XVI STAGIONE ATELIER MUSICALE
(Richiami)

23 Gennaio 2010 ore 17,30
Auditorium Di Vittorio
Camera del Lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria 43


FRANCESCO CAFISO
ISLAND BLUE QUARTET
presenta la musica dell’album “A New Trip”

Programma

F. Cafiso A New Trip
D. Rubino Pablo
F. Cafiso Enigmatic Night
G. Mazzarino Piazza
D. Rubino Conversations
N. Toscano Cerimoniale
G. Mazzarino Retrato
F. Cafiso Dieghito Mojito


Dino Rubino tromba e flicorno
Francesco Cafiso sax alto
Giovanni Mazzarino pianoforte
Nello Toscano contrabbasso

Conduce Maurizio Franco

Nell’occasione verrà presentata la traduzione italiana del libro:
To Be Or Not To Bop l’autobiografia di Dizzy Gillespie edita dalla Minimum Fax


Francesco Cafiso non è più un enfant prodige; ormai, ha superato l’impervio scoglio che separa il periodo in cui l’età anagrafica desta più curiosità della musica, da quello in cui sono i valori artistici a prevalere. Si tratta di un passaggio delicato, sia nel jazz sia nel mondo accademico o anche soltanto nella musica di consumo, in cui molti musicisti avvertono il senso di inadeguatezza tra quanto pensavano di realizzare e i risultati effettivamente raggiunti, mentre lentamente il pubblico, prima attratto dalla giovane età della nuova stella, comincia a dimenticarsi del prodigio che sino a poco tempo prima osannava e come conseguenza di questa crisi ci può anche essere l’abbandono della carriera musicale.
Problemi che non interessano il ventunenne musicista siciliano (è nato a Vittoria, il 24 maggio del 1989), capace di entusiasmare Wynton Marsalis quando aveva solo tredici anni e oggi diventato una realtà internazionale del nostro jazz, al punto che è stato invitato a suonare in occasione della cerimonia di insediamento del presidente americano Barack Obama. Una sorta di consacrazione, di rito di passaggio che, in primo luogo, è avvenuta grazie a una reale maturazione artistica, tra l’altro non ancora conclusa e in grado di farci prevedere un suo sviluppo sempre più ampio, anche sotto il profilo delle scelte estetiche, della direzione stessa del linguaggio.
Infatti, dall’iniziale ispirazione, proveniente dalla lezione di Charlie Parker e da quella di Phil Woods, grazie alle quali ha costruito la sua identità poetica, sostenuta da una solida preparazione strumentistica (non solo sul sax, visto che è anche diplomato in flauto), Cafiso ha poi sviluppato il suo linguaggio in linea con una crescita musicale favorita anche da collaborazioni significative. Bisogna andare indietro nel tempo per trovare musicisti che, alla sua età, avevano già alle spalle un percorso così ricco.
Non dimentichiamoci che il sassofonista siciliano ha suonato con molti maestri americani e italiani del jazz, a cominciare dal citato Marsalis, per poi passare a Cedar Walton, Mulgrew Miller, Joe Lovano, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Franco Cerri, Dado Moroni, il compianto Gianni Basso tra gli altri. Nel contempo, ha già ottenuto notevoli riconoscimenti, vincendo i referendum della rivista italiana Musica Jazz e della giapponese Swing Journal dedicati ai migliori nuovi talenti, oltre ad aver ricevuto il Django d’Or quale stella nascente del jazz italiano ed europeo, aver vinto la World Sax Competition a Londra, il premio Massimo Urbani e aver ottenuto altre affermazioni di rilievo. In fondo, un palmares rischioso per un musicista adolescente, che fortunatamente non ha frenato la sua maturazione artistica.
Una evoluzione testimoniata dalla musica del suo ultimo album, che oggi presentiamo: A New Trip (edito dalla Philology), dove il termine “nuovo” appare pertinente per diverse ragioni. La prima è che all’idea fraseologica degli esordi, legata al bop e alle sue discendenze linguistiche, si è aggiunto un pensiero nel quale si utilizzano le possibilità timbriche come elemento di puro colore; la seconda, che il fraseggio procede anche in maniera “tematica”, privilegiando la costruzione “in orizzontale” della melodia. L’ultima, legata al ruolo del suo sax, non più l’unico mattatore della scena, ma integrato meglio nell’insieme del gruppo, concepito come un vero collettivo, tra l’altro di cameristica finezza, nel quale la musica guarda idealmente al mondo sudamericano, lasciando emergere echi di quell’universo espressivo, affrontato in maniera sottile e indiretta.

Un collettivo del quale fanno parte un giovane talento della tromba (ma anche pianista) quale il ventottenne Dino Rubino, un contrabbassista e compositore storico della scena siciliana del jazz: Nello Toscano, e un pianista e arrangiatore di alto livello come Giovanni Mazzarino, che in questa edizione dell’Atelier ha già suonato con il quartetto di Flavio Boltro.

In occasione di questo concerto, presentiamo anche la traduzione italiana di un libro che era ormai introvabile: l’autobiografia di Gillespie, scritta nella seconda metà degli anni ’70 insieme al giornalista Al Fraser e dal titolo significativo: To Be Or Not To Bop.

Maurizio Franco
 

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