Mercati del lavoro e flessicurezza. e’ la dimensione sociale dell’europa



Si è tenuto il 19 novembre a Milano, al Palazzo ex Stelline, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea a Milano, un convegno organizzato da CGIL CISL UIL Lombardia su un tema che è al centro del dibattito delle Istituzioni Europee, quello della Flexicurity. All’iniziativa, dal titolo: “MERCATI DEL LAVORO E FLESSICUREZZA. E’ LA DIMENSIONE SOCIALE DELL’EUROPA”, hanno partecipato Walter Cerfeda (Segreteria CES), Pier Virgilio Dastoli (Direttore Rappresentanza in Italia Commissione Europea), Emilio Gabaglio (Presidente Comitato Occupazione UE), Walter Galbusera (Segretario Generale UIL Lombardia), Henning Jørgensen (Carma, Università di Aalborg - Danimarca), Roberto Santaniello (Commissione Europea - Direttore Ufficio di Milano), Giorgio Santini (Segreteria Confederale CISL), Claudio Treves (Dipartimento Mercato del Lavoro CGIL nazionale). L’iniziativa rientra nel quadro del dibattito in corso nell’UE per riflettere su come far evolvere i diritti di cittadini e lavoratori in modo da perseguire gli obiettivi della Strategia di Lisbona: ottenere una crescita sostenibile con più posti di lavoro di migliore qualità. Questo l’obiettivo dichiarato dal Libro Verde pubblicato dalla Commissione europea il 22 novembre 2006 dal titolo “Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo”. Tale modernizzazione deve però basarsi su una «sfida» centrale per i mercati del lavoro europei, ma che non è di facile soluzione e infatti costituisce il nodo del dibattito aperto dal Libro Verde: «Conciliare una maggiore flessibilità con la necessità di massimizzare la sicurezza per tutti». Una sorta di “quadratura del cerchio” sintetizzata col neologismo flexicurity, che è stato quasi un imperativo per l’esecutivo europeo e, contemporaneamente, un problema di difficile soluzione per i governi e soprattutto per le organizzazioni sindacali di tutta Europa. Per questo motivo, sia la CES, sia le organizzazioni sindacali italiane sono intervenute a più riprese sull’argomento, esprimendo le proprie valutazioni e forti criticità. Dall’uscita del Libro Verde, altre istituzioni europee si sono espresse sull’argomento (il Parlamento Europeo in particolare), e da ultimo anche la Commissione è ritornata sul tema commentando i ben 450 commenti provenienti da attori siti nell’EU-27 e fuori di essa, che sono stati raccolti nel periodo di consultazione.
Per quanto riguarda la Flexicurity è assai probabile che si proceda all'adozione del principio per cui ogni Paese membro definisca un proprio modello.
L'importanza di affrontare tale tema è quindi rinnovata, soprattutto di fronte al non raro rischio che spesso essa venga interpretata come deregolamentazione delle tutele dei lavoratori dipendenti e senza tenere conto del grande investimento economico richiesto da Politiche del Lavoro, attive e passive, parte determinante di un sistema di gestione del Mercato del Lavoro efficace; per non parlare del forte bisogno di analisi di congruità di un sistema così complesso come la Flexicurity rispetto al contesto socio-economico nel quale si intende applicarlo.
Il dibattito hanno partecipato oltre 150 persone.

Dalla presentazione del professore danese Henning Jørgensen che ha portato una illustrazione concreta di come si articola il sistema danese di Flexicurity, è emerso come la Flexicurity danese sia un sistema concepito in uno stato con caratteristiche proprie ed è stato dunque sottolineato come si possa apprendere dal loro modello. Ma volerlo mutuare completamente sarebbe sbagliato date le grandi differenze economiche e sociali esistenti tra i paesi EU.
Si è inoltre discusso dei costi della Flexicurity, delle caratteristiche fortemente diverse dei paesi membri dopo l’allargamento all’Europa a 27, di come la Flexicurity, come sistema, si collocherebbe male in Italia dato l’esistere di fatto di un Mercato del Lavoro che presenta una forte disomogeneità geografica, l’esistenza forte del Lavoro Nero, la piaga dell’evasione. Il dibattito ha fatto registrare alcuni interventi che hanno sottolineato come sarà importante lavorare e proseguire il cammino sulle priorità della lotta al lavoro nero, l’intervento sulle catene di appalti e subappalti, il sostegno ai processi formativi lungo l’arco della vita, l’estensione e l’irrobustimento dei sistemi di sicurezza sociale, la precisazione con più accuratezza delle caratteristiche del concetto di lavoro dipendente.

Sesto San Giovanni 19-11-2007

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