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La regione vara una nuova delibera sulla sanita' e l'assistenza: l'opposizione dei sindacati
CGIL CISL UIL LOMBARDIA
COMUNICATO STAMPA
LA REGIONE VARA UNA NUOVA DELIBERA SULLA SANITA' E L'ASSISTENZA: L'OPPOSIZIONE DEI SINDACATI
La Giunta regionale ha approvato, il 1° agosto scorso, la delibera n. 3111 relativa alle “modifiche della erogabilità a carico del Sistema sanitario regionale di alcune prestazioni di specialistica ambulatoriale ai sensi del DPCM 29.11.2001 sui Lea e ulteriori determinazioni relative all’appropriata erogazione delle prestazioni di day hospital ed alle attività di controllo”.
La delibera, entrata in vigore il 1° settembre, ha registrato il parere negativo delle Organizzazioni Sindacali confederali e di categoria.
In particolare le Segreterie regionali Cgil Cisl Uil, sottolineano come ancora una volta scelte importanti, che incidono sull’accessibilità delle prestazioni e quindi sulla salute dei cittadini, siano state assunte prescindendo dal confronto con il sindacato e non tenendo in alcun conto degli accordi (ben 4 tra Regione e Sindacati tra l’aprile 2002 ed il luglio 2004) che regolavano le materie oggetto della delibera.
Hanno per questo scritto all’Assessore regionale alla Sanità rilevando la scorrettezza di tale procedura, chiedendo la sospensione della delibera e un incontro urgente “al fine di ricercare – si legge nella lettera - come è avvenuto in altre occasioni in passato, soluzioni adeguate e condivise”.
Nel merito, Cgil Cisl Uil della Lombardia hanno espresso il loro disaccordo rispetto alle decisioni assunte in tema di erogazione delle prestazioni specialistiche.
Vengono prospettati - secondo i sindacati - criteri e modalità che possono rendere più difficile l’accesso a tali prestazioni alla generalità dei cittadini, con il rischio, particolarmente grave per le categorie più fragili,
di esclusione anche dalla fruizione di prestazioni finora garantite.
Sesto San Giovanni 6 settembre 2006
P.S.: di seguito una scheda di valutazione della delibera nei punti di maggiore criticità per le Organizzazioni Sindacali.
VALUTAZIONI DI CGIL, CISL, UIL REGIONALI sulla DELIBERA 3111
La delibera contiene alcune decisioni in ordine alla prescrivibilità a carico del Ssr di alcune prestazioni specialistiche (assistenza odontoiatrica e medicina fisica e riabilitativa) che, superando gli accordi Sindacati-Regione Lombardia che le classificavano tra le prestazioni erogabili sulla base di indicazioni cliniche e/o socio economiche, escludono, di fatto, importanti fasce di popolazione (circa 300.00 persone) dalla possibilità, sino ad oggi consentita, di fruirne con oneri a carico del Fondo Sanitario Regionale.
Assistenza odontoiatrica
In un’ottica molto restrittiva che contrasta con l’affermazione iniziale che “i Lea devono farsi carico di potenziare la prevenzione”, si prevede che l’erogazione dell’assistenza odontoiatrica a carico del Ssr, fatte salve le emergenze per processi infiammatori acuti e traumi dentali, sia garantita esclusivamente a pazienti residenti in Lombardia ed in particolare:
sulla base di criteri clinici: ai bambini fino a 14 anni considerati a rischio, a soggetti che presentino malformazioni congenite, a soggetti invalidi o portatori di patologie di una certa gravità (tossicodipendenza, Aids, leucemia, cirrosi,…), affetti da malattie rare, ecc…
sulla base di criteri socio-economici: ad alcune delle categorie già individuate per l’esenzione dal pagamento dei ticket (invalidi, infortunati sul lavoro, disoccupati, cassaintegrati, pensionati con un reddito non superiore a 8.263 euro,…).
Vengono però esclusi dal diritto alla prestazione gratuita gli anziani over 65 anni e la gran parte dei malati cronici, così come il reddito del nucleo familiare considerato esente, già basso, viene ulteriormente ridotto dalle specificazioni esemplificative indicate dalla delibera.
Prestazioni riabilitative
La delibera procede inoltre ad una revisione dei criteri di prescrivibilità a carico del SSR di prestazioni riabilitative di terapia fisica, prevedendo l’esclusione dai Lea di alcune di esse (ginnastica vascolare in acqua, ionoforesi, diatermia a onde corte e microonde, agopuntura, ipertermia, massoterapia…).
Riteniamo condivisibile l’indicazione di privilegiare, nell’intervento riabilitativo ambulatoriale, l’attuazione di progetti e/o programmi riabilitativi rispetto all’erogazione di singole prestazioni, con l’obiettivo, per il futuro, di individuare pacchetti diagnostici e terapeutici in riferimento ad ogni quadro patologico.
