CGIL LOMBARDIA - SPI LOMBARDIA

PdL 66: compartecipazione alla spesa - Lettera aperta ai consiglieri regionali di CGIL Lombardia e Spi Lombardia

LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI REGIONALI

Sappiamo che martedì 14 febbraio il Consiglio Regionale sarà chiamato alla discussione e poi al voto del progetto di legge n. 66, relativamente alla costituzione del “Fattore Famiglia Lombardo”.
Trattasi di un provvedimento che ha visto la luce più di un anno fa, che è stato oggetto anche di un lungo, complesso, ma costruttivo confronto al tavolo dell’Assessorato alla Famiglia con ANCI e CGIL CISL UIL Confederali e dei Pensionati, e che ha poi subito molte modifiche anche sostanziali, fino a giungere al testo approvato giovedì 9 febbraio dalla III Commissione.

Ci preme portare alla vostra attenzione le ragioni per cui noi, organizzazioni sindacali, nel prendere atto del provvedimento legislativo proposto dalla Giunta, abbiamo discusso e collaborato, pur coscienti delle mille difficoltà e contraddizioni, a migliorare il testo originario licenziato dalla Giunta, mentre oggi siamo a chiederVi di non votarlo nella sua ultima versione, con particolare riferimento a:
• art.1,c.1,lettera a), nel punto in cui, riscrivendo l'art.8 della L.R. 3/2008, al comma 3 recita “nonchè per determinare il finanziamento di prestazioni ricomprese nei livelli essenziali di assistenza”,
• art.1, c.1, lettera j),
• art.3,c.2

Avevamo condiviso e condividiamo tutt'ora lo spirito del "Fattore Famiglia Lombardo" sulla base di alcuni criteri sui quali siamo ed eravamo -già nell’aprile 2011- disponibili a sottoscrivere un’intesa con l’Assessorato alla Famiglia, che avesse al centro:
1. una omogeneità sul territorio regionale di criteri e metodi di misurazione della capacità reale di compartecipazione delle famiglie alla spesa sociale
2. una maggiore equità nella compartecipazione alla spesa, che tenesse conto sia della composizione dei nuclei familiari, sia delle persone e famiglie in difficoltà, anche in ragione della crisi economica che attraversa la nostra Regione;
3. il riconoscimento che la ricchezza di una persona e/o famiglia si misura sia sul reddito che sul patrimonio;
4. un riconoscimento, anche differenziato, tra nuclei familiari che vedono la presenza di una persona disabile rispetto ad un anziano non autosufficiente, individuando forme differenziate, ma equilibrate, di compartecipazione alla spesa.
Non è stata una nostra scelta il blocco, da aprile 2011 a gennaio 2012, di qualsiasi discussione e ulteriore confronto sul provvedimento legislativo.
Nel frattempo il Governo (sia quello precedente che l’attuale) ha deciso di intervenire, tramite la delega sull’assistenza, sull’indicatore ISEE nonché sui criteri di compartecipazione alla spesa, prevedendo –stando alle dichiarazioni rilasciate in queste settimane- di assumere provvedimenti entro giugno prossimo.

Oggi il provvedimento in discussione in Aula si presenta, a nostro giudizio, modificato e stravolto in un punto fondamentale, dirimente e foriero di effetti difficilmente immaginabili: infatti si prevede che la compartecipazione alla spesa riguardi anche i Livelli Essenziali di Assistenza (definiti dalla normativa nazionale per tutto il territorio italiano). Si afferma cioè che in Lombardia (unica regione in Italia) i cittadini, oltre e al di là dei ticket attuali -rimodulati "alla lombarda"ma pur sempre previsti e istituiti dalla normativa statale- siano chiamati a compartecipare alla spesa sanitaria sulla base del reddito e del patrimonio del nucleo familiare dell'assistito. Riteniamo che così facendo si metta in discussione il principio costituzionale del “diritto soggettivo ma universale alla salute”!

Tutto ciò, prima ancora di valutarne la legittimità, sarebbe semplicemente assurdo in una Regione, come la Lombardia, che si è presentata sino ad oggi ai suoi cittadini e nel panorama nazionale come la Regione che non solo presenta un bilancio sanitario in equilibrio, ma che in questi anni ha garantito prestazioni sanitarie di qualità accompagnate da esenzioni superiori alla media nazionale (ad esempio le esenzioni per i ragazzi fino ai 14 anni, o soglie di reddito per gli anziani superiori a quelle statali). Con l'evidente risultato che la sanità lombarda, se con una mano (le esenzioni regionali) ti dà, con l'altra (il fattore famiglia lombardo) ti toglie!


Per questo Vi chiediamo di modificare, con il voto dell’Aula, il provvedimento, garantendo equità nella compartecipazione alla spesa sociale e a quella relativa alle prestazioni sociali in ambito socio-sanitario, obiettivo originario e da noi condiviso del PDL 66 licenziato dalla Giunta, così come del PDL 72 di iniziativa Consiliare, ma anche la continuità degli attuali livelli di gratuità sulla spesa sanitaria, fermo restando la vigente normativa statale.

Sappiamo che le risorse destinate alla spesa sociale e socio-sanitaria sono drasticamente diminuite, che Comuni e Regioni, tramite l’ANCI e la Conferenza Stato-Regioni, hanno portato all’attenzione dei Governi il tema dell’impatto sui cittadini e sulle famiglie di tali riduzioni, e che pertanto oggi più che mai sia necessario individuare forme di equità sostanziali nella partecipazione alle spesa. Ma questo non può tradursi in un aggravio, tutto da verificare in divenire nella sua dimensione e pesantezza, sulle famiglie lombarde anche della spesa sanitaria, già gravata da molti ticket e a cui si aggiungerebbe anche questa ulteriore tassazione sotto forma di compartecipazione.

Ed è per questa ragione che fin d’ora dichiariamo la nostra disponibilità, laddove il Consiglio Regionale assumerà con il proprio voto un orientamento diverso sul testo uscito dalla III Commissione del provvedimento legislativo n. 66, riportandolo nell’alveo della sola compartecipazione alla spesa sociale e a carattere sociale in ambito socio-sanitario, a proseguire e convenire le forme più idonee per la sperimentazione e l’implementazione del "Fattore Famiglia Lombardo".


Anna Bonanomi, Segreteria Regionale SPI-CGIL;   Nino Baseotto, Segreteria Regionale CGIL Lombardia

Milano, 13 febbraio 2012

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