Chi usera’ le armi prodotte in italia? dichiarazione di susanna camusso segretario generale della cgil lombardia


Questa mattina si è svolto il dibattito parlamentare sulle modifiche definitive al testo che riguarda il commercio delle armi.


Dopo il convegno del 14 aprile organizzato dalla Cgil Lombardia avevamo deciso di organizzare una presenza critica davanti al Parlamento, ma la decisione di iscriverlo all'ordine del giorno odierno, un blitz della maggioranza, accompagnato dalla scelta dei tempi contingentati per la discussione, ce lo ha impedito.


Tanto zelo serve a contenere il dissenso, cresciuto dopo le mobilitazioni pacifiste e le prese di posizione di associazioni e sindacati.

Abbiamo più volte chiesto una maggiore attenzione di Parlamentari, Senatrici e Senatori su una materia complessa e delicata che lega le scelte di politica estera, di politica industriale, la vocazione e la sensibilità di pace del nostro paese.

La necessità di recepire i contenuti dell’Accordo di Farnborough in materia di politiche di integrazione dell’industria della Difesa europea, rischia di essere un pretesto per cancellare una legge giusta, la 185/90, costruita con il consenso delle associazioni cattoliche e laiche per la pace e il disarmo, le ONG e le associazioni di volontariato e cooperazione internazionale, le organizzazioni sindacali e gli organismi di base dei lavoratori delle imprese che producono armamenti e sistemi per la Difesa.

Una legge che prevedeva un controllo rigoroso sulla destinazione finale dei sistemi di difesa prodotti nel nostro paese, escludendo i paesi in guerra e quelli che violano i diritti umani, impedendo le triangolazioni e controllando le transazioni finanziarie.

Una relazione annuale rigorosa e rispettosa del ruolo dei soggetti impegnati a vario titolo al controllo degli armamenti e del loro commercio.


Tutto questo rischia di venir cancellato dal testo in discussione.
La stessa modalità della discussione odierna, con tempi contingentati e scarso dibattito, esplicita il disagio che pure è emerso in questi mesi tra le donne e gli uomini eletti in Parlamento.


Chiediamo ai parlamentari una prova di sensibilità e autonomia politica, lasciando cadere l’ipotesi di una discussione rapida e ipocrita e promuovendo al contrario una discussione pubblica e diffusa. Chiediamo di ascoltare su questi temi i soggetti sociali, le associazioni, i sindacati dei lavoratori interessati, la domanda di pace della società italiana, la volontà di un paese libero che favorisce l’integrazione e la difesa europea, per essere promotori di sviluppo, pace, eguaglianza e non di morte.

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies