Ammortizzatori Sociali in deroga in Lombardia prorogati fino al 30 giugno 2014 - un accordo positivo ma si continua a navigare a vista e soprattutto senza risorse. 

Dichiarazione stampa di Fulvia Colombini della Segreteria della Cgil Lombardia

"Nella mattinata di oggi le Parti Sociali e la Regione Lombardia - dichiara Fulvia Colombini della segreteria della CGIL Lombardia - hanno concordato di prorogare l’Accordo Quadro sugli Ammortizzatori sociali in deroga di tre mesi, fino al 30 giugno prossimo, per non lasciare nessun vuoto normativo per le imprese e i lavoratori lombardi delle aziende in crisi, comprese le aziende del territorio mantovano colpite dal sisma del 2012. 

L’Accordo attualmente in essere scadrà il 31 marzo prossimo e senza questo rinnovo, che sarà operativo dal 1 di aprile 2014, circa 40.000 posti di lavoro potrebbero essere a rischio a fronte di un vuoto legislativo. Le Parti sociali e la Regione, con senso di responsabilità, hanno stabilito questa ulteriore proroga, concordando i testi e le modalità applicative che avranno il via operativo con la firma che verrà apposta il 31 marzo prossimo.
Il Governo Renzi ha annunciato nei giorni scorsi di voler procedere con la riforma degli Ammortizzatori Sociali, ma al momento non sono certi i tempi e i contenuti della riforma stessa, anche se sembra che quanto prima possano arrivare delle novità.
Gli Ammortizzatori sociali in deroga - aggiunge Fulvia Colombini - hanno svolto, a partire dal 2009 e svolgono tutt’ora, una funzione molto importante di sostegno al reddito per tutti coloro che sono esclusi dagli ammortizzatori ordinari: apprendisti, lavoratori a domicilio, soci lavoratori delle cooperative, dipendenti degli studi professionali, dipendenti delle aziende al di sotto dei 15 dipendenti per i settori industriali, dipendenti al di sotto dei 50 dipendenti delle aziende del terziario, oltre ad aver assicurato periodi aggiuntivi anche alle imprese più grandi, a tutela dei posti di lavoro e delle professionalità in attesa della ripresa.
Per quanto riguarda i contenuti normativi, l’Accordo Quadro proroga le norme già in essere, sia rispetto ai beneficiari: imprese e lavoratori, sia per la richiesta di cassa che per la richiesta di indennità di mobilità in deroga.
Superato oggi lo scoglio del rinnovo, la vera criticità è rappresentata dalla scopertura economica che chiediamo al Governo Renzi di risolvere a breve. Il problema del finanziamento degli Ammortizzatori in deroga è stato ricorrente per tutti i Governi: Monti prima, con una colpevole previsione di finanziamento molto al di sotto delle necessità reali, Letta che pur mettendo a disposizione un po’ di risorse in più non ha risolto le criticità, e adesso il nuovo Governo che eredita questa situazione.

In sintesi i fabbisogni del quadro lombardo.
Nel 2013 sono state presentate circa 20.000 domande di altrettante aziende per un totale di 107.000 lavoratori/lavoratrici. Le richieste ammontano a un totale di 707 milioni di euro e ad oggi ne sono stati decretati (ovvero è stata data disposizione all’Inps di pagare) circa 522 milioni. Nelle prossime settimane saranno decretati ulteriori 91 milioni e si produrrà uno scoperto di decretazione per circa 94 milioni relativi al 2013.
Per i primi tre mesi del 2014 sono arrivate 6.384 domande, pari a una richiesta di 118 milioni per 33.000 lavoratori e lavoratrici che al momento risultano totalmente scoperti dal punto di vista finanziario. Questa situazione determina molti ritardi nel pagamento da parte di Inps dell’indennità, e si viaggia ormai a 9 mesi dalla domanda. Per ovviare in parte a questo grave problema le parti sociali hanno raggiunto con la Regione l’accordo su “anticipazione sociale”, misura operativa da aprile, che consentirà ai lavoratori di chiedere fino sette mesi di anticipo sulle somme dovute da INPS, dando un po’ di respiro a chi si trova a non avere nessun reddito per mesi e mesi.
La CGIL Lombardia auspica che in tempi brevi si arrivi a una riforma generale degli Ammortizzatori sociali che includa tutte le imprese e tutte le tipologie di lavoro, compresi i parasubordinati; una riforma che sia inclusiva ed equa, ma nell’attesa dichiara che non è possibile far cessare di colpo le tutele che in questi anni sono state costruite faticosamente ai tavoli regionali, pena far salire di colpo i già alti tassi di disoccupazione, in una fase in cui si dice che si avvertono segnali di ripresa, che però al momento non hanno riflessi positivi sul lavoro. Occorre quindi - conclude la segretaria della CGIL regionale - fare ancora tutti gli sforzi possibili per sostenere lavoro, occupazione e professionalità".

Sesto San Giovanni 24 marzo 2014

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