APERTI STAMATTIMA GLI STATI GENERALI DELLA CGIL LOMBARDIA SULLA LEGALITA'.

Aperti stamattina con una relazione di Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia la riunione degli Stati generali della Cgil lombarda sulla legalità 

Pollenzo Bra 17 ottobre 2012.

Aperti stamattina con un breve saluto di Alberto Tomasso, Segretario generale della Cgil Piemonte e con una relazione di Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia, la riunione degli Stati generali della Cgil lombarda sulla legalità. Tra gli altri interventi della mattinata, quelli del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Torino Giancarlo Caselli e di Don Ciotti di Libera. Particolarmente applaudito l'intervento della vicesindaco del comune di Desio, Lucrezia Ricchiuti, che ha raccontato l'esperienza drammatica della lotta alle mafie nel suo territorio, e l'azione coraggiosa di una politica che sa stare a fianco delle gente e sa correre il rischio di contrastare i fenomeni criminali.

Il Procuratore Caselli nel suo intervento ha ricordato come le mafie costituiscano un'impresa che produce ricchezza "sporca" in mille modi. Alle attività più tradizionali si affiancano ormai industrie apparentemente legali. La criminalità organizzata può sfibrare il tessuto di una società e mettere in discussione la democrazia.
Il saccheggio globale operato dalla criminalità organizzata rappresenta il lato oscuro della globalizzazione, e permette che riaffiorino crimini che sembravano scomparsi, come la riduzione in schiavitù e la pirateria. Più legalità, meno mafie e' ormai la precondizione per creare le premesse robuste di uno sviluppo più' ordinato e vivibile, con prospettive e speranze di felicita' per tutti. La situazione e' drammatica, e troppo a lungo e' stato colpevolmente ignorato e sottovalutato l'espandersi della mafia in altre zone del Paese. Mafia al nord un tempo era una frase che poteva far venire l'orticaria ad alcuni.
La parola chiave per la lotta all'illegalità' e' riciclaggio. Ogni giorno la mafia accumula una grande quantità di denaro sporco, ma per poterne godere lo deve ripulire e investire senza che se ne scopra la natura illecita. Naturalmente, secondo logica, il riciclaggio si indirizza verso le zone piu' ricche, dove si investe.
E' un errore, ha proseguito Caselli, considerare la mafia un problema esclusivamente di ordine pubblico, di cui ci si occupa solo quando si macchia di crimini sanguinosi, perché' ci impedisce di cogliere in pieno la capacita' di influenzare il tessuto economico e sociale con una straordinaria opera di filtrazione: le mafie possono addirittura proporsi come soggetti capaci di creare processi apparentemente di sviluppo. Ci sono poi le complicità e le connivenze, ma ci sono anche soltanto le ambiguità, gli ammiccamenti, le sottovalutazioni che sono altrettanti regali fatti alla mafia. C'e un'economia parallela che risucchia commerci, imprese, forze economiche sane che spesso trovano enormi difficoltà nel costruire il loro futuro. Il mafioso, rispetto alle forze oneste gode di una serie di privilegi, e siccome il suo portafoglio e' sempre più gonfio, non ha bisogno di profitti, gli basta guadagnare fette di mercato anche praticando condizioni che la concorrenza non riesce a reggere.
L'economia illegale si espande come un'onda che si impadronisce di tutto, liquida come l'acqua che penetra ovunque. E si presenta come vincente mentre le forze di contrasto, lo stato, appaiono deboli, e il rallentamento delle regole, con i pessimi esempi istituzionali e le collusioni anche ad alto livello che sappiamo fanno il resto. Le mafie colonizzano, e rappresentano una minaccia per i diritti e la stessa libertà.
Chi ne studia l'evoluzione ci dice che esse hanno bisogno della cosiddetta borghesia mafiosa, di intrecci con pezzi del mondo politico e del mondo dei colletti bianchi.
Venendo meno la nettezza della linea di demarcazione tra lecito e illecito nelle attività economiche e produttive, la lotta alla mafia e' più difficile ed e' sempre più necessaria una magistratura preparata, organizzata e sempre più autonoma e indipendente, che e' il contrario di quello che si vuole far passare con certe riforme della giustizia. La politica torni a perseguire il bene comune, chiede Caselli, non puo' delegare tutto alle forze dell'ordine e alla magistratura, ma deve recuperare il suo primato. Obiettivo questo condiviso dal sindacato, e per questo partecipare al vostro incontro non e' soltanto un onore, ha concluso il magistrato, ma un apprezzamento per l'interesse e e l'impegno su questo tema, che e' di interesse generale per il nostro Paese.

