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Conferenza stampa di presentazione del iii forum nazionale salute mentaleConferenza stampa
martedì 31 gennaio alle ore 11.30,
Casa della cultura, via Borgogna 3, Milano
di presentazione del
III FORUM NAZIONALE SALUTE MENTALE
Milano 2-3-4- febbraio 2006
Camera del Lavoro
Corso di Porta Vittoria, 43
Non avremmo voluto riparlare ancora della Legge 180, ma il recente intervento del ministro Storace ci costringe. E così a Milano, durante il terzo Forum nazionale della salute mentale dal 2 al 4 febbraio, ribadiremo che non è possibile abbassare la guardia e, malgrado il Forum non sia nato per difendere la 180, la difenderemo di nuovo, vista l'insistenza dei parlamentari in cerca di visibilità in prossimità delle elezioni e dato che l'attenzione dedicata alla salute mentale dai media e dagli opinionisti sembra ridursi solo alla questione della Legge.
Eppure da tempo i gruppi, le associazioni dei familiari e gli operatori avevano smesso di accettare come terreno di confronto e di scontro la legge, per ripartire da uno sguardo critico e autocritico su quanto finora non si è fatto o si è fatto in modo parziale, approssimativo, riduttivo o distorto. La strategia e lo scopo del Forum restano la ricerca, la diffusione e il radicamento delle "buone pratiche". In questa direzione va la scelta di rendere visibili sia gli innumerevoli percorsi di guarigione e di successo, di benessere e di emancipazione che oggi sono possibili per chi affronta il disturbo mentale, sia la denuncia di quanto accade in molte situazioni. Perché il riconoscimento di quanto è realizzabile oggi grazie alle radicali innovazioni conseguiti alla 180, non dev'essere negoziato con l'abbassamento dello sguardo critico su ciò che avviene in troppi luoghi.
Già nella prima conferenza romana del 2003, il Forum indicò questi obiettivi, che devono trovare la loro giusta soluzione nelle politiche delle Regioni. Lo scorso settembre all'incontro di Bari del Coordinamento Forum Sud, parteciparono gli assessori alla sanità di Puglia, Sardegna, Abruzzo e Calabria e alcuni nuovi governi regionali hanno preso atto delle indicazioni del Forum, avviando programmi innovativi nel campo della riorganizzazione dei servizi.
E' però evidente che le diverse forme di autonomia regionale hanno prodotto venti diversi sistemi sanitari, con le relative differenti organizzazioni. Ciò rende sempre più diseguale e precario il concreto diritto alla cura per le persone con disturbo mentale.
Sono drammaticamente difformi le risorse impegnate, i percorsi terapeutici, le concrete opportunità abilitative, formative e di inserimento lavorativo, gli stessi servizi attivi sul territorio. Di conseguenza, per fare un esempio, il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio e al ricovero trova spesso forme di attuazione dannose, tardive, burocratiche, inutilmente violente e lesive dei più elementari diritti. E se la media nazionale dei TSO si attesta sui tre ogni diecimila abitanti, vi sono aree dove il tasso triplica e altre dove si riduce di 1/5.
In Sicilia, ma in misura diversa per qualità e quantità in molte altre Regioni, sono numerosissime e tendono a crescere a dismisura le così dette strutture residenziali, chiamate comunità terapeutiche assistite (CTA), con fino a 40 posti letto, con costi elevatissimi per le aziende sanitarie, gestite dal privato sia mercantile che no-profit e svincolate dal sistema operativo dei dipartimenti di salute mentale. E fonte di cronicizzazione, esclusione e deriva sociale.
L'esperienza dei Forum locali ha mostrato che è indispensabile trovare un punto di vista unitario che diventi metro di giudizio generale e condiviso, capace di misurare il senso delle singole vicende: la salute mentale è una questione nazionale e in prospettiva europea.
In questo quadro, alla fine dell'incontro di Camaiore dello scorso dicembre, venne scelta all'unanimità la Lombardia come sede della 3° conferenza.
Lombardia come esemplare non solo dell'imbarazzante dissociazione fra teorie e pratiche, ma anche del progressivo dissolvimento di ogni sensata azione di governo delle politiche per la salute mentale: si sta distruggendo quanto in vent'anni si era faticosamente cercato di costruire. Le scelte regionali e i piani sanitari lombardi rimandano a forme organizzative che riproducono istituzionalizzazione, frammentano i servizi, separano l'intervento psichiatrico dai problemi contestuali, esistenziali e sociali, impedendo la centralità, la cittadinanza, l'integrazione e l'emancipazione delle persone.
Queste situazioni e questi rischi che, con misure e coloriture diverse, si ripropongono in quasi tutte le Regioni italiane, saranno il motivo conduttore dei tre giorni milanesi.
Il quesito che il Forum si pone è sostanzialmente pratico: ricercare e realizzare programmi, politiche, organizzazioni capaci di ridurre la dissociazione tra enunciati e pratiche nel campo della salute mentale.
www.lomb.cgil.it/puntofocale/pf_notizia.php?tipo=1&ID=1197
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