La cgil lombardia sulla vicenda dei bimbi rom e di via quaranta: sono solo bambini!
COMUNICATO STAMPA
LA CGIL LOMBARDIA SULLA VICENDA DEI BIMBI ROM E DI VIA QUARANTA:
SONO SOLO BAMBINI!
Cacciare le 28 persone rom, di cui 10 bambini, dallo stabile della Provincia di via Varanini dove sono alloggiati provvisoriamente,
sgomberare i bambini che fanno lezione davanti alla scuola di via Quaranta.
Questa è la politica dell’assessora Maiolo in risposta alle esigenze manifestate da alcune comunità straniere.
Con lo sgombero di via Capo Rizzuto si è creato un disagio drammatico a decine di famiglie, con regolari permesso di soggiorno e non, senza che venisse prospettata una minima soluzione per loro.
La responsabilità e il senso di civiltà da parte di chi ha cercato soluzioni vengono stigmatizzati dalla Maiolo come inutili e dispendiosi.
Attribuire all’utilizzo delle risorse per le famiglie rom l’impossibilità del Comune di Milano di fare interventi in favore degli anziani sfrattati, è il tentativo evidente di scaricare sulla presenza immigrata la responsabilità dell’inefficienza delle politiche sociali dell’assessorato.
All’assessora Maiolo vorremmo ricordare che “sono solo bambini”.
Non si può affrontare il tema della scuola di via Quaranta, o meglio del futuro dei ragazzi e delle ragazze di quella scuola, senza avere la consapevolezza che la realtà è caratterizzata da una forte presenza di comunità con storie,
tradizioni, culture diverse dalla nostra.
Alimentare tensioni è quanto di più inutile le istituzioni possano fare.
Per noi la scuola pubblica è centrale per un processo di vera integrazione
“Ma occorre” come diceva la “moderatora” della Tavola valdese e metodista “non allineare tutti i simboli religiosi sulle pareti delle aule, ma lasciare le pareti bianche”.
Riaffermare la laicità della scuola è il presupposto per riconoscere a tutti il diritto allo studio e il diritto ad avere gli strumenti per costruire una vita dignitosa nel nostro Paese.
Inoltre, per un Paese come il nostro, che vuole svolgere un ruolo da protagonista nei confronti dei paesi che si affacciano al di là del Mediterraneo, prevedere anche corsi di arabo sarebbe una scelta auspicabile.
Infine le scuole a carattere confessionale non sono nuoveda noi; ne esistono molte e di tutte le religioni, ma per la religione islamica ciò non è possibile.
Sono 700mila i cittadini musulmani nel nostro Paese, la maggioranza dei bambini frequenta le scuole pubbliche, ma se qualcuno di loro vuole frequentare una scuola paritaria, con le modalità e le procedure previste per tutte le altre confessioni, perché negargli la possibilità?
Assessora Maiolo, sono solo bambini!
Sesto San Giovanni 20 settembre 2005