Cgil lombardia: si aggrava la crisi industriale - la regione persegue la linea dell´immobilismo


CGIL LOMBARDIA: SI AGGRAVA LA CRISI INDUSTRIALE - LA REGIONE PERSEGUE LA LINEA DELL'IMMOBILISMO



Lo stato di salute delle imprese lombarde sta peggiorando, aumenta il numero delle aziende in crisi, dei licenziamenti collettivi e del ricorso alla Cassa integrazione, questo è il quadro che emerge dall'ultima rilevazione del Dipartimento Politiche Contrattuali della Cgil Lombardia sulle vertenze occupazionali in corso, aggiornata a giugno 2005.

Rispetto alla situazione di gennaio, che vedeva circa 500 vertenze occupazionali in corso e oltre 25.000 posti di lavoro a rischio, a giugno le vertenze occupazionali sono 792, i lavoratori coinvolti sono saliti a oltre 37.000, dei quali più di 12.000 interessati da procedure di licenziamenti collettivi e mobilità e quasi 10.000 già in Cassa Integrazione Straordinaria.

La crisi colpisce in particolare il settore metalmeccanico con circa 350 aziende coinvolte, l'intero Sistema Moda, (tessile, abbigliamento, calzature), con quasi 200 aziende, il chimico e la gomma-plastica, le cartiere e le aziende grafiche e alcune prime avvisaglie sono presenti nel settore del mobile.

Dati meno preoccupanti per le aziende alimentari e nel settore del terziario e dei servizi, anche se la perdurante crisi dei consumi e il crescente allargamento e consolidamento dei grandi gruppi della distribuzione, in particolare francesi, stanno condizionando le politiche produttive dell'industria alimentare con lo spostamento di quote di produzione sempre maggiori verso il contoterzismo.

La distribuzione della crisi a livello geografico vede una forte incidenza della provincia di Milano, che copre i comprensori sindacali di Milano, Brianza e Ticino Olona, con 289 aziende coinvolte e una situazione particolarmente pesante nella provincia di Varese, con 121 aziende.

La gravità della crisi nella nostra regione è confermata anche dai dati forniti dall'Osservatorio dell'Agenzia per il Lavoro della Regione Lombardia sull'andamento del primo trimestre 2005,

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