SPERIMENTAZIONE DEL 112, IL NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO.
PRIMO MONITORAGGIO SULL’IMPIEGO DI “LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI (LSU)” DOPO L’ACCORDO TRA LA REGIONE LOMBARDIA E CGIL CISL UIL REGIONALI.
DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA.
Lo scorso agosto Cgil Cisl Uil hanno firmato un Accordo sindacale con la Regione Lombardia - Assessorato al lavoro - per l’utilizzo di lavoratori e lavoratrici in mobilità o in cassa integrazione straordinaria (Cigs) per cessazione di attività ai sensi della Legge n.223/1991 che, su base volontaria, si fossero dichiarati disponibili a lavorare in qualità di operatori telefonici all’interno dei Call Center Laici (CCL) istituiti a Varese, Milano e Brescia per la sperimentazione del Numero unico di Emergenza Europeo 112 (NUE 112)”. “Con questo nuovo servizio, dice Fulvia Colombini della Segreteria della Cgil Lombardia, la cui sperimentazione partirà dalla nostra regione entro il 31 dicembre 2012 e si concluderà il 31dicembre 2013 per poi estendersi a tutti i territori, i cittadini avranno a disposizione un solo numero per le emergenze di ogni tipo: sanitarie, di ordine pubblico, per incendi o altre, e sarà cura del servizio pubblico smistare le telefonate all’autorità preposta all’intervento.
L’accordo prevedeva una ricognizione trimestrale dello stato di attuazione e il 17 ottobre si è svolto il primo incontro di verifica tra la Regione, rappresentata anche da Arifl (Agenzia Regionale Istruzione Formazione e Lavoro) e Areu (Agenzia Regionale per le Emergenze Urgenze) e Cgil, Cisl e Uil della Lombardia. Dopo i primi due avvisi, gestititi da Areu e dal Centro per l’Impiego di Varese, per il reclutamento di Lavoratori Socialmente Utili (LSU) da inserire presso il call center di Varese la situazione è la seguente:
· 35 candidature
· 20 lavoratori ammessi alla formazione (gli altri 15 hanno rifiutato a causa del tipo di lavoro)
· inserimento ad oggi: 5 già operativi e 9 in formazione
Gli abbandoni hanno motivi diversi, ma nella maggior parte dei casi la difficoltà è legata alla tipologia di lavoro e alla tipologia di orario (turni/notti/festivi) richiesta agli operatori del call center.
Il prossimo bando del Centro per l’Impiego (il terzo) scade il 25/10/2012.
Il territorio coperto dalla centrale operativa di Varese dal 6/11/2012 verrà esteso anche al distretto telefonico della provincia di Bergamo.
Al momento ci sono 40 persone in forza, 9 in formazione per un totale di 49. La centrale di Varese a regime necessita di 63 unità.
Il vantaggio nell’accettare la proposta per i lavoratori in cassa integrazione straordinaria o in mobilità - prosegue Colombini - consiste nel fatto che possono integrare l’indennità mensile percepita dall’Inps fino ad ottenere un guadagno complessivo di 1406,25 euro (imponibile IRPEF al netto delle ritenute previdenziali), equiparato al compenso della ‘categoria BS’ del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto sanità.
Al momento non vi è alcuna certezza di assunzione/stabilizzazione futura, ma il successo della sperimentazione del NUE potrebbe essere un primo passo per garantire un futuro a questo tipo di servizio.
Per individuare un numero maggiore di lavoratrici e di lavoratori interessati alla proposta in modo da garantire un numero sufficiente di inserimenti, si è pensato di produrre del materiale di propaganda specifico, di organizzare incontri da parte delle Organizzazioni Sindacali per presentare il progetto nelle aziende o presso le organizzazioni di categoria.
Si farà anche una verifica della possibilità di legare le azioni di conciliazione vita-lavoro attivate sul territorio con l’inserimento di LSU all’interno della centrale NUE.
Il nuovo aggiornamento è previsto per il 26 ottobre, dopo che il Centro per l’Impiego di Varese avrà inviato l’elenco delle persone che hanno risposto al terzo bando.
L’avvio del servizio sui territori di Milano e Brescia è stato posticipato al prossimo anno.
Ribadiamo - conclude Fulvia Colombini - che l'accordo, di cui va favorita l’attuazione, ha aperto prospettive positive per coloro che sono disoccupati o che perderanno a breve il lavoro, nel rispetto dei contratti nazionali e dei diritti individuali, e ciò è tanto più positivo visto il periodo di grave crisi economica e occupazionale che stiamo vivendo, che ci deve spingere a ricercare ogni possibile soluzione per la ricollocazione delle persone”.
Sesto San Giovanni, 23 ottobre 2012