La legge 30 e la sicurezza sul lavoro


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La Legge 30 e la sicurezza sul lavoro

La vicenda di Genova ripropone il problema della diffusione del lavoro irregolare e delle conseguenze sulla sicurezza del lavoro.
Con il varo della Legge 30, entrata in vigore il 23 ottobre 2003 con il Decreto attuativo n.276, si determinano però condizioni di possibile elusione e allentamento delle norme, pur restando all’interno dell’alveo del lavoro regolare.
La legge 30 dispone infatti l’abrogazione della Legge 1369 del 1960, che vietava l’interposizione di manodopera, introduce la possibilità di affittare manodopera anche a tempo indeterminato, facilita il ricorso agli appalti, riduce i vincoli ai trasferimenti di “pezzi”di impresa, offre alle imprese una miriade di tipologie contrattuali precarie ed instabili.
L’effetto combinato di questi provvedimenti è un prevedibile allungamento della catena di passaggi dall’impresa committente al lavoratore, con l’allentamento delle responsabilità e dei doveri giuridici, economici e sindacali dell’imprenditore.
Si può determinare una situazione in cui un’impresa committente potrà essere scomposta in micro imprese adibite a diverse attività, le quali potranno avvalersi dell’apporto di lavoratori affittati da altre imprese o da appalti, che a loro volta potranno utilizzare lavoratori con contratto a termine, o con contratto intermittente (a chiamata), o ancora, a part time, con orari contrattuali base di poche ore ma incrementabili con prestazioni aggiuntive supplementari.
Invertendo la catena, un lavoratore potrebbe in concreto essere dipendente di un certo datore di lavoro, attendere la sua chiamata, essere affittato ad un’altra impresa, e prestare la sua opera professionale all’interno di locali e strutture di un’ulteriore impresa.
Ma le possibilità che la Legge 30 offre possono permettere anche varianti ancora più frammentate e complesse.
In questo nuovo quadro normativo, è prevedibile un aumento delle difficoltà per le stesse attività ispettive e di controllo sull’applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro, che rappresentano la condizione primaria per un efficace e serio intervento di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Il problema degli infortuni rappresenta anche in Lombardia una drammatica realtà, con un dato di 204 infortuni mortali nel 2002, che sembra ripetersi anche nel 2003, con una maggiore incidenza nelle aziende e nei settori con maggiore incidenza di rapporti di lavoro precario.


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