Lavoratori esposti all’amianto. la finanziaria punisce le persone a rischio impedendo il prepensionamento.
CGIL CISL UIL LOMBARDIA
COMUNICATO STAMPA
Lavoratori esposti all’amianto. La Finanziaria punisce le persone a rischio impedendo il prepensionamento.
Escluse misure di prevenzione e sorveglianza.
CGIL CISL UIL e i patronati INCA, INAS, ITAL della Lombardia, in materia di benefici per i lavoratori esposti all’amianto, nel riconfermare la normativa preesistente che prevede il riconoscimento del diritto sulla base di un rigoroso controllo delle mansioni effettivamente svolte e certificate, esprimono totale contrarietà e denunciano il carattere punitivo del provvedimento contenuto nell’articolo 47 del decreto legge collegato alla Finanziaria.
Una legge fatta esclusivamente per motivi di cassa, che stravolge tutta la precedente normativa e mette in discussione i diritti dei lavoratori, andando addirittura a negare diritti già riconosciuti ed escludendo misure di prevenzione e di sorveglianza.
Dal 1° ottobre 2003 più di 60 mila lavoratori in tutta Italia e diverse migliaia in Lombardia, già riconosciuti come esposti al rischio amianto con specifico attestato rilasciato dall’Inail, in riferimento alle linee d’indirizzo del Ministero del Lavoro e delle certificazioni delle Contarp/Inail, non possono più presentare all’Inps le domande di prepensionamento, annullando per decreto legge il loro diritto già riconosciuto.
In sostanza, il Governo abbatte del 50% il riconoscimento delle rivalutazioni dei periodi d’esposizione all’amianto per i lavoratori che sono stati esposti a questo fattore di rischio oltre i 10 anni.
In pratica, per ogni anno effettivamente lavorato non sono più riconosciuti 6 mesi di rivalutazione ma solo 3. Inoltre, il coefficiente che passa dall’1,50 all’1,25 serve solo alla rivalutazione dell’importo della pensione e non per il diritto al collocamento in pensione.
Migliaia di lavoratori, dal 1° ottobre 2003 dovranno ripresentare entro sei mesi una nuova domanda all’Inail del territorio di residenza per verificare l’esposizione a 100 fibre/litro medie annue per otto ore al giorno. Inoltre questi lavoratori, prima di ripresentare la loro domanda, dovranno aspettare due mesi nell’attesa delle modalità d’attuazione del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia.
A rendere più drammatico il quadro si aggiunga che “alcune migliaia di lavoratori” hanno già presentato le dimissioni dall’azienda in cui erano occupati per poter inoltrare la domanda di pensionamento all’Inps. Questi lavoratori rimangono quindi “senza lavoro e senza pensione” e saranno costretti a lavorare (magari) fino ai 65 anni previsti dalla cosiddetta riforma Maroni e per di più dovranno ripresentare la domanda per ottenere il riconoscimento dell’esposizione all’amianto.
Questo governo lede interessi legittimi e diritti, senza alcun rispetto del confronto tra le parti, creando una situazione tanto assurda giuridicamente quanto inaccettabile socialmente.
CGIL CISL UIL della Lombardia chiamano i lavoratori alla mobilitazione e a sostenere tutte le iniziative, a partire dallo sciopero generale unitario del prossimo 24 ottobre, per affermare i diritti previdenziali e per tutelare i lavoratori colpiti dal decreto, costringendo il governo a ritirare il provvedimento.