Dichiarazione di franco giuffrida, segretario cgil lombardia sullo sciopero dei trasporti
comunicato stampa
1 dicembre 2003: una brutta giornata per Milano.
Ora è indispensabile ricostruire il rapporto tra i lavoratori dell’ATM e la città
Quella di lunedì 1 dicembre 2003 può essere annoverata come una triste giornata del sindacato confederale.
Il blocco dei trasporti in gran parte della provincia di Milano, deciso unilateralmente dai dipendenti dell’ATM, rappresenta una sconfitta del sindacato confederale.
Cgil, Cisl e Uil hanno sempre guardato con particolare attenzione alle iniziative di lotta nel comparto dei trasporti.
Il diritto alla mobilità dei cittadini ed il diritto di sciopero dei lavoratori dei trasporti ha avuto da parte del sindacato confederale, attraverso il dispiegarsi delle iniziative di sciopero il suo giusto equilibrio.
Infatti la legge sul diritto di sciopero è stata preceduta di un interessante periodo in cui la protesta sindacale nel comparto dei trasporti è stata regolamentata attraverso un codice di autoregolamentazione che il sindacato si era dato in piena e responsabile autonomia.
Quel codice è stato propedeutico alle leggi 146/90 e 83/2000.
La storia del movimento sindacale è sempre stata quella di rispettare il diritto alla mobilità dei cittadini, programmando per tempo l’iniziativa di lotta e dando agli utenti i cosiddetti servizi minimi anche in momenti di forte conflittualità nelle relazioni tra le parti.
Quella dei lavoratori dell’ATM di Milano rappresenta una profonda ferita nei rapporti con la città e complica la realizzazione dei contenuti contrattuali.
Una lotta sbagliata, quella dei tranvieri di Milano, che ha avuto l’effetto di annullare le giuste motivazioni della protesta e rischia di isolare la categoria dal contesto sociale.
I trasporti sono un comparto complesso che ha bisogno di essere governato con regole adeguate in particolare nei momenti in cui si decide di interrompere un servizio per attivare un conflitto sindacale.
I tranvieri sanno che alle fermate dei tram, dei bus e della metropolitana nelle prime ore del mattino si trovano soprattutto lavoratori che svolgono attività umili, pesanti, in condizioni di debolezza nel rapporto di lavoro.
La scelta consapevole di colpire in particolare una platea vulnerabile di cittadini non fa onore ad una categoria di lavoratori che ha rappresentato la storia della città di Milano.
Il rapporto di fiducia tra i lavoratori di ATM ed i cittadini milanesi con la protesta di ieri è entrato in crisi ed allo stesso tempo anche quello con le organizzazioni sindacali confederali ha subito una battuta d’arresto.
E’ necessario ricomporre rapidamente credibilità e solidarietà sulle giuste rivendicazioni di carattere contrattuale nel rispetto delle leggi dello stato.
E’ altresì importante il riconoscimento del lavoro del “tranviere” per la sua caratteristica professionale e per lo spirito di servizio richiesto.
Milano ha bisogno di questi lavoratori e del loro indispensabile lavoro per meglio rispondere alla forte richiesta di mobilità nelle grandi aree urbane.
Sesto San Giovanni, 2 dicembre 2003