CONFERENZA STAMPA DI CGIL E UIL LOMBARDIA STAMATTINA A MILANO PER PRESENTARE LE MANIFESTAZIONI IN OCCASIONE DELLO SCIOPERO GENERALE DI OTTO ORE DEL 12 DICEMBRE


Due manifestazioni il giorno dello sciopero generale in Lombardia: una a Brescia, dove si concentreranno anche i territori di Cremona, di Mantova e della Valcamonica, con appuntamento alle ore 9.30 in Piazza Garibaldi e corteo fino a Piazza della Loggia, e una a Milano, dove convergeranno le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli altri territori della regione, con concentramento alle 9.30 in Porta Venezia e corteo fino a Piazza Duomo.
Preceduti da numerosi interventi di studenti, lavoratori delle aziende in crisi, delegate e delegati di diverse categorie e pensionati, parleranno a Brescia il segretario generale della UIL di Brescia Daniele Balio ed Elena Lattuada, segretario generale della CGIL Lombardia che concluderà la manifestazione, e a Milano Graziano Gorla, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e Danilo Margaritella, segretario generale della UIL di Milano e Lombardia.

I cortei attraverseranno il centro storico delle due città lombarde seguendo il percorso tradizionale delle manifestazioni sindacali.
Ad aprire gli interventi, in simultanea sulle due piazze, la lettura dello stesso testo in ricordo delle vittime di Piazza Fontana a 45 anni dalla strage, di Piazza della Loggia e di tutti gli attentati che in quegli anni bui hanno segnato la storia d’Italia.

Illustrando le ragioni dello sciopero, i Segretari generali di CGIL e UIL hanno innanzitutto sottolineato che è la prima volta che uno sciopero viene indetto dalla CGIL e dalla UIL senza la terza Organizzazione Sindacale: “ma continueremo a lavorare perché si ricomponga l'unità - ha sottolineato Elena Lattuada - anche in vista degli atti che dovranno essere compiuti dopo l'approvazione del Jobs Act.
Si è scelto di fare due cortei, ha aggiunto, per permettere la maggiore partecipazione possibile a studenti, lavoratori e pensionati, e dal palco si alterneranno le tante facce del lavoro oggi in Italia.

Trattandosi di una data importante non solo per la nostra regione ma per tutto il paese, dalle due piazze ricorderemo Piazza Fontana anche al mattino, oltre che invitare tutti e tutte a partecipare alla manifestazione indetta per il pomeriggio dalle Associazioni dei famigliari delle vittime e dal Comitato Permanente Antifascista, in continuità con l’impegno, mai venuto meno da parte del sindacato, di chiedere piena luce su quei tragici eventi e che finalmente si faccia giustizia, per rendere davvero compiuta la nostra democrazia.
Sarà uno sciopero sui contenuti, dal Jobs Act alla Legge di stabilità, ma anche per dire che non ci piace l’idea di autosufficienza che anima questo Governo, che procede a colpi di fiducia. Pensare che il sindacato possa essere confinato alla contrattazione nelle singole vertenze, che pure ci stanno a cuore, e non sulle grandi questioni, dal cambio della politica economica a favore del lavoro, al welfare, vuol dire cambiare un paradigma che ha caratterizzato da sempre la politica italiana, e che ha consentito, grazie al ruolo del sindacato, una sostanziale tenuta del tessuto sociale che altrove è mancata, e che ha dato luogo anche alle esplosioni di conflitti sociali cui abbiamo assistito in altri paesi europei. Lo sciopero serve per dare fiducia e prospettiva al Paese, a partire da coloro che hanno sempre fatto il loro dovere: dal pagare le tasse, all’esprimere solidarietà nei confronti dei più deboli, al lottare per difendere la democrazia in questo Paese. La distanza più grande tra noi e questo Governo sta nel fatto che noi pensiamo che fare tutto da soli non sia possibile”.
Per Danilo Margaritella “lo sciopero non è un punto di arrivo ma di partenza. Oggi non è più come in passato, quando lo sciopero generale significava la caduta del governo; arriviamo a questa scadenza forti di mobilitazioni delle singole organizzazioni sindacali anche unitarie, come la manifestazione nazionale dei pensionati e quella del pubblico impiego, che fanno parte della lotta più generale sulla Legge di stabilità, il Jobs Act e quella che chiamiamo la controriforma del lavoro e che non ci convince”.

Margaritella ha sottolineato l’importanza delle lotte per il rinnovo dei contratti in corso, e i rischi di un modello pericoloso che partendo da alcune categorie potrebbe estendersi, che è quello che non riconosce la contrattazione nazionale, mentre per noi sono importanti i due livelli contrattuali”. Ha richiamato infine la ”necessità di un tavolo di confronto nazionale che garantisca al sindacato la possibilità di discutere e contare sui provvedimenti che riguardano lavoratori e pensionati”.

Milano 9 dicembre 2014
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