LICENZIAMENTI E CASSA INTEGRAZIONE MAGGIO 2012

UN AUMENTO TENDENZIALE E CONGIUNTURALE RISPETTO ALL’ANNO 2011 E AL MESE DI APRILE 2012

Il 2012 in Lombardia, come nel resto del Paese, non sarà l’anno della crescita e neppure quello del lavoro.

I dati Inps di maggio 2012, elaborati dal Dipartimento Politiche Contrattuali della CGIL Lombardia, confermano una crescita della cassa integrazione complessiva del 2% sul primo quadrimestre 2011.

Aumenta la cassa in deroga (28%) e la cassa ordinaria (43%), mentre si riduce di circa il 33% la cassa straordinaria.

La variazione congiunturale complessiva sul mese precedente (maggio su aprile), è di un aumento di ben il 39%, mentre la variazione tendenziale è del 31%.

I dati di gennaio-maggio dell’osservatorio regionale sui licenziamenti confermano il trend di un preoccupante aumento di circa il 26%

Questi dati segnalano la profondità della crisi, la sua trasformazione e l’andamento oscillante dei suoi effetti, e riconfermano le caratteristiche e i limiti di struttura del sistema economico regionale: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia, dall’inizio della crisi sta subendo una significativa riduzione di circa il 25%, mentre la disoccupazione è in crescita. I dati ufficiali indicano che la disoccupazione in Lombardia è arrivata oltre il 6%. E’ un’emergenza alla quale occorre dare nell’immediato quelle risposte che sono attese ormai da troppo tempo.

I Dati

LA CASSA INTEGRAZIONE

I dati Inps sulla cassa integrazione di maggio 2012 confermano il permanere di una situazione di difficoltà. Come avevamo previsto, siamo ancora dentro una crisi che continua a far sentire le conseguenze sul sistema produttivo e occupazionale, nella regione col più alto numero di imprese manifatturiere.

I dati sono coerenti con le avvenute trasformazioni, con le riorganizzazioni e le ristrutturazioni delle aziende e con le specializzazioni produttive e il tessuto sociale dei singoli territori.

Complessivamente, tutti i territori soffrono le conseguenze della crisi; ci sono stime che indicano una perdita, in questi 3 anni, di circa il 25% del tessuto produttivo.

La stessa cassa integrazione, in aumento del mese di maggio 2012, è lo specchio della caduta della domanda e della produzione industriale, nonché delle oscillazioni di un mercato ancora soggetto alla crisi.

Complessivamente nei mesi di gennaio-maggio 2012 si registra, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, una crescita delle ore autorizzate di CIG del 2% (101.118.313 ore), una significativa crescita della cassa ordinaria del 43,10% (40.072.918 ore), e della cassa in deroga del 27,84% (15.656.157 ore); diminuisce sensibilmente la cassa straordinaria del 32,94% (33.150.454 ore).

La variazione complessiva sul mese precedente (maggio su aprile) è di ben il 39% (cresce l’ordinaria del 17,82%, la straordinaria del 59,87%, e quella in deroga del 51,62%).

Mentre la variazione tendenziale cresce del 31%.

Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono: chimica (46,84%), carta-editoria (43,20%), trasporti-comunicazioni (177,67%), servizi (58,15%), commercio all’ingrosso (89,52%), legno (35,15%).

Le province più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale (1,87%) sono: Varese (15,34%), Sondrio (6,99%), Bergamo (21,36%), Cremona (58,48%), Mantova (9,12%), Lodi (17,55). Le province al di sopra della linea, cioè le meno colpite, sono: Como (-14,87%), Milano (-0,05%), Brescia (-11,57%), Pavia (1,52%), Lecco (-10,29).


Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, troviamo Bergamo al 4,55%, Brescia al 6,34%, Como al 5,48%, Cremona al 4,55%, Lecco al 6,99%, Lodi al 3,61%, Milano al 2,48%, Mantova al 3,53%, Pavia al 3,07%, Sondrio al 2,21%, Varese al 7,38%. La media regionale si colloca al 4,14%.


I LICENZIAMENTI

Complessivamente i cosiddetti licenziamenti, cioè indennità di mobilità e di disoccupazione, tra il gennaio-maggio 2011 e il gennaio-maggio 2012, crescono del 25,88%. E’ già di 31.685 il totale complessivo dei licenziati nei primi quattro mesi dell’anno.

I dati gennaio-maggio indicano in 10.306 i licenziati con la legge 223/91 (indennità di mobilità), con un aumento percentuale del 13% sugli stessi mesi del 2011, mentre i licenziati col la legge 236/93 (indennità di disoccupazione) sono 21.299, con un aumento del 33%. I frontalieri sono 80 con un aumento del 115%.

Dati significativi e preoccupanti che testimoniano di come in molte realtà la cassa integrazione non sia stata in grado di contenere l’occupazione o di evitare la chiusura.

Il tasso di disoccupazione lombardo è in crescita continua, e ha ufficialmente superato il 6%.


Come CGIL Lombardia ribadiamo che non si esce dal tunnel con le politiche recessive e depressive messe in atto dal governo: così si comprimono la domanda interna e i consumi. Senza politiche nazionali e regionali di investimento e di indirizzo pubblico in economia, finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo e crescita, non si prospetta lo sviluppo futuro.

L’industria lombarda continua a vivere una fase di grave difficoltà e di incertezza che coinvolge tutti i settori, con pesanti ricadute sull’occupazione e sul tessuto produttivo.

Una situazione preoccupante per tutto il Paese, essendo la Lombardia la regione con un tessuto produttivo di alto valore, dove si realizza oltre il 30% del manifatturiero nazionale. Noi non ci rassegniamo alla crisi.

Così come abbiamo chiesto con il presidio sotto il Parlamento organizzato da CGIL CISL UIL Lombardia a Roma il 15 maggio 2012, insieme alle rispettive categorie, alle Rsu delle aziende in crisi, e come abbiamo illustrato ai Presidenti della Commissioni Lavoro e Attività produttive della Camera e del Senato nell’audizione congiunta del 29 maggio, è necessario attivare rapidamente un tavolo tra Governo, Commissioni parlamentari, Regioni e parti sociali, per individuare linee politiche concrete e immediate di intervento per difendere e rilanciare il manifatturiero lombardo

Occorre mettere al centro dell’azione politica e delle scelte economiche il valore del lavoro, come chiederemo in piazza a Roma il 16 giugno 2012, con la manifestazione nazionale indetta da CGIL CISL UIL.

Crediamo che dinanzi alla crisi globale, le cui cause non sono state aggredite né superate, occorra un ripensamento, un riadattamento del modello produttivo e industriale lombardo, insieme alla promozione di una politica industriale innovativa sul piano qualitativo del prodotto, che salvaguardi l’occupazione senza disperdere professionalità e saperi acquisiti.

Occorre intervenire per sostenere i settori industriali e commerciali, i consumi, difendere lo stato sociale e aggredire i problemi strutturali del Paese reale a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontati e risolti, per dare al Paese e alla Lombardia una prospettiva, e un futuro alle nuove generazioni che stanno vivendo il dramma della disoccupazione e l’ansia della precarietà nel lavoro e di vita.

Sesto San Giovanni 15 giugno 2012

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