Birmania: la cgil partecipa alla manifestazione di solidarieta'


Birmania
La Cgil parteciperà oggi alla manifestazione di solidarietà in Campidoglio

(U.S. Cgil) La CGIL partecipa alla manifestazione di solidarietà ai monaci buddisti e al popolo birmano, promossa per oggi, 24 settembre, alle 18.30 al Campidoglio.
“La protesta pacifica dei monaci e delle monache buddiste – si legge in una nota del dipartimento internazionale della Confederazione- e le manifestazioni contro il caro vita dei giorni scorsi, brutalmente represse dal regime, richiamano la responsabilità della comunità internazionale verso una feroce dittatura militare che ha portato il paese in uno stato di miseria e di disgregazione sociale senza precedenti, utilizzando tutte le peggiori pratiche di repressione politica e sociale e di sfruttamento di centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini, in molti casi costretti al lavoro forzato.
“La illegale detenzione della Signora Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace nel 1991, è la drammatica esemplificazione della carcerazione e repressione di un popolo intero, della fuga e migrazione forzata di milioni di persone, della "negazione del futuro" per intere generazioni di bambini e ragazzi - come non smette di denunciare, tra gli altri, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro.
“Un vero processo di democratizzazione, del quale, purtroppo, non si intravvedono ancora intenzioni reali, dipende dall'ulteriore rafforzamento della pressione internazionale sulla giunta militare al potere.
“La CGIL conferma il suo sostegno alle campagne di sensibilizzazione e mobilitazione del movimento sindacale internazionale, soprattutto nei confronti di quelle aziende multinazionali che non cessano di speculare sul lavoro forzato garantito dalla dittatura e la sua più piena solidarietà al popolo birmano, alla FTUB (Federazione Sindacale Birmana), alla Signora Aung San Suu Kyi e alle forze democratiche costrette all’esilio e alla clandestinità.
“La CGIL chiede che il Governo italiano si adoperi in ogni contesto internazionale per l'intensificazione delle sanzioni nei confronti della giunta militare della Birmania, anche con passi formali nei confronti di quei paesi, come la Cina, la Russia e l’India che, per ragioni economiche o politiche, sostengono nei fatti il regime di Yangoon.


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