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Lattuada (Cgil Lombardia): la nostra azione per difendere le persone

Il segretario generale della Regione alla trasmissione Italia Parla. "Renzi mette sullo stesso piano lavoratori e imprese, quando invece sappiamo che i rapporti di potere tra un'impresa e i lavoratori sono assolutamente diversi"


"Le frasi di Renzi si commentano da sole: pensare che la Cgil speculi sul dolore di precari e cassintegrati usandoli, dunque, anziché rappresentarli nei loro bisogni, solo per una dialettica politica lascia davvero il tempo che trova. Sono affermazioni gravi, ovviamente, perché in questi anni di crisi la nostra azione è sempre stata quella di difendere la condizione delle persone, di non lasciarle sole, trovando tutti gli strumenti, in primis gli ammortizzatori sociali, per proteggere e rilanciare il lavoro. La polemica che fa Renzi ha un'aggiunta ideologica: mette sullo stesso piano lavoratori e imprese, quando invece sappiamo che i rapporti di potere tra un'impresa e i lavoratori sono assolutamente diversi". Chi parla è Elena Lattuada, segretario generale della Cgil Lombardia, intervenuta stamattina a 'Italia parla', la rubrica di RadioArticolo1.

"Il Presidente del Consiglio – prosegue la dirigente sindacale – è andato due volte a Brescia in poco tempo, sempre a confronto con industriali, mai con lavoratori e sindacati. Oltretutto, scegliendo imprese che hanno atteggiamenti di chiusura soprattutto verso la Cgil e con categorie come la Fiom. Anche questo è assolutamente singolare: da una parte, Renzi dice che il leader Fiom è il nuovo che avanza, che rappresenta il sindacato con cui vuole dialogare; dall'altra, sceglie di andare nelle imprese che, guarda caso, fanno esattamente l'operazione opposta, cioè non riconoscono il sindacato dei metalmeccanici della Cgil: una bella schizofrenia!"

Lattuada si è poi soffermata sulla mobilitazione della Cgil, che domani, a Milano, vedrà una delle tre iniziative promosse dai sindacati dei pensionati contro la legge di Stabilità. "È un appuntamento unitario importante, perchè lo Spi non solo rivendica una protezione delle pensioni e che gli 80 euro siano riconosciuti anche agli anziani che hanno redditi bassi, ma anche un sistema di rivalutazione delle pensioni, oltrechè risorse per la loro autosufficienza, intendendo con tale termine anche la condizione economica delle famiglie che devono accudire a costi rilevantissimi una persona non autosufficiente. Prima della crisi, in Lombardia c'era un alto numero di posti in residenze per anziani e disabili, con liste di attesa infinite. Ora il quadro è cambiato: le rsa licenziano lavoratori, perché le liste di attesa si sono svuotate e ci sono molti posti letto vuoti, non perché non ci siano più persone non autosufficienti, ma perché i costi delle rsa non sono più compatibili con la condizione di reddito delle famiglie delle persone anziane. Questo è l'ennesimo sintomo di come ci sia oggi un grave problema di sopravvivenza per centinaia di migliaia di persone".

Il 14 novembre Milano ospiterà un secondo grande appuntamento sindacale: la manifestazione dei metalmeccanici, che accompagnerà lo sciopero generale indetto dopo i fatti di Roma, con l'aggressione subita dai lavoratori della Ast di Terni da parte delle forze di polizia. "È evidente – dice la leader della Cgil lombarda – che quell'appuntamento è un momento decisivo per la categoria, e sarà utile per costruire il massimo consenso verso lo sciopero generale della Cgil, come logica prosecuzione della manifestazione del 25 ottobre. Dopodichè, sono per tenere interlocuzioni unitarie ovunque sia possibile, e per questo dico che l'iniziativa di domani dei pensionati, così come la piazza di Roma dell'8 novembre dei lavoratori pubblici, sono appuntamenti confederali, che devono vedere la presenza dell'insieme delle categorie, in questo caso unitarie, per rafforzare l'idea che c'è un fronte comune, pur nelle diversità, sia sulla legge di Stabilità che sul Jobs act".

Proprio sulla riforma del mercato del lavoro, in discussione alla Camera, è intervenuta in conclusione Lattuada. "L'ultimatum lanciato ieri dall'esecutivo – o si approva così o si va alla fiducia, ma senza modifiche – è l'ennesimo gesto di forza, in questo caso nei confronti di deputati che si rifanno anche al partito del Presidente del Consiglio piuttosto che ad altre forze parlamentari. Una sorta di prendere o lasciare, che credo sia l'ennesimo atto d'imperio, perché non c'è alcuna ragione di urgenza di una decisione del genere alla Camera, peraltro di una legge delega, cioè di un provvedimento che in qualche modo definisce poi atti successivi. A questo punto, quindi, si profila un atto d'imperio del Governo rispetto alla fiducia, e c'è una delega che, ahimè, considero una delega in bianco pericolosissima, rispetto a una serie di atti e scelte che l'esecutivo farà senza alcun confronto e senza alcuna legittimazione dentro il Parlamento. Perciò, al di là del rapporto con le parti sociali, si apre un'altra questione: qual è il ruolo dei parlamentari che sono stati democraticamente eletti?"

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