16 gennaio 2014

Crisi e Regioni 
Lombardia, 260mila licenziamenti in sei anni 

I dati della Cgil regionale: negli ultimi sei anni, tra il 2008 e il 2013, le ore di cassa integrazione sono state un miliardo e 344mila, si contano 260mila licenziamenti. La produzione industriale si è ridotta del 14%. "Non c'è nessuna ripresa"

di www.rassegna.it 
 
In Lombardia non c'è nessuna ripresa. Negli ultimi sei anni, nell'arco di tempo tra il 2008 e il 2013, le ore di cassa integrazione sono state un miliardo e 344mila, si contano oltre 260mila licenziamenti complessivi. La produzione industriale si è ridotta del 14%. Lo rende noto la Cgil Lombardia, nella sua rielaborazione mensile dei dati Inps diffusa oggi (16 gennaio).

A dicembre 2013 aumentano Cig e licenziamenti, aggiunge il sindacato, e si riduce il numero delle imprese. La cassa cresce complessivamente del 5%: l’ordinaria dell’6%, la straordinaria del 22%. Diminuisce solo formalmente la deroga del 19%. Le aziende industriali che richiedono la cassa integrazione sono ancora oltre il 21%. Crescono i licenziamenti del 46%, nell’industria il saldo occupazionale tra entrate e uscite è del -2%, la disoccupazione sfiora il 9%.

"Rimane forte la preoccupazione per la situazione in Lombardia - spiega l'organizzazione -, dove i numeri non fanno intravedere un’inversione di tendenza". I dati "parlano ancora di crisi industriale, di chiusura di aziende e di un aumento dei licenziamenti e della disoccupazione, in particolare quella giovanile. Un allarme lanciato da tempo, che non ha trovato risposte dai governi precedenti e nemmeno da quello attuale, carente di proposte di discontinuità rispetto al passato e di scelte forti in campo economico e sociale".

Nello specifico dei numeri, il tessuto industriale si è ridotto di circa il 25%, sono crollati gli investimenti del 17%, e tra il 2007 e il 2013 abbiamo avuto la riduzione del 14% della produzione industriale, con un crollo del 20% del manifatturiero. Gli indicatori occupazionali confermano che dal 2011 al 2013 nell’industria, tra entrate uscite, si perde il 2% di occupati.

"Dal 2007 il nostro Paese e la nostra regione hanno bruciato rispettivamente 10 e 11 punti di PIL. In sei anni abbiamo accumulato 1.343.941.793 ore di cassa integrazione e 241.721 licenziamenti. Nella nostra regione - inoltre -, nella quale è concentrato oltre il 30% dell’industria manifatturiera nazionale, si registra la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali, e dal 95° posto che occupavamo solo due anni fa, siamo stati declassati dalla Commissione europea al 128° posto rispetto alle altre 200 regioni europee".

Il nodo della Lombardia, secondo la Cgil, "resta quello di creare lavoro e di ri-progettare una struttura produttiva innovata e di qualità. Occorre mettere in campo politiche economiche e sociali, risorse pubbliche e private alternative alle attuali e di sostegno al mercato interno e al tessuto produttivo".

I DATI

Aumenta ancora il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mentre la riduzione della cassa in deroga, che per il 2014 deve essere finanziata per non far aumentare vistosamente i licenziamenti, è dovuta al cambiamento della situazione in conseguenza delle tante chiusure di attività e di aziende, e della riduzione del tessuto produttivo, in particolare nel comparto artigiano, nel commercio e nelle Pmi. Il dato grave è che, nonostante si sia ridotto il loro numero, le aziende industriali che richiedono la cassa rimangono ad una quota di oltre il 21%.

"Ricordiamo - scrive la Cgil lombarda - che i dati degli ammortizzatori sociali, tesi a garantire formalmente i posti di lavoro e a favorire la non chiusura dell’attività produttiva, gli stessi dati sui licenziamenti e il ricorso all’Aspi (ex L. 236) e all’indennità di disoccupazione, non fotografano adeguatamente la natura e la profondità della crisi". 
 
Complessivamente, nel mese di dicembre 2013, si registra una crescita delle ore autorizzate di cig del 5,50% (251.480.693 ore), una crescita della cassa ordinaria del 6,01% (103.876.058 ore) e della cassa straordinaria del 22,38% (101.684.376 ore), mentre, per le ragioni che abbiamo sottolineato, si riduce solo formalmente la cassa in deroga del 19,84% (45.920.259 ore).

Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono legati alle attività connesse all’energia elettrica gas e acqua (149,32%), all’agricoltura (90,85%), all’estrazione minerali metalliferi e non (73,88%), all’artigianato edile (64,45%), al commercio al minuto (51,04%) e all’edilizia (40,35%). Le province più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale sono: Milano (20,86%), Bergamo (12,69%), Pavia (14,34%).

I LICENZIAMENTI

In sei anni i licenziamenti sono stati 241.721. I licenziamenti, regolati per legge attraverso l’indennità di mobilità 223/91, nel rapporto tra il periodo gennaio-dicembre 2013 e gennaio-dicembre 2012, aumentano del 46,58%, con 28.443 licenziamenti in totale; i licenziamenti di dicembre sono 1763.

Dai dati Aspi (entrata in funzione con il 1° gennaio 2013, a sostituire l’indennità di disoccupazione ordinaria ex L. 236, per i lavoratori delle aziende che occupano meno di 15 dipendenti) che ci sono pervenuti e che non sono però ancora a regime, risultano complessivamente in crescita: nel periodo gennaio-ottobre 2013 - ma mancano dei dati - sono pervenute ben 165.114 domande. Anche per quanto riguarda le richieste, siamo in presenza di un aumento consistente.

La linea generale è quella di un aumento della disoccupazione: ufficialmente ci stiamo avvicinando al 9%, che diventerebbe il 18% se allargassimo la platea sino a comprendere le richieste di cassa e gli inattivi disponibili a lavorare.

"E’ sempre più urgente ridare centralità al valore del lavoro e alla sofferenza sociale che non può più aspettare - conclude il sindacato -. Senza il lavoro non c’è futuro per il Paese, per questo la Cgil ha presentato, ed è impegnata a sostenere il Piano del lavoro che indica soluzioni urgenti, in netta discontinuità con le politiche depressive e neoliberiste dei governi precedenti".

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