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Congresso Cgil Lombardia: un documentario su Pizzinato
La giornata conclusiva dell’XI Congresso della CGIL Lombardia si apre con un documentario su Antonio Pizzinato. La storia personale dell’ex segretario nazionale si intreccia con le fasi più importanti della nostra storia
La giornata conclusiva dell’XI Congresso della CGIL Lombardia si apre con un documentario su Antonio Pizzinato. La storia personale dell’ex segretario nazionale si intreccia con le fasi più importanti della nostra storia. È lo stesso Pizzinato a ricordare. Il racconto ha inizio sulle montagne dove si combatte la guerra di Liberazione, ora disseminate di lapidi con le fotografie dei morti per le rappresaglie naziste.
Nel 1947, appena sedicenne, Pizzinato viene assunto alla Borletti, una fabbrica metalmeccanica di Milano. Giovanni Mantovani, l’operaio che ha il compito di insegnargli il mestiere, è un ex partigiano. Da lui Pizzinato impara non solo ad avvitare bulloni, ma anche il valore della conoscenza, come unico strumento di potere nelle mani dell’operaio. Il mondo del lavoro subisce profonde trasformazioni. La professionalità non conta più. Valgono la velocità, la capacità di compiere sempre gli stessi gesti, calcolati al secondo. A fine giornata, ci si sente “rotti”. Sono anni di impegno sindacale, per Pizzinato. Diventa segretario della FIOM, poi della Camera del Lavoro di Milano. L’aspetto della dirigenza non si slega mai da quello della militanza. Pizzinato aspetta gli operai all’uscita dal lavoro, davanti alle fabbriche di Sesto San Giovanni. Parla loro, distribuisce volantini. Bisogna creare accordo. Il movimento operaio vince quando è unito, e così è anche per il sindacato.
La ricerca dell’unità è il tratto distintivo del pensiero e del modo di agire di Pizzinato. Negli anni sessanta, quando esplode il movimento studentesco, egli capisce la necessità di stabilire un legame tra le istanze dei giovani e quelle delle lotte operaie. Si reca nelle università, partecipa alle assemblee. Sempre insieme a delegati e funzionari di categoria, che portano l’esperienza delle fabbriche. Studenti e operai fanno fronte comune contro l’autoritarismo. Da questa collaborazione nascono riflessioni e studi pioneristici, come quello sulle malattie professionali. E poi la lotta al terrorismo condotta anche all’interno dei luoghi di lavoro. Non servono scorciatoie, ma fatica. La fatica di sviluppare un pensiero comune, che permetta alla sociètà intera di progredire (cc)