Sabato 3 ottobre 2009 ore 17,30
Auditorium Di Vittorio
Camera del Lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria 43
OMAGGIO A NAT KING COLE
Prima esecuzione a Milano
DADO MORONI QUARTET
con ADRIENNE WEST
Adrienne West voce
Dado Moroni pianoforte
Alessio Menconi chitarra
Rosario Bonaccorso contrabbasso
Brani in programma tratti dal repertorio di Nat King Cole.
Tra questi:
Route 66 / Nature Boy / Smile / It’s All Right With Me / Broadway / Orange Colored Sky /
Just One Of Those Things / Lover Come Back To Me / It’s Only A Paper Moon / Sweet Lorraine / Rules Of The Road / Straighten Up And Fly Right
Conducono Maurizio Franco e Massimiliano Baggio che presenteranno i programmi delle nuove Stagioni dell’Atelier Musicale e della Società Umanitaria
IN COLLABORAZIONE CON LA SOCIETÁ UMANITARIA
Al cantante e pianista afroamericano Nat King Cole, icona della musica americana del ‘900, è dedicato il primo appuntamento della nuova stagione dell’Atelier, basato su un progetto che viene presentato per la prima volta in concerto a Milano.
Una proposta che ha un lontano antecedente discografico, risalente addirittura al 1994, quando questo stesso gruppo incise per la Dire l’album Dear Nat (Tribute To Nat King Cole). Si trattava di un omaggio nel quale venivano interpretati alcuni dei song che contribuirono a rendere popolare l’artista afroamericano, nato nell’Alabama nel 1919 e scomparso prematuramente nel 1965, esempio di grande cantante dalla voce suadente e dal feeling sottile e coinvolgente, che divenne un modello da imitare e raggiunse una fama enorme, paragonabile a quella delle maggiori voci della musica americana, tanto che ancora oggi la sua figura rimane di culto tra gli amanti della canzone pop ispirata dal jazz.
Il suo repertorio era infatti legato al cosiddetto Great American Songbook, basato su brani spesso provenienti dal mondo di Broadway, interpretati con un approccio che rivelava la sua formazione jazzistica. Infatti, vengono spesso dimenticate le sue doti di pianista jazz di rilievo, che prese le mosse da Earl Hines e diede vita a un trio con chitarra e contrabbasso impostosi come modello stilistico di riferimento negli Stati Uniti degli anni ’40. Basta pensare alle analoghe formazioni dirette da Art Tatum, Lennie Tristano e Oscar Peterson,
per fare solo alcuni nomi, per capire quanto la formula sia stata in grado di interessare alcuni dei più grandi pianisti della storia del jazz.
Come strumentista, King Cole era essenziale e armonicamente raffinato, mai invadente e sempre attento all’interplay (fuori dal contesto del suo abituale trio, è per esempio magistrale nei trii con il sassofonista Lester Young e il batterista Buddy Rich).
Proprio a quel mondo si ispira il quartetto che Dado Moroni ha riunito per l’Atelier, nel quale si guarda in maniera originale a quel mondo, sostanzialmente reinventandolo e quindi considerando la figura di Cole come quella di un nume ispiratore, evitando ogni impossibile (e antijazzistica) filologia. Ciò che invece rimane legato al cantante-pianista è il suo repertorio (oltre all’organico del trio), in quanto verranno proposte pagine entrate nella storia dell’artista afroamericano e tratte dal grande songbook della musica statunitense: da Sweet Lorraine, il suo primo grande successo (inciso nel 1940), a Straighten Up And Fly Right, Nature Boy,sino a quella Route 66 diventata un brano che nell’immaginario collettivo è indissolubilmente associata a lui.
Moroni, artista di statura internazionale che vanta una carriera densa di collaborazioni prestigiose, è un musicista che conosce così a fondo l’universo espressivo di Cole da poterlo ripensare adattandolo alla propria personalità; pianista completo, si muove a tutto tondo nell’ambito della storia del suo strumento nel jazz, sviluppando nella contemporaneità la lezione di molti dei grandi maestri della tastiera.
Con lui, ci sono Alessio Menconi, uno dei più brillanti e competenti chitarristi delle ultime generazioni, e quel Rosario Bonaccorso diventato una figura primaria del contrabbasso jazz in Italia, partner di decine di grandi musicisti e membro stabile dei gruppi di Enrico Rava.
Ospite d’eccezione, la vocalist afroamericana Adrienne West, più volte partner di Dado Moroni e con una carriera che l’ha vista al fianco di un gran numero di musicisti rilevanti nella storia jazzistica. Nata a New York, di solida formazione musicale, ha studiato canto e piano classico, quindi è passata al jazz conservando però un rapporto con il suo bagaglio culturale originario.
Il progetto rientra in quel filone di riletture e di omaggi che l’Atelier ha proposto sin dalla sua prima edizione.
Maurizio Franco