A cura del Dipartimento Politiche Contrattuali
della CGIL Lombardia

A settembre aumentano di nuovo i licenziamenti

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Dopo alcuni mesi di rallentamento della tendenza negativa, i dati relativi ai licenziamenti e agli inserimenti nelle liste di mobilità nei primi nove mesi del 2011, rapportati allo stesso periodo del 2010, fanno registrare di nuovo un preoccupante aumento.
Purtroppo vengono confermate le nostre analisi e le preoccupazioni denunciate in occasione della pubblicazione dei dati relativi alla cassa integrazione, rispetto alle conseguenze della crisi, che non è alle nostre spalle, sull’occupazione e sulla sua qualità. A settembre i dati confermano un aumento del 6,99%, con un totale di 45.414 lavoratrici e lavoratori interessati al 26 settembre 2011.
Di questi, 17.144 (4,17%) con la legge 223/91 (mobilità), e 28.203 (8,90%) con la legge 236/93 (disoccupazione).

Questo dato conferma da un lato che molte aziende sono giunte al collasso e alla chiusura dopo aver percorso la strada degli ammortizzatori sociali, dall’altro che, nella crisi, le ristrutturazioni-riorganizzazioni in molte realtà avvengono attraverso la riduzione del personale e faticano a trovare vie d’uscita consolidate.

Confermiamo che senza una ripresa dei consumi interni attraverso lo spostamento di risorse e di ricchezza, e senza politiche di crescita e di sviluppo, la crisi segnerà in profondità il nostro Paese. Il mercato a competizione globale richiede specializzazione, innovazione di prodotto, diversificazione, investimenti, infrastrutture, collaborazioni con università e saperi, interventi pubblici, politiche di risparmio energetico.
Per questo ribadiamo che sono sempre più urgenti politiche di sviluppo, sul piano nazionale come su quello regionale, che sappiano portare il Paese realmente fuori dalla crisi e, nel nostro specifico, sappiano rilanciare il tessuto economico e produttivo lombardo con basi produttive solide e con buona occupazione.
Invece il Paese è fermo e in forte ritardo per responsabilità di un Governo inefficace che, con le sue Finanziarie di tagli ai servizi e di aumento delle tasse per chi già le paga, scarica sul mondo del lavoro, sui pensionati e sui cittadini il peso della crisi, alimentando diseguaglianze e ingiustizie, senza indicare risorse, progetti e politiche per la crescita e lo sviluppo concreto dell’Italia.

Sesto Giovanni 4 ottobre 2011



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