Federalismo fiscale e sanità. prima il fabbisogno, poi i costi standard.

fonte: Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 50, del 23-29 dicembre 2008


Con il federalismo fiscale il riparto delle risorse si baserà sui costi standard, strettamente collegati con il fabbisogno standard. Il nuovo metodo, sostitutivo della spesa storica avrebbe lo scopo di riequilibrare e contenere i costi, coperti da tributi regionali, compartecipazioni e trasferimenti perequativi. Tutto sarà calcolato “al livello minimo sufficiente ad assicurare il pieno finanziamento del fabbisogno corrispondente ai livelli essenziali delle prestazioni in almeno una Regione”. Dalla definizione dei costi standard dipenderanno le sorti dei diritti sociali; in particolare sarà necessario comprendere il rapporto che si vorrà instaurare tra i costi standard ed il fabbisogno, al fine di distribuire correttamente le risorse perequative tra le Regioni. Il fabbisogno è stato desunto perlopiù da obsolete fonti statistiche, con gravi ripercussioni, sia sotto il profilo dell’erogazione dei Lep, sia del contenimento delle spese. Oggi vi è l’esigenza di rilevarlo correttamente, in modo da rappresentare le esigenze socio-sanitarie reali e da realizzare una corretta assistenza integrata. Sarà necessario determinare prima il fabbisogno standard sanitario e sociale, equivalente al soddisfacimento dei Lea e dei Liveas, quindi il costo standard da finanziare e rendere disponibile alle diverse realtà regionali, in coerenza con il fabbisogno individuato. Gli elementi dai quali trarre il fabbisogno dovranno essere l’ampiezza demografica del territorio, la sua condizione geo-orografica, le caratteristiche sociali e produttive, ma soprattutto le condizioni di salute di partenza e le dotazioni strutturali e tecnologiche; sono queste le condizioni conoscitive minimali per quantificare un costo corrispondente ad un ipotetico prezzo di produzione delle prestazioni essenziali da erogare ai cittadini in condizioni di efficienza ed appropriatezza.

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