Continua ad aggravarsi la crisi economica in lombardia


DIPARTIMENTO POLITICHE CONTRATTUALI CGIL LOMBARDIA

COMUNICATO STAMPA

CONTINUA AD AGGRAVARSI LA CRISI ECONOMICA IN LOMBARDIA


Il sistema produttivo lombardo continua ad evidenziare una situazione di forte criticità in tutti i settori.

La rilevazione di febbraio 2006 del Dipartimento Politiche Contrattuali della Cgil Lombardia presenta un aggravamento rispetto a settembre 2005, confermando il trend negativo degli ultimi due anni.

Le aziende interessate da situazioni di difficoltà occupazionali sono 990, contro le 796 di settembre 2005, con una organico complessivo di 85.201 lavoratori, rispetto a 82.369 di settembre 2005, mentre i lavoratori direttamente coinvolti in provvedimenti di carattere occupazionale a febbraio 2006 salgono da 37.327 di settembre 2005 a 38.591 a febbraio 2006.

Aumentano le procedure di mobilità e i licenziamenti collettivi, 13.391 contro 12.711 di settembre 2005, diminuiscono le situazioni di ristrutturazione e riorganizzazione, 2.876 contro 3.740 di settembre 2005, ma con una impennata delle crisi aziendali, che passano da 1.795 di settembre 2005 a 2.713 di febbraio 2006.

Tutti i settori, ad eccezione dei Trasporti, presentano un aggravamento delle situazioni di crisi, con le punte più alte nel settore Metalmeccanico, 441 aziende e 19.485 lavoratori coinvolti, nel settore Moda, 263 aziende e 10.252 lavoratori, nei settori Chimico, Gomma Plastica e Farmaceutico, con 102 aziende coinvolte e 2.747 lavoratori, nei settori Grafico e Carta, con 55 aziende e 1785 lavoratori.

Significativo è anche il dato del Commercio e dei Servizi, che pur non registrando le difficoltà del settore manifatturiero, presenta a febbraio un sensibile aumento sia delle aziende con situazioni di crisi occupazionali, che passano da 24 a 47, che dei lavoratori coinvolti, 1.592 rispetto ai 1.129 di settembre 2005.

La crisi colpisce anche i settori del legno, con 39 aziende e 1634 lavoratori, e dell’industria alimentare, con 35 imprese e 707 lavoratori interessati da provvedimenti occupazionali.

Un ulteriore elemento di preoccupazione deriva dalle conseguenze dell’influenza aviaria sull’intera filiera agroalimentare avicola, che occupa in Lombardia circa 5.000 lavoratori.

E’ sempre opportuno ricordare che da questi dati sono escluse le micro e le piccole imprese, che in Lombardia sono complessivamente 732.589, oltre il 97% del totale, che spesso evitano di aprire formali procedure occupazionali e l’ampia area di rapporti di lavoro precario e instabile, che nei momenti di crisi o di minore attività vengono “risolti” a livello individuale.

Sesto San Giovanni, 7 marzo 2006

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