Resta, però, il fatto che la DGR non ha preso in considerazione alcun criterio socio economico, volutamente ignorando che molte delle terapie di Medicina fisica e di Riabilitazione sono di larga prescrizione tra la popolazione più anziana, che spesso non può permettersi di avere a pagamento prestazioni che, secondo il loro medico di famiglia, sono considerate comunque utili al mantenimento di migliori condizioni psico-fisiche; la loro esclusione dai Lea impedirà pertanto a molti anziani, ai più poveri tra essi, di usufruirne, a causa dei costi eccessivi.
Pagamento anticipato dei ticket
La delibera contiene poi alcune indicazioni agli enti erogatori di prestazioni specialistiche ambulatoriali perché organizzino le attività di prenotazione, prevedendo la riscossione dell’eventuale ticket all’atto stesso della prenotazione.
La scelta viene motivata dal fatto che il 9-10% degli utenti prenotati in lista di attesa non si presenta poi all’appuntamento, perché resta alto il ricorso a prenotazioni multiple.
Ma questo avviene per l’esistenza di tempi di attesa eccessivamente lunghi e per il modo con cui è organizzato il sistema delle prenotazioni.
È evidente che il pagamento anticipato del ticket non interviene e non affronta i limiti e le carenze del sistema ed,
anzi, crea maggiori problemi di quelli che si ripromette di risolvere.
La soluzione prospettata rende ancora più complicato l’accesso alle prestazioni, costringendo gli utenti a recarsi di persona presso la struttura erogatrice, contraddicendo così le scelte operate dalle aziende in questi anni tese a semplificare tutte le procedure di accesso, anche attraverso la prenotazione telefonica ed i Cup.
Pagamento per intero della prestazione
A questo si aggiunge la decisione di richiedere il pagamento per intero della prestazione, anche a chi è esente da ticket, in caso di mancato ritiro dell’esito di visite od esami diagnostici e di laboratorio.
Se è condivisibile l’obiettivo di responsabilizzare i cittadini rispetto ai costi della sanità, si scambia però il mancato ritiro di un documento (del cui contenuto si è spesso venuti preventivamente a conoscenza) come un segno di inappropriatezza della prestazione e se ne addebita la responsabilità al cittadino anziché al medico prescrittore della prestazione.
E’ una decisione inaccettabile, non solo perché eccessivamente penalizzante, ma anche perché non si capisce con quali strumenti e modalità la Giunta pensa di far pagare l’intero costo della prestazione a coloro che non ritirano l’esito e, soprattutto, perché scarica sui cittadini questioni che appartengono all’Amministrazione.
Cgil, Cisl, Uil ritengono che, più opportunamente, le due questioni del pagamento del ticket e del ritiro degli esami, dovrebbero essere affrontate con una serie di interventi che prevedano:
sviluppo dei CUP, con prenotazione anche telefonica e con modalità di controllo delle prenotazioni capaci di superare il fenomeno delle prenotazioni multiple;
pagamento del ticket all’atto della prestazione, superando le attuali difformità;
invio degli esiti al domicilio o, attraverso il sistema informatico e la carta SISS,
al medico prescrittore.
Prestazioni in Day hospital
Infine, la delibera interviene sulla questione delle prestazioni in Day hospital, rilevando che in molti casi non sarebbero garantite dagli erogatori condizioni di utilizzo appropriato degli stessi.
In particolare precisa che la sola erogazione di più procedure diagnostiche nella stessa giornata non è sufficiente a qualificare un day hospital come appropriato; è invece necessario garantire anche un’assistenza continuativa nell’arco della giornata.
E’ quindi responsabilità del soggetto erogatore garantire l’esistenza di tutte le condizioni di appropriatezza; in caso contrario non si tratterebbe di Day hospital, ma piuttosto di prestazioni ambulatoriali e come tali devono essere retribuite dall’Asl.
E’ evidente che questa scelta, che mette in discussione l’esistenza stessa del Day Hospital diagnostico, se da una parte può determinare dei risparmi nei confronti di erogatori che non garantiscono un intervento appropriato di Day hospital, dall’altro determinerà uno spostamento dei costi sugli utenti, che dovranno pagare il ticket per prestazioni ambulatoriali.
Ciò significa che i cittadini lombardi pagheranno, a partire da questo mese, uno o più ticket per prestazioni diagnostiche (fino a 46 euro per 8 esami) spesso di carattere preventivo e saranno costretti a più accessi per eseguire gli accertamenti diagnostici necessari, con disagi particolarmente gravi per quei molti cittadini portatori di patologie importanti..
E questo in una situazione nella quale l’Amministrazione non ha sufficientemente sostenuto la trasformazione di posti letto per acuti in posti letto di day hospital.
Cristina Pecchioli - Uff.Stampa CGIL Lombardia
e-mail: cristina.pecchioli@cgil.lombardia.it
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