operistica, bensì il più illustre rappresentante di una tendenza generale che all’epoca stava cominciando a diffondersi. È invece indiscutibile il fatto che la sua reazione al mondo musicale italiano del tempo fu netta e per questo scelse di non comporre opere teatrali (anche se a lui si deve la direzione della prima italiana del Tristano e Isotta), contribuendo invece alla diffusione nazionale delle opere di Schumann, Brahms, Liszt, Franck, Beethoven, d’Indy e di altri compositori europei. Inizialmente pianista di successo, poi didatta e, infine, direttore del Conservatorio di Napoli, nelle sue composizioni lascia emergere l’influsso della musica romantica centroeuropea accanto allo sviluppo di tematiche personali,
vicine alla cultura popolare italiana. In tal senso, non stupisce la dichiarazione di Gian Francesco Malipiero, che nella seconda sinfonia di Martucci individuò l’inizio del rinnovamento della musica non operistica italiana, e nemmeno lo strenuo sostegno del suo valore da parte di Arturo Toscanini, spesso direttore dei lavori sinfonici del musicista campano.
Questo sguardo su Martucci era ovviamene doveroso, in quanto meno noto sia di Turina, sia, ovviamente, di Debussy, compositori che completano l’odierno programma musicale. Per quanto interessante, la pagina del grandissimo maestro francese appartiene al numero delle sue primissime composizioni e risale presumibilmente al 1879. Scoperta tardivamente, è una composizione dolce e forse persino sentimentale, certamente non il frutto di un musicista maturo, ma di un giovane studente di musica che aveva davanti a se un grande avvenire.
All’inizio del ‘900 risale invece il Trio dello spagnolo Joaquin Turina, uno dei maggiori esponenti della scuola musicale iberica del ‘900, artista di impronta romantico impressionista che portò nella sua musica elementi ritmici e melodici tratti dal folclore della sua terra. La sua formazione risente comunque della cultura francese, come dimostrano gli studi con d’Indy e i frequenti contati con il mondo musicale di Debussy e Ravel. Infine, raccogliendo l’invito che Segovia fece ai musicisti suoi connazionali, dalla sua penna nacque anche un vasto repertorio originale per chitarra. Interprete del concerto è il trio Marsili, composto da musicisti che sono un esempio dell’alto livello esecutivo e della preparazione dei musicisti italiani delle ultime generazioni. Pino Murano si è perfezionato a Fiesole e svolge una intensa attività concertistica. Valeria Carnicelli, già ospite dell’Atelier e anch’essa perfezionatasi a Fiesole, è stata primo violoncello dell’orchestra Giovanile Italiana e di quella Siciliana. Antonella Calvelli, vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, svolge invece attività da solista e con organici orchestrali e cameristici.
Maurizio Franco