Aziende confiscate alle mafie, parte il Progetto Icaro

Sei associazioni, tra cui la Cgil Lombardia, lanciano un nuovo progetto per il recupero delle aziende confiscate. "Bisogna ricordare sempre che un'azienda confiscata che chiude è una vittoria per le mafie"

29/10/2014 - Presentazione stamattina presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Università di Milano del Progetto Icaro.
Le aziende confiscate alle mafie in Italia sono 1707, di cui 223 in Lombardia, che e' la terza regione dopo Sicilia e Campania. Le aziende sequestrate sono circa dieci volte tanto. Dall’inizio della crisi sono aumentate del 65%, un dato che dimostra che un sistema economico indebolito è più soggetto alle infiltrazioni delle mafie e alla loro pervasività nel nostro sistema economico. Secondo alcune stime si può dedurre che i lavoratori coinvolti sono circa 80.000 e che la gran parte di queste aziende siano destinate al fallimento. Mediamente infatti tra un sequestro e una confisca passano circa 8 anni, un lasso di tempo che spesso compromette, insieme ad altri fattori, il futuro produttivo e occupazionale dell’azienda.

Nonostante questo fosco quadro un dato positivo e che fa ben sperare: sono centinaia le cooperative sociali o di produzione che sorte grazie alla legge sui beni confiscati, danno lavoro a migliaia di persone.

Luigi Lusenti, di Arci Milano, aprendo al conferenza stampa ha detto: e' molto importante l'impegno della società civile a fianco alle istituzioni; il senso del progetto e' proprio quello della costruzione di una rete che cercheremo di allargare oltre ai soggetti che gestiscono il progetto, con l'obiettivo di rimuovere gli ostacoli che ci sono per il riutilizzo dei beni confiscati e costruire un sistema di governance positivo.

Nando Dalla Chiesa ha definito Icaro un progetto di frontiera che si occupa di una realtà che va analizzata per i suoi effetti negativi, ma anche per le ricadute positive anche qui al Nord. Correttezza, competenza e coraggio, questi sono i tre principi ai quali occorre ispirarsi.
Il punto critico e' come riconvertire aziende che da un regime di favore devono passare rapidamente all'economia di mercato salvando produzione e occupazione.
E' un progetto europeo, e questo costituisce la seconda ragione del fatto che sia da considerarsi un progetto di frontiera. L'Europa accetta con molta fatica l'idea che la mafia non sia solo una questione che riguarda l'Italia.
Ci sono resistenze culturali, e questa doppia veste di frontiera del progetto determina il suo interesse.

Maria Morena Luca Assessore del Comune di San Giuliano e rappresentante di Avviso Pubblico per la provincia di Milano, ha sottolineato l'interesse dei comuni verso i beni sottratti alle mafie, che in gran parte vengono affidati agli Enti Locali e destinati a servizi sociali e dare risposte sul versante del diritto al lavoro, alla casa, all'istruzione. La criminalità organizzata non e' imbattibile. Questo progetto può ridare credibilità' allo stato per la grande valenza simbolica che assume.
Bisogna battere lo stereotipo negativo che dove c'e' la mafia c'e' lavoro. Per questo va cambiata la legislazione vigente, questo e' il senso anche della campagna "Io riattivo il lavoro" che AP insieme alla CGiL sta portando in tutta Italia, sfociata in una proposta di legge di ioziativa popolare Presentata in Parlamento.

Graziella Carneri della Segreteria della CGIL Lombardia ha sottolineato la convinzione totale della CGIL nel prendere parte a questo progetto. Ormai e' chiaro a tutti il fatto che ricostruire la legalita' nel sistema economico e' fondamentale per la ripresa, perché una delle ragioni della mancanza di investimenti in Italia e della scarsa attrattiva' del nostro Paese, e questo dovrebbe essere tra le priorità del Governo.
Ci si muove in un ambito difficile nel quale, sottolinea Carneri, la Lombardia e' la terza o la regione con quantità piu' alta di aziende confiscate; dal 2008 ad oggi sono addirittura aumentate del 65%, il che vuol dire che nella crisi ci hanno sguazzato rapinando le risorse che venivano a mancare all'economia sana del paese. Sono coinvolti 80.000 lavoratori, che dopo l'entrata in vigore della legge Fornero non hanno neanche diritto agli ammortizzatori sociali, come se fossero loro i colpevoli e non le vittime.
Lavorare per avere un data base e' fondamentale, e partendo dalle esperienze positive fatte in altri ambiti certamente diversi ma di gestione di beni confiscati, bisogna aiutare queste aziende a rilanciarsi. Certo, con i tempi lunghi dell'attuale legislazione non e' facile, ma si può fare molto per combattere l'illegalità creando anche lavoro buono. La CGiL e' impegnata su molti fronti, all'inizio della settimana abbiamo lanciato anche una campagna, "Una svolta per tutte", che toccherà le maggiori città italiane proprio per la legalita'. Assieme alle altre associazioni si andrà avanti per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati con il progetto Icaro.

Laura Miani del Centro d'Iniziativa Europea ha illustrato cosa sta facendo l'Europa sul terreno della confisca dei beni: in aprile ha emanato la direttiva 2014 proprio in tema di congelamento e confisca dei beni sequestrati alla mafia che e' molto importante, e' il frutto anche del lavoro delle associazioni che in Italia si sono battute su questo terreno, e rappresenta un passo in avanti che consente di mettere in campo strumenti efficaci. Entro ottobre del 2016 la direttiva dovrà essere applicata.
Affermare il concetto di colpire i proventi da reato, anche mafioso, ha un'enorme importanza per noi, e stabilire la collaborazione tra gli stati e' una condizione senza la quale e' impossibile combattere l'illegalità che supera i confini dei paesi europei.

Jole Garuti, a nome dell'associazione Saveria Antiochia Omicron ha presentato il
Comitato scientifico del progetto Icaro, che e' ancora provvisorio e verra' integrato con altri nomi di prestigio, che sara' composto dal Presidente, Nando Dalla Chiesa, da Paola Pastorino, da Marco Pardo e da Luciano Silvestri.
Lo stato ha vinto molte battaglie ma non ha vinto la guerra contro le mafie, ha detto Jole Garuti. Infatti l'arresto di molti mafiosi non ha impedito che le cosche si ricostituissero. Occorre costruire la società' civile, che vuol dire conoscere, informare e formare tutti i cittadini perché si convincano che la presenza delle mafie danneggia la loro vita. Bisogna partire dai piu' giovani, dai piu' piccoli: dall'educazione alla legalita' ora occorre passare all'educazione all'antimafia.
La condizione delle aziende sequestrate e' che non possono riprendere l'attività e salvaguardare l'occupazione, e dunque un primo passo e' accelerare i tempi, attraverso l'operato della magistratura, della ripresa produttiva.
Bisogna ricordare sempre che un'azienda confiscata che chiude e' una vittoria per le mafie, ha concluso Jole Garuti.

Al minuto 2,43 trovate il servizio andato in onda oggi alle 14 sul Tgr Lombardia sul progetto Icaro presentato nel corso di una conferenza stampa a Scienze politiche 
http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-d1771bdd-3372-4621-b543-25e70b1cdb11.html


ICARO - Instruments to remove Confiscated Asset Recovery's Obstacles
Ref. no. HOME/2013/ISEC/AG/FINEC/4000005223
Co-funded by the Prevention of and Fight against Crime Programme of the European Union.
This project has been funded with support from the European Commission. This communication reflects the views only of the author, and the European Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.



Milano 29 ottobre 2014

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