la Repubblica 17 aprile 2014

Patto per il lavoro "Ma i sindacati devono essere tutti d'accordo" 

MATTEO PUCCIARELLI

«NON c'è alcuna volontà di forzare la mano», rassicura l'assessore regionale al Lavoro Valentina Aprea. Il tema è quello del cosiddetto "Patto per il lavoro" in vista di Expo proposto dallaRegioneaisindacatierivelatoda Repubblica, il quale prevede da una parte una serie di interventi per l'occupazione pre e post esposizione universale ma, allo stesso tempo, deroghe ai contratti nazionali, flessibilità su orari di lavoro e regolamentazione a favore di imprese pubbliche e private di tutta la Lombardia fino al giugno 2016. E in più una stretta sugli scioperi «per non pregiudicare l'immagine del Paese». «Un accordo simile le organizzazioni sindacali lo hanno già sottoscritto per Milano e con Expo Spa — spiega l'assessore — e noi semplicemente chiediamo di allargarlo a tutta la regione. L'opportunità che abbiamo davanti è unica e va estesa il più possibile». Ma viste le evidenti diversità di vedute tra le sigle sindacali (contrarie Cgil e Uil, a favore la Cisl) Aprea mette le mani avanti: «È fondamentale che ci sia l'accordo di tutti».

Tradotto: non ci saranno accordi separati. «L'interesse delle imprese c'è, il nostro impegno pure. Vogliamo metterci alla prova, sperimentare accordi straordinari che superino vincoli e rigidità eccessive». I margini per smussare e addolcire il testo ci sono, ragiona Aprea, «l'importante è sapere se dall'altra parte troviamo un interesse concreto. Altrimenti ci limiteremo alle nostre competenze come Regione, cioè le politiche attive per il lavoro e per la ricollocazione post Expo». Nessuna "moratoria" sui diritti di chi lavora, secondo Aprea, e nessun pericolo che qualcuno (comprese le aziende che con Expo non avranno nulla a che fare ma che potrebbero usufruire della contrattazione "light") si approfitti dell'abbassamento delle tutele: «Credo valga la pena rischiare con regole chiare e temporanee, e comunque meglio qualcosa in meno che l'illegalità». L'assessore infine aggiunge che «il ministro Maurizio Martina vede di buon occhio un Patto di questo tipo », quindi a livello politico ci sarebbe anche la copertura del Pd. E infatti l'unica reazione al piano arriva dalla sinistra "extraparlamentare", cioè il Prc: «I sacrifici e la rinuncia ai diritti chiesti ai lavoratori con la scusa della crisi restano, persino aggravati, anche quando le aziende fanno profitti. È questo il vero volto della Lega e della destra», è la denuncia del segretario regionale Antonello Patta. Quanto alle organizzazioni sindacali, resta aperto lo scontro.

A Radio Popolare Antonio Lareno — che per la Cgil milanese segue la partita Expo — aveva parlato apertamente di «un documento ricattatorio, in cui si promettono risorse ma in cambio si chiede di precarizzare ulteriormente la prestazione lavorativa». Gli risponde il numero uno della Cisl Milano Luigi Galvagni: «Ci sono risorse per flessibilità, per gli straordinari ma anche per dare continuità al lavoro dopo Expo? Bene, discutiamo assieme come gestirle per moltiplicare le opportunità a beneficio del lavoro e dell'impresa». Quel che è certo è che i dati sull'occupazione in Lombardia elaborati dalla Cgil restano pesantemente negativi anche nei primi tre mesi del 2014. Con un +45,7 per cento dei licenziamenti rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Mentre la cassa integrazione in deroga è esplosa con una crescita su base annua del 78 per cento, visto che molte aziende hanno esaurito la possibilità di ricorrere alla cassa ordinaria o straordinaria. «I numeri purtroppo confermano che sul fronte occupazionale non ci sono i segnali sperati per l'uscita dalla crisi», commenta Giacinto Botti della segreteria regionale Cgil. I dati sui licenziamenti, in particolare, «sono preoccupanti ed evidenziano una fase nuova nella quale molte aziende sopra i 15 dipendenti, dopo aver ultimato il ricorso agli ammortizzatori sociali, o aver scelto di non ricorrere ancora alla cassa ordinaria e straordinaria, decidono di ricorrere alla mobilità, interrompendo il rapporto di lavoro con i propri dipendenti. Segno di una seria difficoltà a resistere dopo anni di contrazione della domanda interna, degli ordini e dei fatturati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA I dati della Cgil sul primo trimestre 2014: + 45,7 per cento di licenziamenti, mentre esplode la cassa integrazione in deroga In piazza per difendere il lavoro in Lombardia.

19 aprile 2014sez.

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