Poste e permessi di soggiorno: un fallimento annunciato
Cgil Lombardia Inca Cgil Lombardia
COMUNICATO STAMPA
POSTE E PERMESSI DI SOGGIORNO: UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Se qualcuno pensava di aver trovato in “Poste italiane” lo strumento capace di dare una svolta positiva all’attività relativa a permessi e carte di soggiorno, che peraltro in Lombardia era egregiamente svolta dalle Questure e da numerosi Comuni, non ha che da ricredersi.
Il portale predisposto dall’azienda, dove devono confluire telematicamente le domande trasmesse dai Patronati per conto del cittadino straniero, è spesso inaccessibile: nelle ultime tre settimane è addirittura aumentata la frequenza con la quale il sito risulta disconnesso.
Le persone straniere che si recano nei nostri uffici su appuntamento si trovano a dover attendere che il sito riprenda a funzionare o a fissare un nuovo appuntamento; per evitarlo non resta agli operatori del patronato che compilare i kit manuali.
Lo strumento informatico che dovrebbe garantire tempi più celeri e, pertanto, un miglior servizio per gli immigrati è divenuto, di fatto, un limite all’esercizio dell’attività di tutela svolta dai Patronati, anche perché “Poste italiane” persiste nel non eliminare questa e le altre disfunzioni manifestatesi.
In particolare pretende di avere dei dati che l’immigrato non è tenuto a possedere, ma la cui mancanza non consente all’operatore di Patronato di procedere all’invio telematico della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno.
A queste condizioni il lavoro a tutela dei cittadini extracomunitari diventa difficoltoso; gli ostacoli che quotidianamente gli operatori di Patronato si trovano ad affrontare vanno a scapito dello straniero che si trova a dover sopportare tempi d’attesa più lunghi del necessario e, in alcuni casi, a dover ritornare più volte per veder conclusa la propria pratica.
Ciò nonostante “Poste italiane” incassa 70 € da ciascun cittadino immigrato: cosa aspetta il Ministero dell’Interno ad intervenire?
Sesto San Giovanni 28 febbraio 2007