CASSA INTEGRAZIONE E LICENZIAMENTI SETTEMBRE 2012: SI CONFERMA UN PREOCCUPANTE AUMENTO. I DATI REALI DELL’ECONOMIA NON FANNO INTRAVEDERE A BREVE L’USCITA DAL TUNNEL DELLA CRISI.    

 Il 2012 volge ormai verso la fine ed è chiaro che in Lombardia, come nel resto del Paese, non siamo in presenza di nessuna ripresa della crescita, mentre a crescere è l’allarme per la difficile situazione del mondo del lavoro e delle imprese.

I numeri dell’economia reale e del sistema produttivo ne sono una conferma. Anche a fine settembre i dati Inps, rielaborati dal Dipartimento politiche contrattuali della CGIL Lombardia, confermano una crescita della cassa integrazione complessiva del 6% rispetto ai primi 9 mesi del 2011. Aumentano cassa in deroga (18%) e cassa ordinaria (55%), mentre si riduce del 29% la cassa straordinaria. L’osservatorio regionale rileva che nei primi 9 mesi del 2012 siamo già arrivati a 45.370 licenziamenti, con una crescita del 25% rispetto ai mesi precedenti del 2011, a conferma della  già preoccupante tendenza all’aumento.

Questi dati segnalano ancora una volta la profondità della crisi, la sua trasformazione e l’andamento oscillante dei suoi effetti, e riconfermano le caratteristiche e i limiti di struttura del sistema economico regionale: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia, dall’inizio della crisi, sta subendo una significativa riduzione (circa il 25%), mentre la disoccupazione è in crescita (i dati ufficiali indicano che è arrivata ad oltre il 7%), e l’elenco delle aziende e delle attività in difficoltà o in procinto di chiusura testimoniano di uno stillicidio continuo e inarrestabile e di un crescente e preoccupante allarme sociale.

 E’ un’emergenza alla quale occorre dare nell’immediato quelle risposte che sono attese ormai da troppo tempo. Le politiche recessive e depressive messe in atto dal Governo non portano il paese fuori dal tunnel della crisi, anzi, comprimono la domanda interna e i consumi, mentre i tagli previsti alla spesa pubblica e al sistema sociale stanno già facendo pagare un prezzo altissimo ai ceti popolari, al mondo del lavoro e ai pensionati, finendo per prosciugare la ripresa e lo sviluppo.

 Occorre mettere al centro dell’azione politica e delle scelte economiche il valore del lavoro.  

I DATI Secondo i dati di settembre anche nella nostra regione, che è quella col più alto numero di imprese manifatturiere, siamo ancora dentro una crisi che continua a far sentire le conseguenze sul sistema produttivo e occupazionale. Si tratta di dati conseguenti alle avvenute trasformazioni, alle ristrutturazioni delle aziende e alle specializzazioni produttive e al tessuto sociale dei singoli territori che tutti, senza eccezioni, soffrono le conseguenze della crisi. Ci sono stime che indicano una perdita, in questi 4 anni, di circa il 25% del tessuto produttivo. La stessa cassa integrazione, in aumento nel mese di settembre 2012, rispecchia la caduta della domanda e della produzione industriale, nonché le oscillazioni di un mercato ancora soggetto alla crisi. Complessivamente, nei mesi di gennaio-settembre 2012, si registra, rispetto agli stessi 9 mesi dell’anno precedente, una crescita delle ore autorizzate di CIG del 5,61% (173.784.531 ore), una significativa crescita della cassa ordinaria del 56,17% (71.196.767 ore), e della cassa in deroga del 17,51% (46.594.594 ore); diminuisce invece sensibilmente la cassa straordinaria del 29,09% (55.993.170 ore). La variazione complessiva sul mese precedente (settembre-agosto 2012) è di un aumento del 56,24%, mentre la variazione tendenziale sull’anno 2011 cresce del 3,15%. Tutti i settori registrano tassi di crescita complessiva della cassa, e tutte le province sono coinvolte dalla crisi (vedi tabelle allegate).  

 I LICENZIAMENTI   Complessivamente i licenziamenti, cioè le indennità di mobilità e di disoccupazione, tra il gennaio-settembre 2011 e il gennaio-settembre 2012 crescono del 25,79%, ed è già di 45.370 il totale complessivo dei licenziati nei primi 9 mesi dell’anno. I dati gennaio-settembre indicano in 14.237 i licenziati con la legge 223/91 (indennità di mobilità), con un aumento percentuale del 7,34% sugli stessi mesi del 2011, mentre i licenziati con la legge 236/93 (indennità di disoccupazione) sono 30.981, con un aumento del 36,20%. Tra i frontalieri sono 152, con un aumento del 157,79%. Dati significativi e preoccupanti, che testimoniano di come in molte realtà la cassa integrazione non sia stata in grado di contenere l’occupazione o di evitare la chiusura. Il tasso di disoccupazione lombardo è in crescita continua, e ha ufficialmente superato il 7%.  

LA CGIL NON SI RASSEGNA ALLA CRISI.   Abbiamo chiesto di attivare rapidamente un tavolo che, oltre alle Commissioni Parlamentari Lavoro e Attività Produttive, che abbiamo incontrato a Roma unitariamente, comprenda il Governo, la Regione e le parti sociali, per individuare linee politiche concrete e immediate di intervento per difendere e rilanciare il manifatturiero lombardo. Crediamo che dinanzi alla crisi globale, le cui cause non sono state aggredite né superate, occorra intervenire per sostenere i settori industriali e commerciali, i consumi, difendere lo stato sociale e aggredire i problemi strutturali del Paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontati e risolti, per dare al Paese e alla Lombardia una prospettiva di salvezza, di ripresa e di sviluppo che siano fondate su basi reali e non sulla propaganda mediatica. Per questo la CGIL il 20 ottobre sarà in piazza a Roma, per difendere il lavoro e per  proporre un “Piano del lavoro” da avanzare al Paese, al Governo, alle forze politiche e sociali.   

 Senza politiche industriali, nazionali e regionali, di investimento e di indirizzo pubblico in economia finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo e crescita non si costruisce una prospettiva per il futuro del Paese e delle nuove generazioni  

Sesto San Giovanni 11 ottobre 2012

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