Don Ciotti, di Libera, ha detto: "parto da una domanda: come mai da quattrocento anni noi parliamo di camorra in Italia, da duecento di cosa nostra e da oltre cento di 'ndrangheta calabrese? Come mai non si riesce a voltare pagina? Riconosciamo la grande generosità' del lavoro di magistratura e forze di polizia, e la meraviglia di un sedimento importante della politica seria, onesta, coerente, coraggiosa come dovrebbe essere tutta la politica, che ci ha portato la vice sindaca di Desio. La politica che deve essere al servizio del bene comune. Senza politiche sociali e interventi economici a tutela dei diritti delle persone più deboli non c'e' cambiamento. Oggi il problema più grave non e solo chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. E c'e' la drammatica realta' della delega che spinge troppi ad essere cittadini a intermittenza. Ma l'altro elemento grave e' che non possono esserci le mafie senza il concorso e la copertura della politica. Ma come e' possibile avere delle leggi trasparenti, che non facciano sconti a nessuno? Se non c'e un cambiamento radicale e profondo delle coscienze delle persone che fanno politica, che governano, non ci puo' essere nessun cambiamento. Lo abbiamo visto in questi giorni sulla legge anticorruzione: il governo aveva fatto una proposta, poi su un pretesto le lobby hanno fatto quadrato, e sono vent'anni che si chiede anche una legge per i reati contro l'ambiente.
Nel 2007 siamo riusciti insieme, con Libera di cui fa parte anche la Cgil, a far prevedere la confisca dei beni, ma se non si riesce a dimostrare la corruzione, applicare la legge non e' possibile. La politica non puo' uscire da questa deriva se non attraverso una profonda, radicale rigenerazione morale, tenendo in conto delle parole della Costituzione, che ha come spina dorsale il principio della responsabilità. La Costituzione e' il primo testo antimafia in Italia, e se solo fosse applicata....Noi dobbiamo insieme di più, amici del sindacato, anche chi lo fa già, parlare alle speranze della gente. Ricordando l'esperienza comune fatta l'estate scorsa a Torchiarolo sui terreni confiscati alla mafia, ha sottolineato che siamo di fronte a due emergenze: la prima e' l'emergenza civiltà, e la seconda e' l'emergenza etica. Fondamentale sarebbe intraprendere percorsi di inclusione sociale, le persone dovrebbero essere messe in condizione di rispettare la legge. Ma troppo spesso le risposte alla povertà e alla marginalità sono emergenziali, senza progetti veri di inclusione. C'e' una drammatica fragilizzazione dei servizi alla persona e alla comunità, e siamo in presenza di un profondo coma etico del nostro stato. Questo degrado morale e' devastante nei confronti delle nuove generazioni, e saranno lunghi i tempi per recuperare tutto questo. Prevale un pensiero sbrigativo, debole, una deriva culturale. Troppi considerano normale la mentalità' utilitarista, il tornaconto personale...e' in questo clima che troppi hanno scelto di non preoccuparsi del bene comune. Abbiamo bisogno che gli intellettuali si facciano sentire di piu'. Dobbiamo insieme non permettere il furto delle parole: la legalità, la solidarietà, la dignità umana, la pace, la giustizia, voi ne sentite parlare da quelli che le calpestano tutti i giorni, svuotate dei loro contenuti e rimesse in circolazione con abiti che non sono i loro. Non permettiamo insieme l'abuso di queste parole, difendiamole dai manipolatori. La politica che non trasforma le paure in speranze e' a sua volta una politica senza speranze, ha detto verso la fine del suo intervento Don Ciotti.

Al termine Melissa Oliviero della segreteria della Cgil Lombardia ha ringraziato e dato appuntamento per la seduta pomeridiana della tre giorni.


Pollenzo Bra 17 ottobre 2012

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