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Un convegno della cgil lombardia e della fnle oggi a milano sul riordino del sistema idrico regionaleSi è svolto il 23 gennaio 2003, presso la Camera di Commercio, il convegno della Cgil lombarda dal titolo “L’ORO BLU-PER IL RIORDINO DEL SISTEMA IDRICO LOMBARDO”, al quale sono intervenuti tra gli altri l’Assessore alla Risorse Idriche della Regione Lombardia, dott. Maurizio Bernardo, ed il Direttore di Federgasacqua, ing. Renato Drusiani.
Numerosi i contributi dei rappresentanti delle maggiori aziende lombarde, di Enti e Associazioni del settore (ARPA, Contratto Mondiale sull’acqua ecc., delegati e lavoratori del settore.
Gli interventi di Franco Giuffrida, segretario CGIL regionale, e le conclusioni di Giacomo Berni, segretario generale FNLE nazionale, hanno posto in evidenza il punto di vista della Cgil territoriale e di categoria.
La CGIL e la FNLE (Federazione dei lavoratori dell’Energia) con questo convegno ha voluto aprire una discussione ed un ragionamento sul governo sostenibile delle risorse idriche, una delle più grandi sfide per la nostra civiltà.
Il 2003 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite l’anno internazionale dell’acqua.
L’Oro Blu, inteso come servizio-bene indispensabile per l’umanità, elemento esauribile di importanza vitale, generatore di vita è fonte di sviluppo e sopravvivenza.
Ogni anno, per mancanza di acqua potabile muoiono 6000 bambini ed altrettanti, ma questa volta al giorno, sono coloro che muoiono per malattie legate all’uso di acqua non potabile. Si può vivere un mese senza cibo, ma solo una settimana senza acqua.
Questi dati impongono di valutare i problemi dell’acqua, l’erogazione di questo servizio fondamentale, con una visuale particolare.
La relazione di Natale Carapellese, coordinatore regionale Fnle del settore acqua-gas, è partita dalla considerazione che l’acqua è un bene pubblico universale, come definito dal Sindacato Internazionale dei Servizi Pubblici, quindi non vendibile, non privatizzabile, che deve essere assicurato a tutti.
Il sindacalista ha poi affrontato il problema del “Riordino del servizio in Lombardia”, i ritardi accumulati per difficoltà burocratiche della pubblica amministrazione, la necessità di superare il localismo delle gestioni, la costituzione degli Ambiti Territoriali Ottimali a 10 anni dall’approvazione delle Legge Galli, sostenendo che “diventa necessaria una politica sostenibile delle risorse idriche attuando una classificazione delle acque, nel rispetto dell’ambiente, con un uso più razionale attraverso anche il riutilizzo. Occorre applicare strumenti di controllo e sanzionatori secondo il principio “chi inquina paga”. Infatti”-ha aggiunto Carapellese-“ rappresenta un elemento di inciviltà inaccettabile il fatto che una metropoli come Milano non sia ancora dotata di una regolare depurazione e che si facciano, di conseguenza, confluire tutte le acque reflue nel Po e quindi nell’Adriatico”.
Il convegno ha affrontato i temi della qualità del servizio, degli investimenti e delle tariffe, dei modelli e delle forme di gestione e anche, ovviamente, i riflessi sui lavoratori e le prospettive sindacali. Carapellese ha sottolineato infine l’inevitabilità del processo di adeguamento alle direttive europee e l’esigenza che, superando ogni forma di protezionismo, si vada invece nella direzione di rendere competitive le nostre aziende a livello europeo.
Il convegno è stata dunque l’occasione per discutere sui punti critici del processo e per interrogarsi su cosa occorre fare per modernizzare un settore di grande rilevanza che rappresenta una sfida ed una opportunità da cogliere per amministratori, management e lavoratori.
Rispondendo agli elementi critici sollevati dal sindacato, l’Assessore ai Servizi della Regione Lombardia Maurizio Bernardo ha riconosciuto che la legge Galli è ancora ampiamente inapplicata. Ha poi denunciato come la forte presenza sul mercato delle multinazionali straniere impedisca a quelle italiane di competere adeguatamente.
“Colgo questa occasione per comunicarvi che presto andrà in discussione in Consiglio Regionale un Disegno di Legge in materia anche di risorse idriche che tende a modificare la legislazione vigente e anche l’articolo 35 della Finanziaria 2002”.
