Dichiarazione di giacinto botti sulla presenza di letizia moratti al corteo del primo maggio a milano


COMUNICATO STAMPA

DICHIARAZIONE DI GIACINTO BOTTI SULLA PRESENZA DI LETIZIA MORATTI AL CORTEO DEL PRIMO MAGGIO A MILANO

A proposito della presenza di Letizia Moratti al corteo del Primo Maggio Giacinto Botti, della segreteria della Cgil Lombardia ha detto:"
esprimo il mio disappunto e il totale dissenso rispetto all'nvito, rivolto tra gli altri dal Segretario Generale della Cgil
di Milano, all'ex Ministro dell'Istruzione e attuale candidata del centrodestra a sindaco di Milano Letizia Moratti,
a partecipare in testa al corteo sindacale del Primo Maggio.
Questo invito, pur fatto con le migliori intenzioni, è sbagliato e controproducente rispetto allo stesso risultato che si voleva raggiungere.
Il sindacato, la Cgil in particolare, deve mantenere e difendere la sua autonomia, sapendo in ogni occasione tenere distinti i ruoli e le funzioni rispetto ai partiti, difendendo il valore e il significato storico della giornata del Primo Maggio per il mondo del lavoro, per i lavoratori salariati.
I dirigenti sindacali dovrebbero sempre avere la massima attenzione e rapportarsi, prima di tutto, a coloro che rappresentano e al loro sentire comune.
Il sindacato, la Cgil hanno già espresso il loro disappunto per quanto avvenuto a Milano il 25 aprile, non devono risarcire nessuno e, soprattutto, non devono dimostrare nulla rispetto alla propriia cultura solidale e democratica.
Il pensiero, la cultura e la funzione recente dell'ex Ministro Moratti sono, nei fatti, in antitesi con tutto ciò che rappresenta
per noi lavoratori il Primo Maggio.
L'ex Ministro, talvolta sindaco mamma, partigiana e ora lavoratrice, che usa opportunisticamente tutti i luoghi e i momenti-comprese
le iniziative razziste e fasciste-per farsi propaganda, dovrebbe astenersi, per serietà e coerenza, dal partecipare ad una
manifestazione estranea al suo sentire e al suo operato nel governo di centrodestra.
La Cgil è stata in prima fila nella costruzione delle mobilitazioni e degli scioperi generali contro la "riforma" della scuola, della quale chiede la cancellazione, ed è comprensibile se gli studenti, le lavoratrici e i lavoratori della scuola, gli insegnanti, intere categorie sindacali e, con loro, una grande parte di lavoratori, ritengono inopportuna la sua presenza alla loro festa, alla loro mobilitazione per la difesa e lo sviluppo dei diritti nel lavoro e nella società.

Sesto San Giovanni 30 aprile 2006

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