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Congresso

Expo: Cgil Lombardia, no flessibilità ingiustificata 

Il segretario Nino Baseotto nella relazione introduttiva all'assemblea regionale. "Legalità e dignità del lavoro i nostri punti fermi". Sul governo Maroni: "Puntare su crescita e occupazione, serve discontinuità rispetto all'era Formigoni"

"Sulla riforma degli ammortizzatori e il mercato del lavoro, il nostro parere è critico. Per noi, l’universalità degli ammortizzatori e la drastica riduzione delle forme precarie di accesso al lavoro sono le direttrici entro cui agire. Non va in questa direzione il provvedimento sui contratti a termine, né il fatto che la semplificazione dell’apprendistato si traduca in un’eliminazione del Piano formativo individuale". Nino Baseotto, segretario uscente della Cgil Lombardia, continua il suo intervento all’XI congresso regionale concentrandosi sulle novità introdotte dal governo Renzi. Positivo il giudizio su investimenti e rilancio dei consumi, ma non basta.

"Occorrono, invece, un piano straordinario per l’occupazione giovanile, politiche industriali e una vera riforma della pubblica amministrazione. Il tema delle pensioni e delle condizione degli anziani manca completamente dai provvedimenti del governo". Servono politiche attinenti, e occorre che queste siano ben declinate a livello territoriale. Pensando alla Lombardia, Baseotto ritiene che sia tempo di "dare impulso al welfare privato non sostitutivo né alternativo a quello pubblico, in un’ottica di integrazione e di arricchimento delle opportunità offerte dallo Stato sociale, puntando anche a una corretta applicazione del principio di sussidiarietà, e a un ruolo più positivo e valorizzato del terzo settore". 

Particolare attenzione è rivolta a fiscalità, casa, assistenza e tariffe: "Questi temi parlano dell’importanza della nostra azione negoziale, che sempre più attiene alle condizioni di vita di coloro che rappresentiamo", afferma il dirigente sindacale, che batte sul problema della recessione all’interno della regione. La Lombardia, dove pur si concentra il 19 per cento della forza lavoro nazionale e il 21 per cento del Pil, è un territorio dove la povertà è un fenomeno sociale rilevante. Il tasso di disoccupazione è passato dal 4,2 per cento del 2004 all’8,7 per cento del 2013.

"Crescita e occupazione dovrebbero essere le sfide più importanti della Giunta Maroni. C’è bisogno di discontinuità rispetto alla direzioni Formigoni. E quindi, tra le altre cose, occorrono un più stretto coordinamento tra i diversi assessorati, una diversa impostazione delle politiche regionali su sanità e assistenza, ripristinando la governance pubblica. Mancano scelte di fondo e indirizzi riguardanti la crescita. In questo senso, dovrà essere posta grande attenzione all’utilizzo delle risorse, circa 2 miliardi di euro, che deriveranno dalla nuova programmazione europea, bandendo i finanziamenti a pioggia e selezionando priorità e qualità degli investimenti".

Infine, l’Expo. Legalità e dignità del lavoro sono i punti fermi su cui la Cgil lombarda articola il proprio ragionamento sull’esposizione universale. "Non servono flessibilità ingiustificate o deroghe contrattuali, Bisogna, invece, ragionare su eventuali necessità date dalla specificità dell’evento, distinguendo tra le quote di lavoro a termine, strettamente connesse alla durata dell’Expo, e quella porzione di occupazione che sarà possibile consolidare anche oltre i sei mesi dell’evento. In questo contesto, Regione Lombardia può svolgere un ruolo importante. Perché se la regolazione dei rapporti di lavoro spetta all’autonomia delle parti, è del tutto evidente che su individuazione dei bisogni, formazione e politiche attive, la Regione ha molto da dire e da fare attraverso le opportune pattuizioni con le parti sociali". (c.cri.) 

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