CGIL LOMBARDIA UFFICIO STAMPA

IN LOMBARDIA AUMENTA IL LAVORO NERO E L’ECONOMIA ILLEGALE. DICHIARAZIONE DI FULVIA COLOMBINI DELLA SEGRETERIA REGIONALE.

Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione, presso la Direzione Regionale del Lavoro della Lombardia, per esaminare i dati relativi all’attività di vigilanza effettuata da tutte le istituzioni pubbliche (Ministero del lavoro, Inps, Inail, Enpals, Inpgi, Enasarco, Guardia di Finanza, Carabinieri) nel 2010.

In Lombardia nel 2010 sono state ispezionate 29.459 imprese e, di queste, 17.055 sono risultate in posizione irregolare, con un tasso di irregolarità del 57,89%; i lavoratori interessati alle violazioni contestate sono stati 38.369, dei quali 11.955, pari al 31%, sono risultati in nero.

Rispetto al 2009, a fronte di una riduzione percentuale delle irregolarità complessive riscontrate, vi è stato un sensibile incremento (+6%) del lavoro nero accertato.

Il recupero di contributi e premi evasi e omessi è stato pari a 146.356.511 euro.

“L’analisi dei risultati - dice Fulvia Colombini della Segreteria della CGIL Lombardia - evidenzia una consistente presenza di lavoro irregolare e lavoro in nero che conferma la tendenza al consolidarsi in Lombardia di un’economia illegale, come hanno denunciato di recente anche la Direzione Nazionale Antimafia e il Governatore della Banca d’Italia.

Per queste ragioni la CGIL Lombardia ritiene fondamentale intensificare l’azione di contrasto al lavoro nero e alle pratiche di illegalità in difesa della legalità economica e dei diritti di chi lavora, così come vanno promosse azioni sul piano economico, sociale e culturale per prevenire il diffondersi delle illegalità.

Affermare la legalità nel lavoro - prosegue Colombini - richiede forti investimenti nel potenziamento, nella valorizzazione e nel coordinamento dei servizi ispettivi e nella contrattazione di anticipo, per prevenire il diffondersi di comportamenti irregolari.

Richiede interventi mirati sui punti critici come il lavoro nero e l’impiego irregolare di lavoratori stranieri che arriva fino al caporalato, controlli sugli appalti con l’individuazione delle stazioni uniche appaltanti e il superamento del ricorso al massimo ribasso, la qualificazione del rapporto di lavoro e controlli che consentano di individuare la falsa cooperazione .

La Lombardia è impegnata per i prossimi anni nella realizzazione di eventi ed opere (Expò 2015, le grandi infrastrutture per la mobilità, la realizzazione di distretti industriali), con investimenti economici ad alta intensità di capitale che la porranno di fronte alla sfida per la legalità economica.

Per la CGIL Lombardia – conclude Colombini - rilanciare l’impegno di tutti per l’affermazione della legalità è fondamentale non solo per uscire dalla crisi economica e sociale, ma anche per costruire i presupposti per uno sviluppo equo e sostenibile, oltre a rappresentare un atto di responsabilità verso il futuro del Paese e delle giovani generazioni”.

Sesto San Giovanni 18 aprile 2011

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