|
|
Sabato 28 Novembre 2009 ore 17,30
Auditorium Di Vittorio
Camera del Lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria 43
GUARDANDO OFFENBACH
Prima esecuzione assoluta
TROVESI-COSCIA DUO
Gianluigi Trovesi sassofoni e clarinetti
Gianni Coscia fisarmonica
Programma
musiche di Jacques Offenbach tratte da:
Orfeo all’inferno
La bella Elena
La vie parisienne
La Grande-duchesse de Gérolstein
I racconti di Hoffman
La Périchole
arrangiamenti e ricomposizioni di Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia
Conduce: Claudio Sessa
Dopo aver esplorato il mondo musicale di Kurt Weill e quello di Fiorenzo Carpi, affrontato aspetti peculiari della tradizione folclorica italiana e realizzato insieme una grande produzione sulla storia d’Italia attraverso la musica (In Cerca di Voce, per i 100 anni della CGIL), Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia guardano oggi a quel Jacques Offenbach che compose almeno un centinaio di operette e, giustamente, viene considerato l’inventore di un genere che ottenne una vasta popolarità.
Come sempre, anche in questa occasione il loro è appunto uno sguardo attraverso il quale cogliere gli umori, gli spunti tematici, lo spirito del mondo musicale in cui desiderano avventurarsi senza pretese filologiche (peraltro estranee allo spirito del jazz), ma con la competenza di chi “conosce” e sa quindi come orientarsi nell’altrui musica. Del resto, l’operetta fu essa stessa un terreno d’incontro tra mondi diversi, un’esplorazione nuova e originale che riuniva aspetti teatrali, scenografie, costumi sfarzosi e una musica cangiante, di straordinaria godibilità melodica, spesso ispirata al popolaresco, al gusto del cantare senza la sovrastruttura e l’impostazione del virtuoso. In sostanza, l’unione di elementi colti e popolari rappresentava una sua peculiarità, che poi è la stessa riscontrabile nella formazione del fisarmonicista piemontese e del polistrumentista bergamasco, dove elementi eterogenei si trovano riuniti in un singolare modo di vivere l’esperienza del jazz.
Il dialogo musicale di questo celebrato duo, si sviluppa infatti all’interno di un mondo espressivo che vive di sottili suggestioni, di evocazioni sollecitate dalla memoria, che si incuneano negli anfratti della poetica di questi due jazzisti,
che in quanto europei sono perciò stesso portatori di un retaggio culturale diverso da quello dei musicisti americani. Lo testimonia il loro percorso comune, partito dal famoso album Radici, che segnò l’esordio discografico del duo, e giunto sino alle produzioni per l’ECM, tra le quali spicca il pluripremiato In cerca di cibo. Un cammino nel quale il sodalizio ha progressivamente accresciuto fama, consenso e naturalmente varietà progettuale. Quel cibo del loro capolavoro altro non era che il nutrimento proveniente dai musicisti, dalle musiche, dalle situazioni a cui periodicamente Coscia e Trovesi si ispirano per proseguire, senza cedimenti, la loro comune storia artistica.
Stavolta è dunque l’operetta, già altre volte sfiorata, che stimola la loro fantasia e li porta ad affrontare il mondo del suo ideatore e probabilmente miglior interprete. Del resto, Offenbach è ormai una figura che, in Italia, è caduta nell’oblio, nota solo agli studiosi e agli appassionati del genere, eppure fu un personaggio rilevante e di grande popolarità nell’Europa (e anche negli Stati Uniti) del secondo ottocento. Nato in Germania nel 1819, naturalizzato francese e scomparso a Parigi nel 1880, questo intraprendente musicista cominciò la sua carriera come violoncellista di talento e, quindi, dopo la metà del XVIII° secolo, diede vita al genere che, basato su rappresentazioni di teatro musicale leggero in cui combinava la satira politica e culturale con l’intelligenza e la maestria del grande operista, venne chiamato “operetta”. Le più famose, tra le sue realizzazioni, furono Orfeo all’inferno, La bella Elena, La vie parisienne, Barba Blu e I racconti di Hoffmann, che in gran parte hanno offerto gli spunti per le ricomposizioni di Coscia e Trovesi. Come nella miglior tradizione di questo celeberrimo duo, le pagine di Offenbach verranno infatti trasformate in musica completamente nuova, funzionale all’interplay tra i due musicisti, che seppur fedele alle caratteristiche atmosfere degli originali, le porteranno nell’ambito del pensiero jazzistico,
Per l’Atelier si tratta quindi di una prima assoluta di un progetto che, prossimamente, dovrebbe vedere la luce su disco.
L’introduzione del concerto è stata affidata a Claudio Sessa, critico del Corriere della Sera, già direttore di Musica Jazz, docente al Conservatorio di Trieste e autore di libri su Eric Dolphy e sulla scena contemporanea del jazz presentati in passate edizioni della nostra rassegna.
Maurizio Franco
|
|