CGIL Lombardia e UIL Lombardia

JOBS ACT, LEGGE DI STABILITA’, POLITICHE ECONOMICHE, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: “COSÌ NON VA!”

IL 12 DICEMBRE SCIOPERO GENERALE DI OTTO ORE. 

IN LOMBARDIA DUE MANIFESTAZIONI, UNA A BRESCIA E UNA A MILANO

Il 12 dicembre sarà sciopero generale di otto ore, per l’intera giornata lavorativa, per tutti i lavoratori pubblici e privati. Lo slogan scelto dalle due Confederazioni che l’hanno indetto, la CGIL e la UIL, è “Così non va!” per esprimere contrarietà verso le scelte del governo e sostenere le proposte sindacali sulla riforma della Pubblica Amministrazione, sul Jobs Act, sulla Legge di Stabilità e sulla politica economica.

Nella nostra regione le manifestazioni saranno due: una a Brescia, dove si concentreranno i territori di Cremona, di Mantova e della Valcamonica, con appuntamento alle ore 9.30 in Piazza Garibaldi e corteo fino a Piazza della Loggia, e una a Milano, dove convergeranno le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli altri territori della regione, con concentramento alle 9.30 in Porta Venezia e corteo fino a Piazza Duomo.
Preceduti da numerosi interventi di studenti, lavoratori delle aziende in crisi, delegate e delegati di diverse categorie, parleranno a Brescia il segretario generale della UIL di Brescia Daniele Balio ed Elena Lattuada, segretario generale della CGIL Lombardia che concluderà la manifestazione, e a Milano Graziano Gorla, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e Danilo Margaritella, segretario generale della UIL di Milano e Lombardia.

Ma la data del 12 dicembre ha un significato particolare per tutti i democratici e gli antifascisti italiani, dunque le manifestazioni sindacali saranno anche l’occasione per ricordare le vittime della strage di Piazza Fontana e chiedere in loro nome, ancora una volta, verità e giustizia.
I sindacati CGIL e UIL, con le loro categorie, le pensionate e i pensionati, scendono in piazza in tutta Italia con centinaia di manifestazioni per il lavoro, per ridare dignità al presente e per un futuro migliore. Il governo continua su una strada che non ha prodotto risultati: nessun contrasto alla crisi, nessun sostegno all’economia reale che produca in tempi rapidi un concreto piano di investimenti e una vera ripresa del sistema produttivo.

Le politiche economiche e quelle sul lavoro hanno peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone, indebolito i nostri sistemi di protezione sociale e ridotto le tutele per chi è più colpito dalla crisi. Con lo sciopero generale del 12 dicembre CGIL e UIL chiedono:
• Una riforma realmente universale degli ammortizzatori sociali
• di cancellare le iniquità contenute nella legge Fornero sulle pensioni
• di contrastare realmente il lavoro debole e precario
• di tutelare i lavoratori licenziati ingiustamente e senza un vero motivo
• una politica che tagli le tasse a lavoratori e pensionati e produca un vero contrasto all’evasione
• la rapida apertura della contrattazione nei settori pubblici
• la risoluzione delle molte crisi industriali anche con il rifinanziamento e la generalizzazione dei contratti di solidarietà
• misure di contrasto alle povertà
• di investire realmente in vere politiche attive per il lavoro
• un’azione rigorosa contro la corruzione, l’evasione, gli sprechi, gli appalti al massimo ribasso e l’economia illegale
• il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo della contrattazione come strumento essenziale per la tutela delle condizioni normative e salariali dei lavoratori
• un piano straordinario che metta in sicurezza il territorio dal rischio ambientale, promuovendo anche occasioni di lavoro per giovani.

CGIL e UIL chiederanno con forza anche di eliminare i tagli previsti al fondo per i patronati, in ragione della loro utilità sociale e della loro attività di tutela e di promozione di diritti fondamentali, soprattutto per la parte più fragile della popolazione.
Il Governo e il Parlamento possono e debbono cambiare in meglio la legge sul lavoro e la Legge di Stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione.
Si può far crescere il Paese se si investe sul lavoro e si aiuta chi è in condizioni di disagio, se si accetta la scommessa dell’innovazione e se si promuove più equità.
Il Sindacato vuole unire il Paese con il lavoro, estendere le tutele, e rimettere in moto l’economia. Il governo ascolti e si confronti su queste proposte, e finalmente “cambi il verso” di politiche inefficaci e sbagliate.

Milano 28 novembre 2014

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