In Lombardia nel periodo gennaio febbraio 2014 aumentano complessivamente la cassa del 9% e i licenziamenti  del 61%, con il ricorso alla mobilità (l.223/91) e ben 35.291 sono già le domande  per Aspi.

Dichiarazione di Giacinto Botti della Segreteria della Cgil Lombardia

“L’economia reale in questo inizio 2014 non dà ancora i segnali sperati per l’uscita da una crisi che ha investito in questi 6 anni il sistema produttivo e manifatturiero lombardo. A dirlo è Giacinto Botti della Segreteria della CGIL Lombardia.

Nella nostra regione - aggiunge - occorre fermare la deindustrializzazione in atto, nella quale è concentrata la presenza di oltre il 30% dell’industria manifatturiera nazionale, e nella quale si registra una riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali.

Il nodo della Lombardia resta quello di creare lavoro e di riprogettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del Paese, insieme all’occupazione.

Occorre mettere in campo politiche economiche e sociali, risorse pubbliche e private alternative alle attuali e di sostegno al mercato interno e al tessuto produttivo.

II dato preoccupante è che anche nei primi due mesi del 2014 sono aumentate le richieste di ore di cassa  e dei licenziamenti rispetto allo stesso periodo del 2013.

La crisi entra in una nuova fase e cambia volto.

Si riduce la cassa ordinaria ma aumenta la straordinaria e la deroga, e contemporaneamente aumentano i licenziamenti con il ricorso all’ASPI e alla legge 223/91.

E’ una fotografia - conclude Giacinto Botti - del cambiamento dovuto alle tante chiusure di attività e di aziende e della riduzione del tessuto produttivo, in particolare nel comparto artigiano, nel commercio e nelle PMI, mentre l’aumento della cassa in deroga è la conseguenza del fatto che tante aziende non possono più ricorrere alla cassa ordinaria o straordinaria.

La cassa in deroga deve essere rifinanziata dal governo, almeno per tutto il 2014; se questo non dovesse avvenire ci troveremmo davanti ad un aumento significativo e socialmente non sopportabile dei licenziamenti”. 

I DATI

La cassa: crescono straordinaria e deroga.

In sei anni 1.343.941.793 di ore.

Complessivamente, nei primi mesi di gennaio-febbraio 2014, rispetto allo stesso periodo del 2103, si registra una crescita delle ore autorizzate di CIG del 9,16% (46.236.866 ore), una riduzione della cassa ordinaria del 21,29% (14.360.559 ore) e un aumento della cassa straordinaria del 21,26% (23.811.062 ore), mentre, per le ragioni che abbiamo sottolineato, aumenta vistosamente la cassa in deroga dell’80,24% (8.065.245 ore).

Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono: estrazione minerali metalliferi e non (1.410%), alimentari (86,35%), trasporti e telecomunicazioni (169,56%), servizi (213,91%), intermediari (175,47%).

Le province più colpite, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale sono: Cremona (161,29%), Lodi (231,60%), Mantova (264,73%), Sondrio (35,20%), Brescia (23,41%),

Milano (14,97%), Bergamo (13,56%),

Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, troviamo: Bergamo al 6,20%, Brescia al 8,27%, Como al 5,65%, Cremona al 5,15%, Lecco al 7,19%, Lodi al 3,26%, Milano al 2,77%, Mantova al 7,08%, Pavia a 3,24%, Sondrio al 2,26%, Varese al 5,83%. La media regionale si colloca a 4,73%.

I licenziamenti

I dati sui licenziamenti con la legge 223/91 preoccupano, evidenziano una fase nuova nella quale molte aziende, sopra i 15 dipendenti, dopo aver ultimato il ricorso agli ammortizzatori sociali, o deciso di non ricorrere ancora alla cassa ordinaria e straordinaria, decidono di fare ricorso alla mobilità, interrompendo il rapporto di lavoro con i propri dipendenti.

Segno di una preoccupante difficoltà a resistere dopo anni di contrazione della domanda interna, degli ordini e dei fatturati.  E anche, forse soprattutto, della poca fiducia rispetto alla possibile e auspicata ripresa, in considerazione di quanto prevedono alcuni autorevoli istituti per l’Italia in merito alla futura crescita, che per il 2014 dovrebbe attestarsi intorno ad un poco influente 0,7%, dopo anni di sprofondamento.

I licenziamenti dei mesi gennaio-febbraio 2014, cioè il ricorso all’indennità di mobilità attraverso la legge 223/91, segnano un aumento del 61,88% rispetto allo stesso periodo del 2013.  Sono 5.846 i licenziati nei primi due mesi, dei quali 3.298 solo nel mese di febbraio.

In quasi tutti i territori, esclusi quelli di Cremona, Monza-Brianza e Sondrio, si registrano aumenti. Gli incrementi più corposi di questi licenziamenti riguardano Mantova (+693%), Como (+ 160%), Pavia (+145%), Milano (+67%), Varese (+64%), Lecco (+61%), (vedi tabelle).

A questi licenziamenti si aggiungono nei primi due mesi le 35.291  domande di  ricorso all’ASPI, entrata a pieno regime quest’anno - ingloba anche le indennità di disoccupazione ex legge  236/93, che riguardano le aziende sotto i 15 dipendenti. Rimarchiamo che in Lombardia assistiamo all’ aumento della disoccupazione in ragione della costante e prolungata perdita di posti di lavoro, e di un aumento della precarietà e del lavoro a tempo determinato.

Possiamo solo ribadire che la ricchezza del Paese è il frutto del suo sistema produttivo e della sua economia reale e che, per la CGIL e le sue categorie, il lavoro e la politica industriale rimangono al centro delle proposte e dell’azione rivendicativa nei confronti del Governo e della Regione.

Sesto San Giovanni 21/3/2014

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