Oltre 4.000 persone dalla Lombardia per partecipare alla Manifestazione Nazionale della CGIL di sabato 20 0ttobre a Roma. "IL LAVORO PRIMA DI TUTTO!"

Sono già oltre 4.000 le lavoratrici e i lavoratori che, organizzati dalle Camere del lavoro e dalle categorie della CGIL lombarda, parteciperanno alla manifestazione nazionale che si terrà sabato prossimo in Piazza San Giovanni, per portare a Roma la voce, i problemi e i bisogni del mondo del lavoro lombardo attraversato e colpito dalla crisi.

Come le altre strutture regionali, anche la CGIL Lombardia allestirà un gazebo nel quale si alterneranno attività e momenti di iniziativa, di informazione e di confronto con le lavoratrici e i lavoratori presenti alla manifestazione.

In particolare un gruppo di artisti realizzerà vignette e caricature sui temi di attualità, mentre un docente precario della scuola terrà una lezione sul diritto al lavoro. Sono poi previsti flash mob su salute e sicurezza con la compagnia “Teatro in Forum”, mentre il gazebo sarà caratterizzato da cartelli con slogan sulla crisi e verranno distribuite magliette con su la scritta “Lavoro prima di tutto”. Un numero speciale del gionale on line della CGIL Lombardia informerà sui vari aspetti della crisi nella nostra regione.

La CGIL non si rassegna e scende in piazza per sollecitare risposte concrete e avanzare, con il suo “Piano del Lavoro”, proposte alternative per riunificare il mondo del lavoro, rimettere in moto la crescita e rilanciare lo sviluppo e la buona occupazione.

In Lombardia dall’inizio della crisi si sono accumulate richieste medie annue di oltre 250 milioni di ore di cassa integrazione. Oltre 175.000 sono stati i licenziamenti ufficiali, circa 500.000 i posti di lavoro persi; si è ridotto di oltre il 20% il tessuto produttivo, il tasso di disoccupazione è passato dal 4,5% a oltre il 7%. Il 75% delle assunzioni avvengono con contratti a tempo determinato, e la precarietà aumenta con il lavoro nero, mettendo a serio rischio il futuro soprattutto delle nuove generazioni.

Se si ferma la Lombardia - la regione con la più alta presenza manifatturiera - con il suo tessuto produttivo di così alto valore, si ferma il Paese.

Molte sono ormai le aziende che hanno chiuso, mentre altre, dopo mesi di cassa integrazione, di riduzioni degli ordini e di mancanza di adeguate politiche del credito, sono sull’orlo del fallimento. L’allarme sociale è alto, e non può rimanere inascoltato. Non si esce dal tunnel della crisi con le politiche recessive e depressive del Governo. Così si comprimono la domanda interna e i consumi, mentre i tagli previsti alla spesa pubblica, a partire dalla riforma Fornero sulla previdenza che lascia senza stipendio e senza pensione migliaia di donne e uomini espulsi dal mercato del lavoro, e al sistema sociale faranno pagare un prezzo altissimo ai ceti popolari, al mondo del lavoro e ai pensionati, finendo per prosciugare la ripresa e lo sviluppo. E’ ora di smetterla di aggredire i diritti del lavoro e dei lavoratori, lo stato sociale, il valore e la funzione determinante del lavoro pubblico nei servizi, nella sanità e nell’istruzione. Vanno invece aggredite

le cause e le responsabilità di questa crisi globale e di sistema, e i problemi strutturali del nostro Paese, a partire dall’evasione ed elusione fiscale, dalla corruzione dilagante e dalle infiltrazioni mafiose che hanno messo in ginocchio l’istituzione regionale; problemi che vanno affrontati e risolti. Senza politiche industriali, nazionali e regionali, di investimento e di indirizzo pubblico in economia, finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo e crescita non si costruisce una prospettiva per il futuro del Paese e delle nuove generazioni. Non c’è giustificazione verso le rimozioni e i ritardi irresponsabili che hanno impedito di far fronte alla gravità della situazione. Il Governo, il mondo politico devono farsene carico, se vogliono recuperare la propria credibilità. Occorre mettere al centro dell’azione politica e delle scelte economiche il valore del lavoro.

Sesto San Giovanni, 16 ottobre 2012

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