Sindaci a digiuno di salute.

fonte: Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 47, del 2-8 dicembre 2008


Sono la massima autorità sul territorio comunale, secondo la riforma-ter hanno voce in capitolo persino nella riconferma dei DG di Asl e ospedali, eppure buona parte dei sindaci italiani ha poca dimestichezza con i temi della salute. Il 45% non partecipa ad incontri sulle politiche sanitarie e sulla tutela della salute e solo il 31,5% ha un ruolo attivo nei comitati dei sindaci di distretto socio-sanitario, per esprimere il loro parere sulla programmazione socio-sanitaria. Il 31,7% dei sindaci delega ad altri la partecipazione alla Conferenza dei sindaci, mentre l’86,6% dichiara di curare personalmente i rapporti con le aziende ospedaliere presenti sul territorio. A misurare l’impegno dei sindaci sul fronte della sanità è stata un’indagine condotta da Federsanità Anci e Asp (Agenzia di sanità pubblica) del Lazio, con cui sono stati intervistati 130 sindaci sui rapporti con le istituzioni sanitarie locali. Dall’indagine risulta poca dimestichezza degli amministratori locali con il tema della salute, mentre i sindaci potrebbero svolgere un ruolo di sentinella rispetto alle domande di salute inevase dei loro cittadini ed incider sull’appropriatezza delle politiche sanitarie locali. Dove esiste un rapporto fra le aziende sanitarie e gli enti locali sul fronte della programmazione, secondo Federsanità Anci, il sistema sanitario territoriale funziona meglio.

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