Proseguendo il suo intervento, Bernardo ha sottolineato che, pur essendo la Giunta Formigoni politicamente omogenea al Governo nazionale, ha intenzione di svolgere non proprio un ruolo critico ma propositivo rispetto ad una parte di quell’articolo che, secondo l’Assessore, andrebbe rivisto. In particolare Bernardo ha richiamato il tema delle gare, degli aspetti temporali e transitori-ha praticamente annunciato la richiesta di una proroga. Infine ha rintuzzato i richiami che Monti ha rivolto al nostro Paese.
Preoccupato della presenza delle aziende straniere anche l’Ing. Renato Drusiani, Direttore di Federacqua, che ha denunciato i ritardi della politica che hanno impedito alle aziende, nel nostro paese, di attrezzarsi alla competizione di mercato.
Così “le aziende straniere vengono da noi e le nostre o non si presentano o perdono le gare; in Italia, in pratica non esistono quasi competitori veri in questo settore”-ha detto Drusiani. Non esistono regole di gara né tantomeno regole tariffarie e a questo occorre subito porre rimedio; in questo senso l’articolo 35 della legge Finanziaria, con tutte le critiche che si possono fare, contiene le regole giuste. Inoltre non ci sono parametri che premino la qualità del servizio e la buona gestione”.
Franco Giuffrida della Segreteria della Cgil Lombardia ha ricordato che proprio in questi giorni, a Porto Alegre, il Forum Mondiale ha posto al centro delle questioni legate all’ambiente sostenibile, il tema dell’acqua come diritto umano e sociale da garantire a tutti i popoli; l’acqua come servizio e bene di consumo che aiuta però anche lo sviluppo industriale.
“Qui in Lombardia”-ha detto il sindacalista-“siamo in una realtà che spinge molto verso il federalismo e non si capisce come problemi come questo, che vedono una diretta responsabilità dell’ente locale (vedi anche la legislazione nazionale in materia), debbano essere affrontati con il pressappochismo con il quale opera la Giunta Formigoni.
In un sistema così complesso”-ha detto Giuffrida-“ci vuole un coinvolgimento del sindacato e dei lavoratori, così come le gare-strumento per liberalizzare il settore-devono prevedere regole che salvaguardino l’occupazione e i diritti contrattuali. La gara”-ha concluso Giuffrida-“non deve basarsi infatti sulla riduzione dei costi ma sulla qualità del servizio”.
Concludendo i lavori del convegno Giacomo Berni, Segretario Generale Nazionale della Fnle ha detto: “Il 21 febbraio la Cgil ha chiamato allo sciopero “contro il declino industriale” le categorie dell’industria; i nostri settori-acqua, luce, gas- parteciperanno perché la qualità delle infrastrutture precede lo sviluppo e lo consolida.
Più che stare a rimarcare che Bruxelles va troppo forte”-ha detto Berni-“e che le imprese straniere vengono ad occupare il nostro mercato, visto che all’utente interessa soprattutto la qualità del servizio e non la nazionalità di chi lo eroga, preoccupiamoci di mettere in grado le imprese italiane di competere anche sul mercato europeo, cosa che ora non è possibile per precise responsabilità politiche ed imprenditoriali.
Mentre sparisce dal mercato il marchi italiano dell’auto, nel settore delle risorse idriche cosa fanno le imprese italiane? Che scelte di investimento fanno in termini di innovazione tecnologica, di ricerca e di sviluppo per diventare competitive e offrire un servizio adeguato?
Ci sono ritardi e responsabilità politiche e imprenditoriali”-ha detto ancora Berni citando l’esempio di un comune come quello di Milano che non ha ancora un depuratore.
La scelta di aggregarsi noi la condividiamo, il nanismo non aiuta, tant’è che abbiamo realizzato un contratto unico pubblico privato molto innovativo. Purtroppo però le imprese del settore non lo applicano con coerenza anzi, con la terziarizzazione cercano di applicare altri contratti. Questo perché”-ha concluso il Segretario della Fnle-“le imprese dei servizi pensano che la competitività si debba basare sui costi, mentre per noi non esiste qualità del servizio senza la qualità del lavoro”.
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