CRISI: CGIL, CISL, UIL
DELLA LOMBARDIA RICEVUTI DAI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI LAVORO E ATTIVITA'
PRODUTTIVE DELLA CAMERA. IMPEGNO PER UN'AUDIZIONE SULLA LOMBARDIA E PER UN
TAVOLO CONGIUNTO TRA GOVERNO, REGIONE E PARTI SOCIALI
IN TRE ANNI PERSI
500MILA POSTI DI LAVORO. ACCUMULATE RICHIESTE MEDIE ANNUE DI OLTRE 250 MILIONI
DI ORE DI CASSA INTEGRAZIONE
NUMEROSA DELEGAZIONE DI
LAVORATRICI E LAVORATORI DELLE AZIENDE LOMBARDE IN CRISI OGGI AL PRESIDIO IN
PIAZZA MONTECITORIO
Roma, 15.5.2012.
Avviare
a Milano un tavolo di confronto tra governo, Regione e parti sociali, per
individuare concrete misure di rilancio del sistema produttivo e dell’industria
lombarda. E' una delle richieste presentate questa mattina da Cgil, Cisl, Uil
della Lombardia ai presidenti delle commissioni Lavoro e Attività produttive
della Camera, Silvano Moffa e Manuela Dal Lago, mentre era in corso il presidio
organizzato dai tre sindacati davanti a Montecitorio. Lavoratrici e lavoratori
delle aziende in crisi, arrivati da tutte le provincie della Lombardia, hanno
manifestato davanti alla sede della Camera per sollecitare impegni concreti per
il rilancio dell'industria e dell'occupazione.
Da parte dei due
presidenti è stato espresso l'impegno ad attivarsi con il governo affinché si
realizzi al più presto il tavolo di confronto richiesto. Inoltre, la presidente
Dal Lago si è impegnata a proporre al presidente Moffa un'audizione di Cgil,
Cisl, Uil della Lombardia da parte delle due commissioni Lavoro e Attività
produttive della Camera in seduta plenaria congiunta.
“Il sindacato
confederale non si è rassegnato e non si rassegna alla crisi profonda e
strutturale che ormai da oltre quattro anni sta colpendo l’impresa, il tessuto
produttivo e le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti, nel nostro Paese
e nella nostra regione – si legge nel documento consegnato ai presidenti delle
Commissioni -. E’ un’emergenza alla quale occorre dare nell’immediato quelle
risposte che sono attese ormai da troppo tempo. Se si ferma la regione con la
più alta presenza manifatturiera, con un tessuto produttivo di così alto valore,
si ferma il Paese”. “Non c’è giustificazione alcuna verso le rimozioni e i
ritardi irresponsabili rispetto alla crisi che hanno impedito di far fronte alla
gravità della situazione – prosegue -; e il mondo politico deve farsene carico
se vuole restituire senso e valore, credibilità e responsabilità alla propria
importante funzione per il sistema democratico del nostro Paese”.
In Lombardia negli
ultimi tre anni, dall’inizio della crisi, abbiamo accumulato richieste medie
annue di oltre 250 milioni di ore di cassa integrazione. Oltre 175.000 sono
stati i licenziamenti ufficiali, si sono persi circa 500 mila posti di lavoro,
si è ridotto di oltre il 20% il tessuto produttivo, il tasso di disoccupazione è
passato dal 4,5% a oltre il 6%. Il 75% delle assunzioni avvengono con contratti
a tempo determinato, la precarietà aumenta con il lavoro nero.
Cgil, Cisl, Uil lombarde
sollecitano dunque risposte “concrete, mirate e innovative, che rimettano in
moto la crescita e rilancino lo sviluppo e la buona occupazione”.
Nino Baseotto,
Segretario Generale Cgil Lombardia
Siamo davanti a
Montecitorio per dire che non è più sufficiente tamponare le ferite sociali che
la crisi ha prodotto e produce. Gli ammortizzatori sociali sono strumenti
indispensabili, ma non bastano più. Servono politiche per la crescita ed il
rilancio dell'occupazione. Al Governo, al Parlamento e, su piani diversi, a
Regione Lombardia diciamo che bisogna cambiare passo. La politica monetaria del
solo rigore ha fallito in Italia e in Europa. E' tempo di cambiare: scommettere
sul lavoro, promuovere politiche industriali degne di questo nome, investire su
scuola, università, formazione e ricerca, allentare i vincoli del Patto interno
di stabilità. Queste sono alcune delle cose da fare subito. Mi auguro che sia
accolta la nostra proposta di realizzare al più presto un incontro a Milano tra
il Governo, la Regione Lombardia e le parti sociali, per concordare concrete
misure utili a sostenere il rilancio del settore manifatturiero e terziario
della Lombardia. L'incontro di oggi è stato positivo, ma il nostro giudizio
verrà confermato solo se alle parole seguiranno i fatti.