La cgil lombardia sulle trattenute sullo stipendio ai medici che curano migranti senza più' permesso.


COMUNICATO STAMPA

La Cgil Lombardia sulle trattenute sullo stipendio ai medici che curano migranti senza più' permesso.
Dichiarazione di Lella Brambilla della segreteria e di Giorgio Roversi della CGIL Lombardia.



Ai medici di medicina generale della Regione Lombardia, è stata trattenuta una parte dello stipendio per aver prestato assistenza sanitaria a cittadini extracomunitari che avevano perso il diritto al permesso di soggiorno.

La perdita del diritto alla assistenza sanitaria di base avrà l’effetto di aumentare pesantemente il ricorso al Pronto Soccorso per cure improprie, con il risultato di intasare l’accesso e di far pagare l’assistenza sanitaria agli immigrati, ti tutto ciò è responsabile la Regione Lombardia.

Occorre inoltre sottolineare che tutti i cittadini immigrati per iscriversi alla anagrafe sanitaria della Regione Lombardia hanno avuto un periodo di permanenza regolare sul nostro territorio. Ha senso allora interrompere il rapporto di fiducia che si è costruito negli anni tra medico di medicina generale e il paziente solo perché viene a mancare il permesso di soggiorno?
Certo è la legge Bossi Fini che lo prevede, ma perché non vedere che siamo di fronte a persone alle quali va garantita la tutela della salute.

Ai medici chiediamo di non accettare le pressioni della Regione e di continuare a garantire l’assistenza sanitaria e la cura delle persone come hanno fatto fino ad oggi, anche agli immigrati non più iscritti al S.I.S.S. per la tutela della salute della persona e dell’intera collettività.

Infine apprendiamo che nell’ultimo cedolino di paga dei medici di medicina generale, sono stati segnalati i nominativi delle persone che non avrebbero più diritto all’assistenza sanitaria e per i quali la Regione Lombardia ha provveduto ad effettuare le trattenute retroattive e senza informazione e preavviso.
La dicitura dell’elenco non appare certamente la più appropriata in quanto si legge: “elenco degli assistibili iscritti a termine parcheggiati nel mese di:…………”.
Non immaginavamo che l’iscrizione a termine al S.I.S.S. di uomini e donne potesse essere paragonata alla sosta in un parcheggio per auto e che, conseguentemente, i medici fossero dei parcheggiatori.
Avremmo preferito una formulazione più vicina al riconoscimento della dignità di quelle persone che attraversano un periodo certamente non facile della loro esistenza.

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