LA CGIL LOMBARDIA SULLA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE IN MATERIA DI PROCREAZIONE ETEROLOGA MEDICALMENTE ASSISTITA.

La Regione Lombardia, come altre Regioni nei giorni precedenti, ha deliberato sull’accesso alla fecondazione eterologa, resa possibile dalla sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile scorso ma, a differenza di altre Regioni, ne ha dato un’applicazione estremamente restrittiva: ha previsto infatti che l’accesso sia possibile solo in caso di accertata sterilità irreversibile di uno dei coniugi e non in tutti i casi previsti dal documento concordato il 4 settembre in sede di Conferenza delle Regioni; ha deciso inoltre che il costo delle prestazioni di Procreazione Medicalmente Assistita di tipo eterologo sia tutto a carico dell'assistita/o.

Tutto questo mentre in altre Regioni si è deliberato il pagamento di una tariffa agevolata o di un ticket (come in Toscana), oppure la Pma eterologa è stata considerata un livello essenziale di assistenza (LEA) e garantita gratuitamente per le coppie con problemi accertati di fertilità, come in Emilia Romagna ed in Umbria.
Poiché il costo di queste prestazioni è piuttosto elevato, è evidente che prevedere che resti a carico degli interessati rappresenta una grave limitazione sulla possibilità di accesso per molte coppie.
Crediamo che questa scelta rappresenti una grave discriminazione, tanto più inaccettabile in quanto afferma una selezione nell’accesso ad una prestazione sanitaria basata sulla capacità economica. Chiediamo quindi alla Giunta di rivedere questa impostazione, fortemente lesiva del principio di equità; chiediamo altresì al Governo che intervenga affinché sia garantito il diritto in tutto il Paese in egual misura.

Milano 17 settembre 2014

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