Le conclusioni di paolo nerozzi al comitato direttivo della cgil lombardia


COMUNICATO STAMPA





LE CONCLUSIONI DI PAOLO NEROZZI AL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL LOMBARDIA



Chiudendo i lavori del Comitato Direttivo della Cgil Lombardia Paolo Nerozzi, della Segreteria nazionale della Cgil, ha parlato della crisi che sta attraversando il paese. “Una crisi di insicurezza non solo in termini di legalità ma anche rispetto alle prospettive future. Un paese diviso tra nord e sud, tra italiani ed immigrati, tra lavoratori stabili e precari, tra giovani e anziani. Un paese che stenta a trovare un’identità e un progetto comune, con un governo che forse non si è reso conto fino in fondo di non aver vinto le elezioni e di non disporre di una maggioranza parlamentare stabile.

Se ci fosse questa coscienza si sarebbe fatta una finanziaria diversa: quella che ci è stata presentata presuppone un governo di lunga durata, mentre sappiamo che la situazione è molto più instabile.

Per il sindacato la questione non si pone in termini di un governo più o meno amico, ma di quanto la sua eventuale caduta convenga a quelli che rappresentiamo. Da questo punto di vista penso che, sebbene questo quadro politico non mi entusiasmi, un altro governo sarebbe senz’altro peggio.

Con il referendum sull’accordo del 23 luglio - ha aggiuntoNerozzi - abbiamo fatto una grande operazione di coesione sociale in un momento in cui il paese ne ha estremo bisogno. Nel contempo abbiamo risposto all’attacco di quanti, come Marchionne, vogliono indebolire il sindacato nella battaglia su salario e rinnovo dei contratti nazionali.

Chi ha votato l’ha fatto nella consapevolezza che i problemi ci sono, ma scegliendo il merito. Bisogna ragionare su quel voto, analizzarlo per capire: non è vero che i no sono tutti della Cgil, né che i si sono tutti voti progressisti. Chiediamoci perché i ragazzi dei call center, delle cooperative sociali, degli ipermercati, dei luoghi della precarietà, hanno votato in grande maggioranza a favore dell’accordo. E’ accaduto perché il referendum ha rappresentato il primo rapporto con il sindacato, la prima possibilità di espressione del proprio punto di vista. E’ un fatto da valorizzare – ha continuato Nerozzi – chiedendoci ora quali domande ci fanno per il futuro. Questi risultati referendari ci interrogano tutti, e dobbiamo discutere per trovare le giuste mediazioni”.

Respingendo con forza le insinuazioni sui brogli, che vanno “provati, oppure si pagano le conseguenze delle proprie affermazioni”, Nerozzi ha però sottolineato che non si è violato, votando no, il patto congressuale. C’è stata correttezza - ha detto - con poche eccezioni di carattere locale e non nazionale.

Pensiamo a quello che hanno ottenuto con l’accordo i lavoratori del commercio, i braccianti, una parte degli stessi edili.

Inoltre questa consultazione ha consolidato l’unità dei sindacati confederali, che è fattore determinante soprattutto in questo momento di rottura sociale e di divisione. Siccome non sappiamo che quadro politico avremo di fronte, tentiamo di tenere unito ciò che possiamo tenere unito”, ha aggiunto Paolo Nerozzi.



Sulla Finanziaria il segretario della Cgil ha sottolineato che siamo in presenza di qualche elemento positivo, ma mancano segni programmatici sul fisco. “Basterebbe semplicemente dire che l’evasione fiscale va ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Per questo appronteremo e proporremo alla consultazione, il 24 novembre a Milano, la piattaforma unitaria. Insieme dobbiamo ragionare sui grandi temi, lavorare per combattere la precarietà sia sul piano legislativo che su quello contrattuale. Dobbiamo dirci con coraggio che sull’immigrazione forse è anche qualcosa che è dentro noi stessi, tra la nostra gente che dobbiamo individuare e combattere con un forte impegno ideale e culturale.

Infine vanno chiusi i contratti, per dare forza alle categorie che hanno meno potere contrattuale, ma anche perché su questo si sta giocando l’attacco alla credibilità e alla rappresentatività del sindacato, mentre c’è il pericolo serio che la discussione sul modello contrattuale sia utilizzata per svuotare di valore il contratto nazionale. Per questo credo – ha concluso Nerozzi – che vada indetto uno sciopero generale delle categorie che devono rinnovare il contratto.”



Sesto San Giovanni 14 novembre 2007

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