Il disastro carcerario e la disattenzione della politica


COMUNICATO STAMPA

IL DISASTRO CARCERARIO E LA DISATTENZIONE DELLA POLITICA


I problemi del carcere non sono andati in vacanza. Anzi, in quest’estate si sono aggravati:

· sovraffollamento: al 30 giugno 2005, i detenuti in carcere avevano raggiunto il record di 59.125 presenze, cui vanno sommate quasi altre 40.000 persone ammesse alle misure alternative e seguite dai Centri di servizio sociale: 24.899 in affidamento in prova, 2.710 in semilibertà, 10.661 in detenzione domiciliare;

· carenze sanitarie: dall’inizio di giugno a oggi, almeno 8 detenuti sono morti per malattie, spesso non adeguatamente curate o diagnosticate, 2 sono morti per overdose e 1 per cause non accertate. Complessivamente vi è il 7,5% dei detenuti sieropositivi, il 38% positivi al test per l’epatite C e il 50% a quello dell’epatite B, mentre il 7% presenta l’infezione in atto e il 18% risulta positivo al test della TBC, dati peraltro ritenuti sottostimati.

· Suicidi e proteste: almeno 52 suicidi, 1.110 tentati suicidi, 6.450 scioperi della fame, 4.850 episodi di autolesionismo sono avvenuti nelle carceri nel 2004, ma anche queste sono cifre interiori alla realtà, stante la crescente opacità dell’istituzione e la non diffusione dei dati da parte dell’amministrazione penitenziaria.

Ma tanti altri sono i fronti del disagio, giunto a livelli di intollerabilità, stante la mancanza cronica e annosa di risposte e di politiche adeguate.

Nella scorsa legislatura erano state approvate leggi positive, in grado di attenuare la grave situazione: legge “Finocchiaro” sui bambini e le detenute madri; legge “Smuraglia” per incentivare il lavoro penitenziario; legge che consente la scarcerazione di malati gravi e dei malati di AIDS; nuovo regolamento penitenziario.

Sono rimaste in gran parte lettera morta.

Il 20 settembre di quest’anno sono scaduti anche i 5 anni che la legge aveva previsto per adeguare le strutture ai nuovi parametri e necessità disposte dal regolamento penitenziario approvato nel 2000: nulla, o quasi, è stato fatto e permane immutata l’invivibilità nelle celle, così come l’assenza di spazi per tutelare i rapporti con i famigliari e per l’affettività.

In questi anni la situazione è ulteriormente peggiorata.

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