Rapporto censis. gli italiani si sentono traditi dal ssn

fonte: Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 48, del 9-15 dicembre 2008


L’indagine annuale indaga i timori degli italiani per un welfare che perde la sua natura universalistica e diventa sempre più assistenziale. Un tracollo di fiducia contro il quale la ricetta non sono né la sostituzione del Ssn con altri sistemi importati dall’estero, né inutili conservatorismi in difesa dello status quo, ma la “riarticolazione” delle coperture del Ssn verso nuovi bisogni emergenti, a cominciare dall’assistenza ai non autosufficienti. Il Censis ricorda la vicenda dei nuovi Lea, che sono stati rimessi in discussione quando erano ormai in dirittura d’arrivo. Così risposte a bisogni sempre più pressanti, come l’integrazione sociosanitaria, le cure palliative o l’attivazione di una rete diffusa per la non autosufficienza sono state rinviate. Eppure non si può pensare di deospedalizzare la sanità senza rendere disponibili servizi territoriali tarati sui nuovi bisogni socio-sanitari. A 30 anni dalla costituzione del nostro Ssn, uno dei pilastri del sistema di welfare, l’Italia può ancora vantare un grado di copertura rispetto ai grandi rischi assolutamente invidiabile, è però indispensabile una riarticolazione delle coperture rispetto ai bisogni insorgenti, restituendo agli italiani la certezza di avere le spalle coperte rispetto ai rischi che travalicano la capacità individuale e familiare di fronteggiarli. Il rapporto ripercorre l’andamento della spesa sanitaria negli ultimi 30 anni: la spesa pubblica è aumentata del 138,3%, in una misura doppia rispetto all’incremento del Pil (+75,5%), mentre la spesa privata è aumentata del 312,9%. La spesa pubblica è aumentata in modo consistente negli anni ‘80, si è stabilizzata nella seconda metà degli anni ‘90, per riprendere a crescere a partire dal 2000. Con la devoluzione si apre un nuovo capitolo, una sfida durissima sulle implicazioni economiche e finanziarie, alla luce anche dell’evidente disparità regionale dei servizi sanitari. La devoluzione, secondo il Censis, dà visibilità ad una differenziazione che ha radici antiche, ma sembra creare i presupposti per un suo ulteriore approfondimento, che si inscrive in un contesto più generale di incertezza e precarietà sociale, tale da produrre ansie individuali e collettive che impattano anche sulla dimensione della salute.

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