LICENZIAMENTI E CASSA INTEGRAZIONE MARZO 2012

A cura del Dipartimento Politiche Contrattuali della CGIL Lombardia

Il 2012 in Lombardia, come nel resto del Paese, non sarà l’anno della crescita e neppure quello del lavoro.

I dati Inps sulla cassa di febbraio 2012 confermano complessivamente una crescita del 2% su gennaio-febbraio-marzo 2011.

Aumentano la cassa in deroga (11%) e la cassa ordinaria (38%), mentre si riduce di circa il 25% la cassa straordinaria. La variazione complessiva sul mese precedente (marzo su febbraio) è di un aumento di circa il 15%.

I dati dell’osservatorio regionale sui licenziamenti di gennaio-febbraio-marzo, confermano il trend di un preoccupante aumento del 32%.

Questi dati segnalano la profondità ed il permanere della crisi, la sua trasformazione e i problemi di struttura del sistema produttivo: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia sta subendo una significativa riduzione, mentre la disoccupazione è in crescita: i dati ufficiali la danno al 6%.

I Dati
LA CASSA INTEGRAZIONE

I dati Inps sulla cassa integrazione di marzo 2012 confermano il permanere di una situazione di difficoltà. Come avevamo previsto siamo ancora dentro una crisi che, in una regione ad alto numero di imprese manifatturiere come la Lombardia, continua a far sentire le sue conseguenze sul sistema produttivo e occupazionale.

I dati sono coerenti con le avvenute trasformazioni, con le riorganizzazioni e le ristrutturazioni delle aziende e con le specializzazioni produttive e il tessuto sociale dei singoli territori. A risentire della crisi sono tutti i territori, con stime che indicano una perdita, in questi 3 anni, di circa il 25% del tessuto produttivo.

La stessa cassa integrazione del mese di marzo 2012 è lo specchio della caduta della domanda e della produzione industriale.

Complessivamente nei mesi di gennaio-febbraio-marzo 2012 si registra, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, una crescita delle ore autorizzate di CIG del 2% (58.203.451 ore), una significativa crescita della cassa ordinaria del 38,20% (22.654.518 ore), e della cassa in deroga dell’11% (15.656.157 ore), mentre diminuisce sensibilmente la cassa straordinaria del 25% (19.892.776 ore).

La variazione complessiva sul mese precedente (marzo su febbraio) è di circa il 15% (l’ordinaria aumenta del 9%, la straordinaria del 39%, la deroga resta uguale).

Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono: estrazioni minerali (126%), servizi (113%), trasporti-comunicazioni (109%), chimico (89%), legno (46%), carta-editoria (45%), commercio (35%).

Le province più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale (2%), sono: Lodi (57,95%), Cremona (55%), Sondrio (35,53%), Mantova (23,56%), Bergamo (8%), Como (7,32%), Milano (4,14%). Le province al di sotto della linea sono: Pavia (-25,79%), Brescia (-11%), Varese (-1,33%), Lecco (1,77%).

Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, troviamo: Lecco al 6,89%, Brescia al 6,39%, Varese al 6,31%, Como al 6%, Lodi al 4,50%, Cremona al 4,04%, Bergamo al 3,90%, Mantova al 3,55%, Sondrio al 2,51%, Pavia al 2,47%, Milano al 2,44%. La media regionale si colloca al 3,97%.

I LICENZIAMENTI

Complessivamente i cosiddetti licenziamenti, cioè indennità di mobilità e indennità di disoccupazione, tra il gennaio-marzo 2011 e il gennaio-marzo 2012, crescono del 32,28%. E’ già di 21.294 il totale complessivo dei licenziati nei primi tre mesi dell’anno.
I dati gennaio-marzo indicano in 7.221 i licenziati con la legge 223/91 (indennità di mobilità), con un aumento percentuale del 22% sugli stessi mesi del 2011, mentre i licenziati col la legge 236/93 (indennità di disoccupazione) sono 14.028, con un aumento del 38%. I frontalieri sono 45 con un aumento del 32%.

Dati significativi e preoccupanti, che testimoniano di come in molte realtà la cassa integrazione non sia stata in grado di mantenere l’occupazione o di evitare la chiusura.

Il tasso di disoccupazione lombardo è in crescita continua, e ha ufficialmente superato il 6%.

Come CGIL Lombardia ribadiamo che non si esce dal tunnel con le politiche recessive e depressive del governo: così si comprimono la domanda interna e i consumi. Senza politiche nazionali e regionali di investimento e di indirizzo pubblico in economia, finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo e crescita, non si prospetta lo sviluppo futuro.

Crediamo che occorra un ripensamento, un riadattamento del modello produttivo e industriale lombardo, insieme alla promozione di una politica industriale innovativa sul piano qualitativo del prodotto, che salvaguardi l’occupazione senza disperdere professionalità e saperi acquisiti.

Occorre aggredire i problemi strutturali del Paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontati e risolti, per dare al Paese e alla Lombardia una prospettiva e per dare un futuro alle nuove generazioni, che stanno vivendo il dramma della disoccupazione e l’ansia della precarietà nel lavoro e di vita.

>> Le tabelle

Sesto San Giovanni, 23 aprile 2012

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