FATTORE FAMIGLIA LOMBARDO: ACCOLTE PARTE DELLE RICHIESTE AVANZATE CON LA LETTERA APERTA DELLA CGIL E DELLO SPI LOMBARDIA.

Nella lettera aperta inviata lunedì 13 febbraio ai Consiglieri Regionali, la Cgil e lo Spi-Cgil Lombardia avevano chiesto alcune modifiche al testo di legge n. 66, ritenute sostanziali, laddove si prevedeva una compartecipazione anche per la parte di spesa sanitaria nei servizi sociali e socio-sanitari.

Nel testo approvato in Consiglio Regionale si modificano proprio i tre articoli su cui avevamo chiesto una revisione, eliminando il capoverso (art 1, c.1, lettera a) in cui si prevedeva la “determinazione anche per le prestazioni ricomprese nei LEA”. Sostanzialmente di non prevedere un aggravio per i cittadini della spesa sanitaria nella fruizione dei servizi sociali e socio sanitari (a titolo di esempio, le rette delle Rsa, l’Adi ecc.).

Resta meno esplicita e chiara la modifica apportata nell’altra parte del testo (lettera j) laddove, pur riconfermando il rispetto dei LEA, si evince una possibile revisione della copertura di spesa anche sulla spesa sanitaria che, se accompagnata da una futura revisione del sistema di welfare lombardo, nonché da processi di federalismo fiscale che finanzieranno in futuro il Fondo Sanitario Regionale, potrebbero determinare un aggravio di costi a carico dei cittadini e delle famiglie. Punto critico che, per quel che ci riguarda, verificheremo nell’applicazione della sperimentazione nei 15 comuni lombardi, proprio al fine di evitare un ulteriore aggravio di costi a carico degli utenti dei servizi sociali e socio-sanitari.

Riconfermiamo l’impegno, che siamo certi sarà anche delle altre organizzazioni sindacali confederali e dei pensionati, a confrontarci con l’Assessorato alla Famiglia sui criteri di equità e sulla sperimentazione ed implementazione del Fattore Famiglia Lombardo, così come i livelli territoriali del sindacato coinvolti dalla sperimentazione faranno nei confronti dei Comuni interessati, al fine di verificare appieno l’efficacia dello strumento ed evitare che la riduzione delle risorse del Fondo Sociale ricadano sui cittadini e sulle famiglie.

Sesto San Giovanni 15 febbraio 2012

In attesa del testo definitivo approvato in aula, qui di seguito trovate un quadro sinottico del PdL con tutte le evoluzioni avvenute in Commissione consiliare e con gli emendamenti presentati in aula dalla Giunta Regionale.

>> Quadro sinottico (file .pdf)

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>> Comunicato della FP Lombardia sulle ASP del 10 febbraio 2012

Dalla Regione Lombardia l’ennesimo attacco al servizio pubblico, il poco rimasto.

Ieri mattina (9 febbraio ndr.) la Regione Lombardia, con un vero e proprio blitz, ha approvato in III Commissione, una serie di modifiche alla legge regionale n. 1/2003, che riordina la disciplina delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, meglio note come ex Ipab.
Le ex Ipab nel 2003 si videro costrette a optare tra il restare pubbliche o il trasformarsi in Fondazioni di diritto privato, secondo le procedure previste da una normativa che agevolava il processo di privatizzazione. Il risultato infatti fu che la quasi totalità di esse optò per la trasformazione in soggetto di diritto privato, con inevitabili conseguenze anche sulla natura del rapporto di lavoro degli operatori.
La contrarietà della Funzione Pubblica CGIL Lombardia a tale processo di privatizzazione fu netta. Tentammo comunque, nel confronto con la Regione, di far inserire tutele per il personale che si sarebbe trovato coinvolto nel processo di trasformazione da ente pubblico a ente privato.

Oggi la Regione Lombardia, forse non ancora soddisfatta, è pesantemente intervenuta sulle poche Istituzioni di diritto pubblico rimaste (definite, dopo la legge, ASP, Aziende pubbliche di servizi alla persona), con modalità ancora più incisive di quelle adottate con la legge del 2003.
La nuova normativa interviene sulla composizione degli organismi di amministrazione delle ASP inserendo la figura del Direttore, da eleggersi su designazione del Presidente della Regione, con la responsabilità della gestione e con potere in materia di approvazione del bilancio, del conto economico e di acquisto e dismissione di beni immobili, nonché legale rappresentante dell’ente. Il Consiglio di Amministrazione viene trasformato in Consiglio di Indirizzo.
Definirla una pesante interferenza nell’amministrazione delle ASP è persino riduttivo.
Gli attuali Consigli di Amministrazione resteranno in funzione fino alla data di scadenza prevista dagli statuti, che però dovranno essere adeguati entro 3 mesi alle nuove disposizioni di legge.
Se questo PDL verrà approvato in Consiglio Regionale martedì prossimo, di fatto la Regione Lombardia prenderà possesso di tutte le ASP e del loro patrimonio immobiliare.
Per evitare di essere gestite dalla Regione le ASP avranno un solo mezzo: privatizzarsi trasformandosi in Fondazioni. E così si chiude il processo di privatizzazione del welfare lombardo.

“E questa volta senza neppure tentare un confronto con chi rappresenta i lavoratori di questo settore – dichiara Manuela Vanoli, Segretaria FP CGIL Lombardia –, lavoratori sui quali rischiano di cadere le conseguenze delle azioni di una Regione che scarica integralmente sul privato la gestione di un settore di primaria importanza quale quello delle prestazioni di welfare.
Privato che dovrà fare i conti con i tagli alle risorse economiche, con una Regione che starà semplicemente a guardare, senza più preoccuparsi di dover essere lei in prima persona a garantire le prestazioni. La nostra contrarietà a questo mascherato processo di privatizzazione è netta.
L’impegno della FP CGIL Lombardia – insieme alle RSU che verranno rinnovate dal 5 al 7 marzo prossimi – sarà concentrato al massimo al fine di evitare che le conseguenze di una mala gestione, legata solo a logiche di risparmio, del welfare lombardo, venga scaricata sulle spalle degli utenti e degli operatori del settore”.

Milano, 10 febbraio 2012
www.fp.cgil.lombardia.it

 

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