Casa: le tentazioni xenofobe della regione.






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COMUNICATO STAMPA



CASA: LE TENTAZIONI XENOFOBE DELLA REGIONE. DICHIARAZIONE DI GIANCARLO PELUCCHI RESPONSABILE CASA CGIL LOMBARDIA E DI GIORGIO ROVERSI RESPONSABILE WELFARE E IMMIGRAZIONE



Ci stanno riprovando...



In questi giorni la IV Commissione del Consiglio Regionale sta discutendo del nuovo regolamento per gli accessi alle case popolari (ERP)



L'origine è un importante accordo, del 2003, con tutte le organizzazioni sindacali che partiva da una lunga ricerca di università, enti locali, soggetti sociali e operatori economici e indicava tre indicatori di disagio: 1) abitativo (sfratti, condizioni della casa); 2) economico (redditi e patrimoni); 3) familiare (composizione e problemi sociali)



Poco dopo la precedente Giunta ne aveva modificato il senso, aggiungendo ai tre indicatori di disagio la possibilità per i Sindaci di aggiungere punteggi ai residenti nel suo Comune. Avevamo criticato quella misura anche se non stravolgeva la portata innovativa dell'accordo e chiesto di tornare al testo dell'intesa.



Tuttavia la Corte Costituzionale obbligava la Regione Lombardia, inadempiente sotto il profilo Statutario, a rivedere tutti i regolamenti che la Giunta aveva nel frattempo varato senza averne la potestà, attribuita dalla Corte (e dal vecchio Statuto) al Consiglio...



Passando dal Consiglio, nel febbraio 2004, quel regolamento peggiorava sensibilmante: ai tre indicatori di disagio (peraltro manipolati per ridurne la capacità selettiva e "tenere fuori" gli immigrati) ne aggiungevano un quarto: la residenza. Cioè una persona o famiglia presente da 2 anni aveva meno punti di una presente da 10 o da 20, ecc...su un tema, la casa, dove il disagio è massimo all'arrivo in un nuovo posto e non il contrario...

A quella misura CGIL CISL UIL della Lombardia rispondevano con un ricorso al TAR che bocciava le misure e provocava l'allontanamento dell'Assessore Lio, reo di aver difeso l'accordo sindacale e di non aver spinto per iul ricorso al Consiglio di Stato.

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