la Repubblica, 18 aprile 2014
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Mini-contratti con Expo spunta il Patto lavoro per le aziende lombarde 

MATTEO PUCCIARELLI

IL DOCUMENTO è stato consegnato ai sindacati in forma riservata e la promessa è di aggiornarsi il prossimo 9 maggio. Ma più che una trattativa rischia di trasformarsi in un campo di battaglia. Perché il "Patto per il lavoro" legato ad Expo e voluto dalla Regione parla sì di politiche attive specialmente per i giovani, i disoccupati di lunga durata e gli over 50, ma poi si concentra molto su flessibilità e deregolamentazione contrattuale, compresa una stretta sugli scioperi. Un "super Job Act" per la sola Lombardia da far partire «il prima possibile » e applicabile fino a giugno 2016, «comprendendo le attività economiche pre e post evento», si legge nella bozza. Innanzitutto, l'ambito dell'eventuale accordo: è larghissimo, e riguarderebbe le aziende che opereranno in regione «nei settori legati all'evento Expo: sito espositivo, commercio, turismo, artigianato e settori da individuare legati ad Agenda Italia, nonché le attività di innovazione, ricerca e sviluppo inerenti i temi dell'evento». Non solo il ramo privato però, perché il Patto «dovrebbe inoltre comprendere il settore di servizi pubblici che si prevede siano potenziati durante l'evento: sanità, trasporti, raccolta rifiuti, altri servizi pubblici». Un discorso a parte quindi rispetto ai famosi 800 posti di lavoro per Expo Spa, già "flessibilizzati" dopo un accordo tra società e sindacati, e per i quali ad oggi sono arrivati qualcosa come 95mila curriculum. Il patto punta sulla flessibilità con «modifiche a vincoli contrattuali per il contratto a tempo determinato, la somministrazione, l'apprendistato, altre forme contrattuali». Insieme «elasticità sugli orari di lavoro, considerando l'adattabilità dell'orario di lavoro necessaria alle esigenze di flessibilità conseguenti all'evento». E ancora, «flessibilità mansionaria ed organizzativa, promuovendo polifunzionalità e flessibilità ». Altro punto assai discusso le nuove «procedure di raffreddamento degli scioperi, per garantire che l'evento non diventi occasioni per manifestazioni rivendicative che rischiano di pregiudicare l'immagine del Paese». Per quanto riguarda le diverse tipologie contrattuali, si parla di "deroghe". Tempo determinato e somministrazione: «Deroghe ai vincoli relativi alle percentuali massime di utilizzo e alle possibilità di proroghe, rinnovi o reiterazioni». Apprendistato: «In analogia a quanto definito nell'accordo con Expo Spa si potrà varare una sorta di contratto di mini-apprendista- to per i giovani, con durata di almeno sette mesi». Lavoratori non subordinati: «Superare i vincoli che limitano l'inserimento lavorativo, in particolare per il lavoro autonomo non coordinato in relazione a committenza prevalente, durata della collaborazione, reddito complessivo per committente ». Prima quindi la flessibilità al cubo, poi (dopo) «il Patto prevede azioni a supporto della ricollocazione per i lavoratori che sono stati occupati nell'ambito di Expo 2015. La Regione metterà in campo un sostegno alla ricollocazione tramite le politiche attive del lavoro, accompagnata da altre forme di sostegno negoziate dalle parti, anche attraverso incentivi per la conferma dei contratti o l'introduzione di misure compensative ».

Il sindacato non è unito e la spaccatura sembra essere profonda. Da una parte Cgil e Uil, dall'altra la Cisl. Contrari i primi, favorevole la seconda. «La parte delle politiche attive è buona, e oltretutto rientra in toto nelle competenze regionali. Sul fronte flessibilità invece no, non ci stiamo, quella esiste già da anni e anni e la riforma del governo Renzi dà ulteriori margini alle imprese», dice Fulvia Colombini della segreteria regionale Cgil. «C'è crisi e si chiedono sacrifici ai lavoratori. Poi arriva un evento che crea lavoro e profitto per il territorio e cosa si fa? Si chiedono sacrifici ai lavoratori », commenta il segretario della Fiom lombarda Mirco Rota. Ragionamento simile in casa Uil: «È incomprensibile questo voler mettere bocca sulla regolamentazione del lavoro, dove peraltro — ragiona Stefano Franzoni — le aziende hanno già oggi ampie possibilità. Se il problema è in termini di orari e giorni, quelli li stiamo già risolvendo direttamente con le imprese ». Il segretario regionale della Cisl Gigi Petteni risponde secco: «Noi sosterremo questo documento, basta fare ideologia sul lavoro. Dobbiamo avere la capacità di organizzare il lavoro in un periodo circoscritto nel tempo com'è Expo. Le clausole sociali che tutelano i lavoratori ci saranno — assicura Petteni — e comunque meglio una regolamentazione più leggera che quello che avviene spesso durante gli eventi, cioè l'illegalità totale».

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