Cgil lombardia: intollerabile la morte di dodici lavoratori dall’inizio dell’anno


Davide Alberti 27 anni, Paolo Ferrari 28 anni, Carla Caldara 49 anni, sono solo alcuni dei nomi dei 12 lavoratori e lavoratrici che hanno perso la vita sul posto di lavoro dall’inizio dell’anno in Lombardia.


Un numero impressionante, che fa inorridire in una delle più importanti e sviluppate regioni dell’Italia del 2003.


12 morti in venti giorni di lavoro, una realtà che abbiamo tante volte definito intollerabile.


Eppure si continua a tollerare, nonostante l’appello che anche il PG di Milano ha voluto lanciare in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario.


Eppure la Giunta regionale non prende ancora provvedimenti né accetta di aprire un confronto con le Organizzazioni Sindacali per affrontare finalmente questo problema e rimuovere le cause di un fenomeno che è possibile evitare con le iniziative e i mezzi adeguati.


Ci sono ritardi e precise responsabilità nell’applicazione delle leggi e nel controllo da parte degli organi competenti, così come la logica di un mercato del lavoro flessibile e precario comprime i diritti e le tutele dei lavoratori anche sul piano della salute e della sicurezza.


Noi abbiamo voluto nominare alcuni dei morti sul lavoro per ricordare che dietro ogni notizia tragica esiste una persona, una famiglia, una storia e ci impegneremo ogni giorno, nella nostra iniziativa di mobilitazione e di denuncia, a tenere viva l’attenzione di tutti su questo problema.


Da lunedì 3 febbraio, sul sito della Cgil Lombardia terremo il triste aggiornamento del conto perché nessuno si senta sollevato dalle proprie responsabilità e continueremo nel nostro impegno affinché il lavoro smetta di essere quasi quotidianamente sinonimo di rischio della vita.

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