ASSOCIAZIONE CULTURALE SECONDO MAGGIO
Atelier Musicale XVI Stagione
(Richiami)
I VIRTUOSI ITALIANI
Sabato 14 Novembre ’09 ore 17,30
Auditorium Di Vittorio Camera del Lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria 43
Quartetto d’archi de I Virtuosi italiani
Alberto Martino violino
Luca Falasca violino
Luca Semprini viola
Leonardo Sapere violoncello
con Mauro Pedron clarinetto
Programma
F.J. Haydn
Quartetto in Re Magg. Op 64 n. 5 “L’allodola”
(Allegro moderato / Adagio cantabile / Minuetto / Trio / Finale vivace)
R. Schumann/ F. Busoni
Abendlied (dall’op. 85, n. 12)
per clarinetto e quartetto d’archi
G. Garbarino
Quintetto “Carradois”
per clarinetto e quartetto d’archi
(brezza sul mare / bassa marea / le correnti marine)
L. Van Beethoven
Quartetto in Do min. Op. 18 n. 4
(Allegro ma non tanto / Andante scherzoso / Menuetto / Allegro)
Conduce Paolo Repetto
Un percorso nel mondo del quartetto d’archi e del suo rapporto con il clarinetto, è il tema dell’appuntamento dell’Atelier, centrato su pagine storiche e su una composizione contemporanea eseguite da interpreti di altissimo livello. In primis dal quartetto d’archi dei Virtuosi Italiani, formazione da camera attiva da una ventina d’anni (e recentemente unitisi a una istituzione quale l’Accademia I Filarmonici di Verona), formata da prime parti delle migliori orchestre italiane e da cameristi di fama internazionale.
Vera e propria istituzione nel campo musicale, I Virtuosi Italiani vantano una ricchissima attività discografica (oltre 50 Cd), e un’attività concertistica che li ha portati a suonare in tutto il mondo. Di questa formazione fanno parte i musicisti del quartetto oggi invitato all’Atelier, ai quali si aggiungerà, in due esecuzioni, Mauro Pedron, clarinetto solista di un gran numero di orchestre e gruppi italiani e stranieri (tra cui i Solisti Veneti). Scelto ancora giovanissimo da Nino Rota per le prime esecuzioni delle sue opere orchestrali, Pedron è dedicatario di composizioni scritte da diversi autori contemporanei e gode di ampio successo anche in conseguenza della realizzazione di grandi progetti concertistici, discografici e televisivi.
L’odierno repertorio esplora la dimensione quartettistica e del quintetto con clarinetto attraverso pagine di storia della musica quasi tutte legate da un forte naturalismo, che spazia dal canto dell’allodola di Haydn, suggerito dal tema iniziale del primo violino,
all’immaginario canto della sera di Schumann, per finire con le suggestioni evocate a Garbarino dalla baia siciliana di Carradois.
L’apertura è dedicata al quinto dei sei quartetti scritti per il violinista Johann Tost dell’orchestra Esterhazy, che Haydn compose tra il 1788 e il 1790, ed è una delle più celebri partiture del periodo della maturità di un musicista fondamentale nella definizione del quartetto d’archi. Infatti, fu proprio grazie a Haydn che la musica per questo organico si sviluppò in maniera decisiva, trasformandosi da intrattenimento leggero (il Divertimento) a forma “classica”, caratterizzata da inventiva melodica e complessità armonica. Alla fine del ‘700, il modello viennese realizzato da Haydn e poi sviluppato da Mozart rappresentava infatti uno dei due fronti stilistici della musica quartettistica; l’altro risiedeva nella Madrid di Boccherini e nella Parigi di Kreutzer e Viotti, ed era legato a una musica brillante, per esecutori virtuosi e per il concerto pubblico, in ciò sostenuto dagli editori musicali perché di approccio più diretto grazie alle tante piacevoli melodie, racchiuse nella forma sonata, e alle semplici progressioni armoniche.
Beethoven, che conclude il programma con uno dei sei quartetti dell’opera 18 (sei era il numero consacrato dall’editoria del tempo), si collocava nella linea viennese, però sviluppava una spiccata cantabilità nei movimenti centrali, togliendo gli spigoli haydniani e le asperità armoniche mozartiane. Composto tra il 1798 e il 1800, il Quartetto in do minore smentisce anche il fatto che per Beethoven questa tonalità sia riservata solo alla descrizione del tragico.
Con l’Abenlied di Schumann, tratto dai “Dodici pezzi per bambini grandi e piccoli” del 1849, composizioni piacevoli e ispirate scritte per pianoforte a quattro mani, ascoltiamo invece una delle trascrizioni di Ferruccio Busoni. Il grande pianista e compositore arrangiò questa pagina tra il 1879 e il 1881, nel periodo in cui viveva a Graz, e lo fece su richiesta del padre clarinettista, trasformandola in un delizioso quintetto.
Infine, risale al 2007 il Quintetto scritto da Giuseppe Garbarino e ispirato dalla visione della citata baia siciliana di Carradois, evocatrice di astratte fantasie, che si riscontrano nell’incedere di una pagina legata alla scrittura attuale, ma dal profondo senso della storia, di un autore di grande esperienza, che non a caso è stato uno dei pilastri della storia italiana del clarinetto.
Introduce il concerto il musicologo ed esperto d’arte Paolo Repetto, da anni collaboratore dell’Atelier.
Maurizio Franco